Orazio nell’Ars
poetica suggerisce a chi scrive la
brevità (esto brevis, v. 335), la
verosimiglianza, poi l’unione di utilità e piacevolezza: “omne tulit punctum qui miscuit
utile dulci,/lectorem delectando pariterque monendo” (343-344), ha
preso punteggio pieno chi ha mescolato l’utile al piacevole, dilettando il
lettore e nello stesso tempo, ammaestrandolo
“
Sulla terra sono molte buone invenzioni, le une utili, le altre gradevoli: per
esse la terra è amabile. E certe cose vi sono così bene inventate, da essere
come il seno della donna: utili e al tempo stesso gradevoli”.
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, III, Da antiche favole e nuove, 17.
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