venerdì 13 settembre 2024

Ifigenia XIX I forti e i belli spodestati dalla roba e dall’oro. ifigenia XX “Hai tre amanti e non ne ami nessuna”. Un detto fatale.


 Ifigenia XIX I forti e i belli spodestati dalla roba e dall’oro.

Posterius res inventast aurumque repertum,

 quod facile et validis et  pulchris dempsit honorem

 

Iniquamente  avevo diviso i compiti tra me stesso e la nuovissima amante: Ifigenia doveva tacere e obbedire agli ordini miei, io dovevo solo trovare il modo di fare il mio comodo senza essere disturbato, anzi pretendevo che lei contribuisse alla mia tranquillità. Mi predisponevo a esserle un maestro, un esempio di ingenerosità. Ero non solo immorale ma anche imbecille perché ci voleva poco a capire che quanto di male insegnavo si sarebbe ritorto contro di me. Avevo incarnato nella mia persona il vizio caratteristico dell’età nostra: l’egoismo. Questo, significato anche visivamente dal mio beffardo sorriso da seduttore, avrebbe inquinato il cuore e la mente della sopravvenuta giovane amante rendendola pregna di feti che sarebbero diventati i nostri figli mostruosi: soperchierie reciproche dolorose, reticenze, menzogne, inganni, e pure peggio, nei due anni di decadenza continua seguiti a 9 mesi e mezzo di tripudi sessuali. Nell’autunno seguente la nostra relazione, male impostata dal punto di vista morale fin dall’inizio, era già in gran parte sconciata e adulterata. Nel lungo tempo dell’agonia cercammo di trovare dei rimedi al tonfo finale ma il processo di degradazione era ormai irreversibile. La collaborazione artistica  che avrebbe dovuto creare opere educative attraverso i miei scritti recitati e abbelliti da lei, fallì quasi subito impedita dall’egoismo mio presto imitato da quello della giovane non più collega bensì aspirante attrice. Anche la felicità sessuale senza il nutrimento di quella amorosa un poco per volta decadde.

L’arte e l’amore ci abbandonarono perché richiedono spirito di sacrificio e generosità invece che il gretto egoismo il quale cerca l’utile  meschino e rende la vita sempre più inutile siccome nega appunto l’arte e l’amore.

Noi due in quell’autunno lontano ci sentivamo eccezionali, invece eravamo i tipici prodotti seriali di un’epoca di compiuta peccaminosità, di razionalismo limitato e falso, un’età del ferro che periodicamente ritorna, un’epoca la cui legge suprema e iniqua è il diritto del più forte economicamente o fisicamente, un tempo che valuta il misero  denaro  più dei valori veri: la bellezza, la bontà, l’intelligenza e la cultura.

Posterius res inventast aurumque repertum, - quod facile et validis et  pulchris dempsit honorem” (Lucrezio, De rerum natura,V, 1113-1114), quindi si scoprì il possesso della roba e l’oro che facilmente tolse il potere ai forti e ai belli.     

 

 

Ifigenia XX. “Hai tre amanti e non ne ami nessuna”. Un detto fatale.

 

Durante il primo mese ci si incontrava nel pomeriggio in casa mia soltanto un paio di volte la settimana per brevi concubiti, pur arrivando sempre almeno alla sufficienza di tre tripudi. Tre per ciascuno intendo. Ifigenia doveva eludere la sorveglianza sospettosa del cane tricipite  dai sei occhi che la sorvegliavano sospettosi. Quando costui era in casa e lei voleva uscirne, la bella moglie si inventava che doveva comprare un libro o un quaderno o del latte di cui aveva detto di sentire bisogno dopo averne versato una bottiglia intera nel cesso e aver tirato lo sciacquone non senza dire : “così impari!”

 Questo mi raccontava compiaciuta e io l’approvavo magari financo battendo le  mani.

Si era persino cantato insieme: “Fatti mandare da quel tanghero a prendere il latte”|

“Oh, l’empietà, quanto cinismo!” penserete voi, pii lettori.

Di fatto questi erano ghiribizzi da lussuriosi.

 A me quella donna piaceva assai, tanto che la trasgressione mi pareva giustificata. Invece non mi andavano più a genio le altre due  con le quali non raggiungevo nemmeno la sufficienza quando, per onor di firma, non potevo evitare il letto con una di loro.

I riti sacri a Venere dalle magnifiche natiche e cosce erano sempre più dedicati a Ifigenia. A parte la sua somiglianza con la dea callipigia, con lei avevo il maggior numero di interessi e scopi comuni, e, soprattutto, un desiderio oramai quasi esclusivo di fare l’amore. Tre sole volte ogni incontro, dicevamo è pur troppo poco. Ogni giorno di più sentivo che mi sprecavo e contaminavo la mia identità di persona tendenzialmente estetica e logica continuando a condurre nel talamo dei tripudi entusiasti con Ifigenia, altre due che non mi piacevano più.

Non piangevo sulla riva del mare come Odisseo stanco di Calipso nell’isola Ogigia posta sull’ombelico del mare  solo perché a Bologna il mare non c’è.

Una sera dopo avere accompagnato a casa la più simpatica delle due mi dissi: “queste non mi convengono, non mi si addicono punto. Non decet Ioannem talis triplex concubitus.  Unus est satis.  Vero è che per un paio di mesi Esculapia e Pinuccia mi hanno fatto comodo ma ora mi fanno solo perdere tempo, e mi sottraggono energie da dedicare alla più bella. Devo lasciarle possibilmente con le buone”.

Tale proposito mi divenne ancora più chiaro quando una sera Ifigenia che sapeva delle altre due mi disse: “Tu, sei così nervoso siccome hai tre donne e non ne ami nessuna. Poi canticchiò: “Hui! “Falsche Lieb’, falsche Treu’! “

Avevamo portato gli alunni a vedere L’olandese volante la cui storia d’amore l’aveva impressionata fortemente.

Stavo per risponderle: “infatti non mi fido di nessuna” ma tacqui e mi limitai a un mesto sorriso che voleva significare: “cerca di compatirmi, io sono un pover’uomo”.

 Rimasto solo  però, decisi che quella sera stessa avrei allontanato per sempre dal letto mio la meno simpatica delle due ganze  che mi erano venute a noia.

 

Pesaro 13 settembre 2024 ore 11, 45 giovanni ghiselli

 

Oggi c’è un tempo da lupi, a proposito del cane tricipite.

Aaspetto il lieber Südwind che  noi Pesaresi chiamiamo “garbino”.

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia LXVII e LXVIII.

Ifigenia LXVII . il Mulino bruciato. “Ti prego, ti prego, ti prego!”   Lunedì 26 febbraio Ifigenia mi telefonò dalla gelateria dove ta...