L’amore è
gioia ed è comprensione: è attrazione e intelligenza reciproca
Le Argonautiche e
altri testi tendono a infamare Eros suscitando sospetto o addirittura odio tra
i maschi e le femmine come ora fanno i razzisti di entrambi i sessi
Da tanti
resoconti di giornali appare e pare che l’unico amore benedetto, e spesso pure
santificato dal matrimonio, sia quello tra omosessuali. L’eterno richiamo tra
sessi diversi sembra sia pericoloso e dopo tutto deleterio.
Poi c’è la
contraddizione del lamento sulle culle vuote.
Ma sentiamo
i poeti nemici di Eros. Solo pochissimi esempi ma potrei farne a bizzeffe
La Luna,
come vide Medea correre verso Giasone, gioì con malizia e disse tra sé: non
solo io brucio per il bell’Endimione, io che ho dovuto obbedire ai tuoi
riti: ora il daivmwn ajlginoveiς (Argonautiche, IV, 64), il dio del dolore ti ha dato il penoso
Giasone per la tua angoscia. Vai a sopportare dolori infiniti.
Esecrazione dell’amore come nel finale dell’Ippolito di Euripide dove Teseo
maledice Afrodite dicendo: wJς polla;, Kuvpri, sw'n kakw'n memnhvsomai (1461), quante volte Cipride
mi ricorderò dei tuoi delitti.
Cfr. anche “nequiquam
quoniam medio de fonte leporum/ surgit amari aliquid quod in ipsis floribus angat” (Lucrezio, De rerum natura, IV, vv. 1131 - 1134).
Virgilio,
mosso a compassione della regina cartaginese abbandonata da Enea e non volendo
del resto incolpare il suo eroe, ritorce e fa ricadere sull'amore la
maledizione indirizzata da Didone all'amante in fuga :"Improbe Amor,
quid non mortalia pectora cogis!"[1] (v.
412), malvagio Amore, a cosa non costringi i petti mortali!
E'
un'apostrofe contro l'amore che viene messo allo stesso livello dell'auri
sacra fames , la maledetta fame dell'oro la quale ha spinto il re di
Tracia a sgozzare l'ospite Polidoro:"Quid non mortalia pectora cogis,/
auri sacra fames! " (Eneide , III, 56 - 57).
[1] Il primo emistichio ripete un motivo dell' VIII Bucolica,
v. 47: Saevus amor, e 49/50 Improbus ille puer: la
conclusione del verso ripete III, 56.
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