“VOCI DALL’ILIADE: le donne di Troia raccontano” spettacolo di Alessandra Fallucchi |
Un’altra
parte della conferenza che terrò il 3 febbraio nella biblioteca Pezzoli di
Bologna dalle 17
Criseide
Nel I canto
dell’Iliade Agamennone nomina Clitennestra solo per dire che
preferisce Criseide alla moglie benché sposa legittima poiché l’amante non le è
inferiore in niente: non di corpo - devma", non di statura - fuhvn, non di mente frevna", né di opere e[rga I, 115.
Poco dopo
l’ a[nax qualifica
Criseide come CrushiÖda kallipavrh/on, dalla bella guancia - pareiav - (I, 143).
Agamennone
deve restituirla al padre ma dichiara che in cambio prenderà Biseide anche
lei kallipavrh/on.
Questa
prepotenza scatena l’ira funesta mh'nin oujlomevnhn di Achille (I, 1 - 2).
Nell’Agamennone di
Eschilo pare che sia stato questo amore ancillare troppo elogiato a mettere in
moto il risentimento della moglie legittima:"kei'tai
gunaiko;" th'sde lumanthvrio", - Crushivdwn meivligma tw'n uJp&
jIlivw/"( Agamennone,
vv. 1438 - 1439), giace a terra il distruttore di questa donna,/la delizia
delle Criseidi sotto Ilio , grida Clitennestra dopo l'assassinio dello sposo
E’ il poluvmhti"
jOdusseuv" (I,
311) che riporta Criseide al padre
Quando la
consegna a Crise oj de; devxato caivrwn - pai'da fivlhn (446 - 447) ed è tanto
contento che prega Apollo di ascoltarlo di nuovo - e[ti kai; nu'n - (455) ricordando con
gratitudine il precedente voto esaudito.
Riavuta la
figliola, Crise chiede ad Apollo di non continuare con lo sterminio degli Achei
Briseide
Il distacco
di Achille da Briseide, quando Patroclo, assistito da Taltibio ed Euribate suoi
araldi e scudieri, va a prenderla, crea dolore in entrambi: la ragazza andava
dal nuovo padrone - amante ahevkous j ( I, 348) contro voglia e
Achille sedette novsfi in disparte dagli altri dakruvsa"
(349) scoppiando
in un pianto con lacrime.
Ricorda
Platone che biasima tale debolezza in un eroe.
Nel IX canto
dell’Iliade c’è l’ambasceria formata da Odisseo Aiace e Fenice che
Agamennone manda ad Achille perché gli promettano mari e monti e riferiscano il
suo giuramento relativo al fatto che non lui non è mai salito sul suo letto,
quello di Briseide - mh; povte th'" eujnh'" ejpibhvmenai hjde;
migh'nai (133)
né si è unito con lei, come è normale tra uomini e donne - h] qevmi"
ajnqrwvpwn pevlei, ajndrw'n hjde; gunaikw'n - (IX, 134).
Nell’ultimo
canto dell’Iliade Priamo va con un araldo da Achille per riscattare
Ettore. I due Troiani dormirono nel vestibolo della tenda del Pelide il quale
invece si stese nella parte interna mucw'/ della tenda e accanto a lui si stese Briseide dalle
belle guance (675 - 676)
Cassandra
Cassandra nell’Iliade è
nominata per la sua bellezza: questa principessa era ei\do"
arivsthn tra le
figlie di Priamo XIII 365. Voleva sposarla Otrioneo che però viene ucciso da
Idomeneo
Nel XXIV
dell’Iliade Cassandra è ijkevlh crusevh/ jAfrodivth/ simile all’aurea Afrodite ed è
lei la prima a vedere il padre che torna con il cadavere di Ettore. Allora
gemette e gridò per tutta la città di accorrere a vedere Ettore ricordando
quando gioivano vedendolo tornare vivo e vittorioso dalle battaglie poiché
Ettore era mevga cavrma povlei t h\n pantiv te dhvmw/ (706) grande gioia per la
città e per tutto il popolo.
Donne
appendice
Cassandra nelle Troiane.
