Il cosiddetto polticamente corretto può diventare
una dittatura ideologica che vuole obbligare quelli di sinistra come me a
pensarla in un certo modo, tutti nello stesso modo. Durante l’acme fascista
passavano per politicamente corrette le fanfaronate di Mussolini, dei suoi
gerarchi e dei panegiristi asserviti.
Come me ci sono tanti a sinistra che non
accettano coazioni verbali reazionarie spacciate per progressiste. Per esempio
nel quotidiano “la Repubblica” di oggi, 2 gennaio 2020, un articolo del pur
solitamente bravo Federico Rampini sembra disapprovare Trump per il fatto che
non è un guerrafondaio: “Trump fa la voce grossa ma subito dopo precisa di non
volere la guerra (…) Vuol essere ricordato come un presidente che chiude le
guerre dei predecessori e riporta i soldati a casa, non come un presidente che
apre nuovi conflitti” scrive il giornalista a p. 24.
Io dico : “meno male!”. Rampini invece aggiunge
una minaccia al bene della pace con un lieve cenno di assenso: “un
establishment potente-a cominciare dai militari del Pentagono-resiste però con
tutte le sue forze a questa smobilitazione programmata dell’egemonia
americana”.
Questo articolo a me rende meno antipatico Trump
.
Nella pagina precedente dello stesso numero del
medesimo giornale c’è un articolo dell’ognor "politicamente corretto"
Michele Serra che può rendere simpatico perfino Salvini e non è il caso di
farlo, soprattutto in questo momento. Serra sostiene che il leader leghista “ha
messo in campo un vocabolario di poche decine di parole (mamma, papà, pappa,
Nutella, poltrona, italiani, vergogna! e poche altre)”.
Quindi aggiunge “ va detto che il discorso di
fine anno di Mattarella, virgole comprese, sembrava scritto apposta per far
sentire il Salvini come una disgraziata anomalia, un incidente da superare se
si vuole mettere in carreggiata l’Italia”. Ma, fa notare l’illustre critico
politico, Salvini ha reagito con moderazione “considerato il carattere iracondo
(tendenza Polifemo)”. Questa è la conclusione del pezzo “Limitare la polemica a
un accenno per giunta generico, ai “discorsi melliflui” che si fanno
a San Silvestro , dimostra tra l’altro che del Quirinale (e della sua vasta
popolarità) il Salvini ha un certo timore. Ed è bene che lo abbia”.
Salvini dunque è ignorante, confutato e pure
intimorito, nonostante la sua natura ciclopica.
Io non ho mai approvato Salvini, anzi l’ho sempre
confutato politicamente come pure umanamente, e continuerò a farlo,
però “va detto”, questo sì, che un articolo di questo genere fa il gioco suo
(di Salvini) e della sua parte.
giovanni ghiselli
Il mio blog compirà 7 anni alla fine di questo
mese. Ringrazio i tanti lettori cui auguro ogni bene possibile
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