335Edipo : e i consanguinei maschi giovani dove sono a penare?
Eteocle e Polinice vengono subito associati alle pene dal padre tutt’altro che benevolo.
Già andandosene da Tebe alla fine dell’ Edipo re il padre aveva raccomandato a Creonte di aiutare soltanto le proprie figliole, le due bambine: “"Dei miei figli maschi, Creonte, non/prenderti cura, sono uomini, sicché non/avranno mai penuria di mezzi di vita dove che siano (vv. 1459-1461)
Per quanto riguarda le figlie , Edipo chiede a Creonte, il loro zio, un aiuto: “non lasciare/ che loro pure della tua razza, siano mendiche e senza marito, e vagabonde,/ e non renderle uguali alle mie sciagure" (1505-1507)
Edipo manifesta la sua inclinazione forte ed esclusiva per la galassia femminile.
Torniamo a Colono con le bambine cresciute
336 Ismene: Sono dove sono: terribili fatti quelli tra loro in questo tempo
337 Edipo: O quei due in tutto simili ai costumi
338d’Egitto per natura e direzioni di vita:
339 là infatti i maschi sotto i tetti
340 stanno seduti lavorando al telaio, mentre le compagne
341apprestano sempre il nutrimento della vita stando fuori casa
Erodoto racconta la stessa cosa nel libro dedicato all’Egitto: gli Egiziani in molte cose hanno costumi e leggi contrarie agli altri uomini: da loro le donne vanno al mercato e commerciano, mentre gli uomini stando in casa tessono – aij me;n gunai`ke~ ajgoravzousi kai; kaphlevousi, oiJ de; a[ndre~ kat j oi[kou~ ejovnte~ ujfaivnousi
Del resto i maschi non sono tenuti a mantenere i genitori se non lo vogliono, mente le figlie ne hanno l’obbligo anche se non ne hanno voglia (II, 35, 2-3).
Il relativismo erodoteo del resto non si scaglia contro i costumi diversi da quelli greci. Dovrebbero leggere Erodoto i razzisti panegiristi del sistema occidentale come l’unico davvero umano e democratico, e spregiatori quindi di ogni altra cultura.
Dalle Storie di Erodoto dunque proviene un insegnamento di tolleranza che resta valido pure oggi. Questo viene chiamato relativismo erodoteo e da alcuni è considerato un tratto che accomuna lo storiografo con la sofistica di Protagora il quale considerò l'uomo "misura di tutte le cose"[1]. Ma il relativismo del sofista tende a negare ogni valore assoluto, a negare, direbbe Nafta il personaggio mezzo gesuita e comunista di T. Mann: "Dio e l'Assoluto, per darsi in braccio al diabolico antiassoluto"[2] mentre il relativismo di Erodoto non riguarda l'ordinamento del cosmo, non vuole toccare gli dèi né sfiorare gli oracoli, bensì rifiutare l'intolleranza[3].
Nel terzo libro delle sue Storie troviamo un episodio che afferma il valore della tolleranza. Lo riferisco subito poiché mi sembra uno dei più alti insegnamenti della storiografia antica. Il re Dario dunque aveva domandato a dei Greci se sarebbero stati disposti a cibarsi dei loro padri morti, ed essi risposero che non l'avrebbero fatto per niente al mondo. Quindi il re dei Persiani chiese agli Indiani chiamati Callati" oi{ tou;" goneva" katesqivousi"( III, 38, 4) che mangiano i cadaveri dei genitori , a quale prezzo avrebbero accettato di bruciarli nel fuoco, e quelli, gridando forte, lo invitavano a non dire tali empietà. Così, conclude Erodoto, queste usanze sono diventate tradizionali, e a me sembra che Pindaro abbia fatto affermando che la consuetudine è regina di tutte le cose ("novmon pavntwn basileva fhvsa" ei\nai").
Torniamo a Edipo che biasima i figli maschi Eteocle e Polinice mentre elogia le amate figliole Antigone e Ismene.
342 così di voi, o figli, i maschi che sarebbe stato naturale si sobbarcassero queste fatiche
343 si rincasano in casa come fanciulle,
mentre voi due al posto di quelli tribolate oltre misura per le mie disgrazie
345 di sventurato
Segue il riconoscimento dell’aiuto ricevuto da ciascuna delle due ragazze a partire da Antigone.
Bologna 28 giugno 2025 ore 17, 37 giovanni ghiselli
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1761303
Oggi433
Ieri701
Questo mese23591
Il mese scorso14567
[1]Di questa idea attribuita a Protagora da varie fonti, diamo la formulazione del Cratilo (385e) di Platone:"wJvsper Prwtagovra" e[legen levgwn-pavntwn crhmavtwn mevtron ei\nai a[nqrwpon-", come sosteneva Protagora dicendo che l'uomo è misura di tutte le cose.
[2] La montagna incantata, p. 201, II vol.
[3]Un'intolleranza verso le altre culture che oggi serpeggia. In un giornale pur progressista, leggo, a proposito dei secondi Giochi Islamici , riservati alle donne:"Siamo fantasmi, per una settimana. Fantasmi che svolazzano. Rondini nere, marroni, verde scuro, nei nostri chador, nei nostri impermeabili dall'orlo lunghissimo. Fantasmi insaccati come salami..." e così via con il biasimo o l'irrisione di costumi diversi dai nostri fino all'impagabile "Si divertono, in maniera schifosa, ma si divertono". Ho citato Emanuela Audisio dalla prima pagina de la Repubblica del 16 Dicembre 1997. In un articolo mio de la Repubblica del 27 dicembre 1997 (p. II) viceversa ho utilizzato il "relativismo" erodoteo per incoraggiare i lettori a diventare ciascuno se stesso:"Erodoto insegna il relativismo delle culture e racconta di popoli che compiangono i nati mentre si felicitano con i parenti dei morti, e di altre genti che praticano usanze ancora più strane e lontane da quelle greche. Eppure lo storico non infligge condanne, ossia riconosce a ogni nazione, e di conseguenza a ogni individuo, il diritto di usare costumi suoi. Queste storie antiche, se vengono attualizzate e personalizzate, possono diventare uno strumento critico contro l'omologazione e l'annullamento delle identità personali cui spinge la pubblicità tutta, talora perfino la scuola, con la pressione della norma che vuole negare i caratteri individuali schiacciandoli in una poltiglia informe".
Nessun commento:
Posta un commento