NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 19 gennaio 2020

Alle persone dette "sardine"

A queste persone dalle buone intenzioni dico che un movimento grande e importante come il loro deve oramai trovare bersagli meno piccoli di Matteo Salvini e di colei che lo segue come un’ombra.
Obiettivi anche più realistici e raggiungibili di quelli nostri del ’68 che non è stato inutile per tutti, non per me, non per tante donne, ma ha fallito molti bersagli.  Io propongo in primis la cultura e l’educazione, poiché i mali peggiori derivano dall’ignoranza. Poi mirerei alla parresia, alla giustizia, alla democrazia che non è reale, è un’oligarchia camuffata, se, come ora, sono carenti e latitano, contumaci o esiliate, tanto l'eguaglianza quanto l'equità. In Italia la crescita sociale degli strati più bassi è impedita dalla piaga delle raccomandazioni. Una pratica mafiosa che risale alle leggi italiche più antiche: quelle delle XII tavole che codificano il rapporto tra patrono e cliente dalla metà del V secolo avanti Cristo. Il sistema clientelare è ancora presente e vivo in Italia e, anche se tali  rapporti non sono più codificati, rimangono comunque più forti delle leggi le quali, come disse lo scita Anacarsi a Solone, sono simili alle ragnatele che bloccano solo i piccoli e i deboli. Poi c’è lo spettro dell’inquinamento che si aggira per il nostro pianeta. Tale peste odiosissima dipende dal consumismo, dallo spreco, dal capitalismo sfrenato e frenetico. Questi sono i mali planetari da denunciare e combattere. La Borgonzoni ha già perso, lasciatela perdere in pace.
Mi sarebbe piaciuto scendere in piazza con voi, ma ho prefrerito studiare Saffo per la mia prossima conferenza, a proposito di femminismo intelligente contro quello cretino di moda,  e scrivervi queste parole, cui probabilmente non risponderete,  ma molti le leggeranno nel mio blog.
Ho messo l’educazione quale crescita culturale, morale, estetica, come primo obiettivo di un movimento che deve fare più e meglio di quanto facemmo noi il secolo scorso. Sono stato confermato nel tendere a questo mio scopo educativo, dall’esperienza della notte dei licei. Sono andato nel M. Tondi di San Severo invitato a parlare di “Che cosa è umano”. Ho visto e sentito un forte interesse a quello che raccontavo sulla base dei classici greci e latini dei quali mi sono avvalso per suggerire la rifondazione dell’umanesimo nei rapporti umani, di quell’umanesimo che è amore per l’umanità. Gli studenti, i colleghi e il preside di questo liceo mi hanno reso felice con un’attenzione per i classici  citati e con una partecipazione non solo cortese ma anche appassionata, per me motivante a studiare di più e meglio, a essere sempre più chiaro, perspicuo e concreto nelle mie conferenze. E a parlare, a scrivere politicamente come facevano i grandi autori fioriti durante la parresia del V secolo ateniese rivolgendosi al popolo, educandolo, non retoricamente o soggettivamente come gli scrittori che dovevano piacere ai despoti committenti e gli altri impiegati dal potere. E il popolo non li leggeva o se li leggeva non li capiva siccome sotto i tiranni dilaga l'ignoranza.
In particolare mi hanno commosso positivamente le ragazze e i ragazzi che mi hanno chiesto di inviare loro altro materiale di studio, e
soprattutto uno di questi studenti che mi ha chiesto di mandargli “qualche argomento politico a suo avviso interessante indipendentemente dallo sfondo politico; ovviamente se è di sinistra è meglio”. Poi ha concluso:  “comunque grazie mille in ogni caso, mi risponda quando vuole se vuole, e la ringrazio ancora di esistere, se ci fossero piú persone come lei, il mondo sarebbe un posto migliore, grazie”.
Se leggerà queste parole e vorrà farlo, questo caro ragazzo potrà aggiungere il suo nome alle parole sue.
Io credo che  tali riscontri, e ne ho avuto diversi nella mia vita di insegnante, diano una piena e bella giustificazione a chi non vuole vivere come i bruti intesi troppo spesso a fare quanto impongono la pubblicità e le mode sfacciate che, come Leopardi, io associo alla morte.
Un abbraccio a chi mi legge
giovanni ghiselli.
      

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