NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 2 gennaio 2020

Contro la coazione a ripetere il presunto “politicamente corretto”


Il cosiddetto polticamente corretto può diventare una dittatura ideologica che vuole obbligare quelli di sinistra come me a pensarla in un certo modo, tutti nello stesso modo. Durante l’acme fascista passavano per politicamente corrette le fanfaronate di Mussolini, dei suoi gerarchi e dei panegiristi asserviti.
Come me ci sono tanti a sinistra che non accettano coazioni verbali reazionarie spacciate per progressiste. Per esempio nel quotidiano “la Repubblica” di oggi, 2 gennaio 2020, un articolo del pur solitamente bravo Federico Rampini sembra disapprovare Trump per il fatto che non è un guerrafondaio: “Trump fa la voce grossa ma subito dopo precisa di non volere la guerra (…) Vuol essere ricordato come un presidente che chiude le guerre dei predecessori e riporta i soldati a casa, non come un presidente che apre nuovi conflitti” scrive il giornalista a p. 24.
Io dico : “meno male!”. Rampini invece aggiunge una minaccia al bene della pace con un lieve cenno di assenso: “un establishment potente-a cominciare dai militari del Pentagono-resiste però con tutte le sue forze a questa smobilitazione programmata dell’egemonia americana”.
Questo articolo a me rende meno antipatico Trump .

Nella pagina precedente dello stesso numero del medesimo giornale c’è un articolo dell’ognor "politicamente corretto" Michele Serra che può rendere simpatico perfino Salvini e non è il caso di farlo, soprattutto in questo momento. Serra sostiene che il leader leghista “ha messo in campo un vocabolario di poche decine di parole (mamma, papà, pappa, Nutella, poltrona, italiani, vergogna! e poche altre)”.
Quindi aggiunge “ va detto che il discorso di fine anno di Mattarella, virgole comprese, sembrava scritto apposta per far sentire il Salvini come una disgraziata anomalia, un incidente da superare se si vuole mettere in carreggiata l’Italia”. Ma, fa notare l’illustre critico politico, Salvini ha reagito con moderazione “considerato il carattere iracondo (tendenza Polifemo)”. Questa è la conclusione del pezzo “Limitare la polemica a un accenno per giunta generico, ai “discorsi  melliflui” che si fanno a San Silvestro , dimostra tra l’altro che del Quirinale (e della sua vasta popolarità) il Salvini ha un certo timore. Ed è bene che lo abbia”.
Salvini dunque è ignorante, confutato e pure intimorito, nonostante la sua natura ciclopica.
Io non ho mai approvato Salvini, anzi l’ho sempre confutato politicamente come pure umanamente,  e continuerò a farlo, però “va detto”, questo sì, che un articolo di questo genere fa il gioco suo (di Salvini) e della sua parte.
giovanni ghiselli

Il mio blog compirà 7 anni alla fine di questo mese. Ringrazio i tanti lettori cui auguro ogni bene possibile

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