Ecuba teme
la vergogna che verrà di fronte ai Greci dalla delirante Cassandra, la figliola
menade (172).
Le donne
sono state già sorteggiate: Cassandra per Agamennone come levktrwn skotiva numfeuthvria (v. 252), sposa tenebrosa del
letto. Questo buio (oJ skovto~ - shadow, Schatten ) è simbolico ed è un segno della
prossima morte di entrambi gli amanti.
Eros qui è
il dio del dolore (daivmwn ajlginovei" ) , come nelle Argonautiche (4,
64) di Apollonio Rodio.
Taltibio chiede
ottusamente se non sia per Cassandra una cosa grande ottenere un letto regale
(v. 259).
Ecuba non lo
degna nemmeno di una risposta, ma gli chiede quale sorteggio abbia avuto
Polissena.
Quindi entra
Cassandra (Troiane, 307 ss.) con una torcia in mano. Il fuoco dovrebbe
illuminare le sue nozze.
Cassandra
balla un canto di nozze tra splendore di fiaccole. Questo imeneo bizzarro ha la
funzione di interrompere le sequenze cupe. Crea uno straordinario diversivo.
Euripide non
vuole stancare lo spettatore con il cumulo delle geremiadi.
E’ un fuoco
che brilla senza fumo.
Questo
sarebbe di cattivo auspicio come nell’Asino d’oro alle nozze di
Psiche e, nelle Metamorfosi di Ovidio, durante le nozze di
Orfeo e Euridice dove la fiaccola è stridula lacrimoso fumo (X,
6) sibilante con un fumo che fa piangere.
Per questo
connubio di Cassandra invece non c’è fumo, e la principessa troiana consacra la
luce, oltre che a Imeneo, a Ecate per le nozze verginali, come vuole il rito.
Ecate è
maestra di Medea e anche delle streghe del Macbeth : “I the
mistress of your charms” (III, 5), io la signora dei vostri incantesimi.
Il trionfo
di queste nozze sarà dato, per Cassandra e i Troiani, dall’uccisione di
Agamennone, l’antifestino durante il quale il sangue cadrà nel vino: “cruor
Baccho incĭdet ” (Seneca, Troiane, v. 866).
Cassandra
non ha ancora deposto il suo ruolo di sacerdotessa: “oJ coro;~[2] o{sio~” (v. 328), la danza è sacra.
La
principessa troiana invita anche la madre a danzare.
Ecuba
qualifica come lugravn (v. 344) “lacrimevole”[3], la fiamma agitata da Cassandra e
vorrebbe che le venisse tolta.
Ma la figlia
insiste nel dire alla madre che deve essere contenta (cai`re, 353 - cavrma, gioia) per le sue nozze regali che
saranno funeste per Agamennone. Troia insomma è più felice dei Greci.
Agamennone
ha già ucciso una figlia per riprendere Elena, l’adultera consenziente (eJkouvsh~, v. 372). I Greci hanno fatto
una guerra aggressiva e sono morti in terra straniera. I Troiani invece
morivano uJpe;r pavtra~ to; kavlliston klevo~ (v. 387), in difesa della patria, la
gloria più bella.
Questa
Cassandra è patriottica ed è l’ajlavstwr, il demone vendicatore della sua città e della sua
famiglia.
Difendere la
patria era l’unico auspicio riconosciuto da suo fratello Ettore: ajmuvnesqai
peri; pavtra~ (Iliade,
XII, 243).
Le cose
turpi è meglio tacerle: “siga`n a[meinon taj/scrav”, v. 384).
E’
l’aposiopesi imposta dal pudore della ragazza sacerdotessa che non vuole
ricordare l’adulterio.
I morti
troiani avevano l’abbraccio della terra peribola;~
ei\con cqonov~ (v. 389) e
le esequie fatte dai familiari.
Ettore è
morto quale a[risto~ ajnhvr (v. 395).
Cfr.“E tu
onor di pianti Ettore avrai”, Foscolo, Sepolcri, 392.
