“Come gettando uno sguardo fuori d’una finestra aperta di colpo, Ulrich sentì quello che in realtà lo circondava: i cannoni e i commerci d’Europa” (Musil, L’uomo senza qualità, p. 800).
Oggi agli affari spesso sporchi e alle armi omicide in un continuo sviluppo che nega ogni progresso morale si aggiunge l’ipocrisia di chi governa.
Sul quotidiano “la Repubblica” di oggi leggo la notizia del bambino palestinese portato in aereo a Milano perché venga curato al Niguarda. Una cosa buona in sé.
Trascrivo il titolo dell’articolo
I disegni di Adam in volo
a Milano per tornare a vivere (p. 19)
Sembra la bontà del libro Cuore.
Quindi le parole del sottotitolo.
“Sotto le bombe ha perso
i nove fratelli e il padre
Ieri è sbarcato a Linate
con altri cinque bambini
che saranno cuati in Italia”.
Questo è solo bene.
Però intanto i bombardamenti continuano in tale contesto che non è una guerra ma un genocidio perpetrato da uno Stato armato su bambini, donne e uomini inermi.
Per sei bambini aiutati altri, a decine di migliaia, vengono lasciati esposti alla violenza.
Non so con certezza se tra i procacciatori di armi per questo inferno ci sia anche l’Italia ma certo è che una condanna chiara e inequivocabile di tale massacro non c’è mai stata da parte del governo. Mi sento il dovere di scrivere la mia esecrazione sperando che venga condivisa da molti. Ricordo che ho sempre condannato ogni atto terroristico e ogni genocidio, ma non credo che nessuno dei precedenti possa giustificare questo sterminio di innocenti sicuramente incapaci di offesa e privi di ogni difesa.
Trovo invece eroico e degno del massimo encomio l’aiuto che queste vittime ricevono dai medici volontari, dottoresse e dottori persone meravigliose, che si recano in Palestina rischiando la propria vita per salvarne altre.
Sono queste persone gli eroi da indicare quali modelli ai nostri giovani.
Se mi domandate: “perché non ci vai anche tu?”, rispondo: “perché non sono capace di curare i feriti e per il fatto che credo di essere più utile alla causa scrivendo. Magari potrei scrivere più e meglio recandomi là. Ma sono vecchio ormai e rimango qui come lo zingaro figlio di Boemia cantato anticamente da Dalidà.
Faccio ancora dei giri in bicicletta ma la Palestina è toppo lontana per le mie forze attuali.
Bologna 12 giugno 2025 ore 16, 46 giovanni ghiselli.
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