Vero è che la parola d’ordine
delle femministe “più della metà del potere alle donne” non è un’utopia
irrealizzabile, e forse non è vero che non si è mai realizzata, a leggere Das
Mutterrecht di Johann Jakob Bachofen
o la precisa nota linguistica di Emile
Benveniste: “se si pensa alla corrispondenza tra il greco gunhv 'donna' e l'inglese queen
'regina' (Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee ,Einaudi, 1970, p. 15).
A me il potere non piace e mi
va bene che lo gestiscano altri. In genere trovo poco gradevoli le persone di potere e
sono sicuro che alle donne della mia levatura comandare non interessa.
L’unica preoccupazione che provo
osservando alcune donne poco eleganti e poco fini che esercitano con volontà di
prepotenza il misero potere che hanno è che certi uomini deboli e succubi, come
se ne vedono tanti, facciano la fine per lo meno mentale di Agamennone (ucciso
dalla moglie) o di Penteo (fatto a pezzi dalla madre) nella ripetersi della morte rituale o reale del paredro
ucciso dalla povtnia che impera spietata su di lui.
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