Senza guerra
Ettore sarebbe rimasto un uomo oscuro (397)
Paride poi
ha sposato la figlia di Zeus. Comunque chi ha senno deve evitare la guerra: “feuvgein me;n
ou\n crh; povlemon o{sti~ eu\ fronei', v.400) -
Echeggia il
v.95 :" mw'ro" de; qnhtw'n o{sti" ejkporqei'
povlei", è
stolto tra i mortali chi distrugge le città. E’ Poseidone che recita il prologo.
A questo proposito consiglio di vedere il film 1917.
Ma se la
guerra c’è, allora è una gloria non vergognosa kalw`~
ojlevsqai (v.
402), morire nobilmente per la patria, mentre è infamante morire non nobilmente
(mh; kalw`~, v.
402).
Morire nella
bellezza
Cfr. Antigone (97):
la ragazza dice che non soffrirà niente di tanto grave da non morire nella
bellezza.
Cfr. Ecuba (378)
dove Polissena dice che vivere senza bellezza è una grande fatica (v. 378).
In Plutarco
(Vita di Antonio) e Shakespeare (Antonio e Cleopatra), il
suicidio della regina di Egitto viene approvato dall’ancella Carmiana: “it
is well done and fitting for a princess - descended of so many royal Kings. Ah
soldier! (5, 2).
Comunque
Cassandra sarà il demone vendicatore di Troia i cui nemici verranno distrutti
da lei con le sue nozze (tou;" ga;r ejcqivstou" ejmoi; - kai; soi
gavmoisi toi'si ejmoi'" diafqerw', 404 - 405).
Taltibio
commenta con il suo buon senso: io sono un povero (pevnh~ me;n
eijm j ejgwv , 415 , ma non mi sarei mai procurato un
letto del genere. Agamennone, il più potente dei Greci, si è assoggettato
all’amore di questa menade, dopo averla scelta.
Quanto al
disgraziato (duvsthno~, Troiane 431) Odisseo, egli non sa quali pene lo
attendono al varco del dolore (oujk oi\d j ( e) oi|av nin mevnei
paqei`n (v. 431).
Euripide
riutilizza un’espressione usata dalla Cassandra di Eschilo che parla contro
Agamennone nella prima tragedia dell’Orestea (oujk oi\den
oi|a v. 1228):
non sa quali mali la lingua dell’odiosa cagna, leccando e tirando in lungo come
accecamento nascosto, apparecchierà per la mala sorte 1228 - 1230).
Cassandra
antivede in maniera non vana le peripezie di Odisseo: Cariddi, il Ciclope wjmobrwv~ t j
ojreibavth~[5](Troiane, 436) che mangia la
carne cruda e vaga per le montagne.
Quindi
vengono menzionati Circe, hJ suw`n morfwvtria ( v. 437) che dà la forma di porci,
i naufràgi, gli amori del loto, la droga che fa perdere l’identità, le vacche
sacre del sole dalla carne parlante amara voce per Odisseo pikra;n gh`run 440 - 441.
Poi
l’evocazione dei morti e la lotta finale con i proci.
Sono i polla; a[lgea annunciati nel primo canto
dell’Odissea (v. 4).
Poi
Cassandra profetizza la morte di Agamennone: farabutto sarai sepolto da
farabutto (kako;~ kakw`~ tafhvsh/, v. 446) di notte, non di giorno.
Quanto a se
stessa, Cassandra antivede che sarà gettata via nuda, in pasto alle belve.
infine la sacerdotessa getta le bende, ornamento dell’estasi; w\ stevfh
(…) caivret j (450 - 451).
Lei sarà
comunque una delle tre Erinni ( 457) e distruggerà Agamennone e
giungerà vittoriosa tra i morti dopo avere sconfitto gli Atridi.
giovanni
ghiselli
[2] coreografia ideazione di una
danza - corografia da cwvra, “regione”, descrizione di una regione.
[4] latreiva è un servizio che può essere
reso a Dio hJ logikh; latreiva è il culto spirituale Romani, 12,
1. rationabile obsequium Paolo chiede una trasformazione con
una renovatio mentis - transformamini renovatione
mentis.
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