Ettore giovinetto si arma tra Priamo ed Ecuba anfora attica a figure rosse di Eutimide Monaco, Staatliche Antikensammlungen. |
Altra parte della conferenza che terrò il 3 febbraio nella biblioteca Pezzoli
di Bologna dalle 17
Ecuba nell’Iliade
Segnalo il gesto della madre dolorosa che mostra il petto[1] a Ettore per indurlo a non
affrontare Achille: la vecchia regina, aperta la veste, con una mano solleva il
seno, e prega il figlio di ricordare che gli aveva dato la mammella che fa
scordare le pene:"ei[ potev toi laqikhdeva[2] mazo;n
ejpevscon - tw'n mnh'sai" (XXII, vv. 83 - 84)[3].
Ecuba
ricorda a Ettore che lo ha partorito lei, con il suo corpo - o}n
tevkon aujthv (87),
e se Achille lo ucciderà, lei, la madre, non potrà nemmeno piangerlo morto,
poiché “ti mangeranno veloci i cani presso le navi Argive” (87 - 89)
Nei
vv. 431 - 436 Ecuba piange il figlio morto: lo rimpiange come mia gloria in
città di giorno e anche di notte - moi nuvkta" te kai;
h\mar - eujcwlhv kata; a[stu - ed eri il sogno di tutti - pa'si
t j o[neiar -
Troiani e Troiane, ma ora ti hanno raggiunto la morte e la moira - qavnato"
kai; moi'ra.
Nell’ultimo
canto del poema Priamo spinto da Iride mandata da Zeus decide di andare da
Achille per riscattare il cadavere di Ettore. Quindi chiama Ecuba, le rivela il
suo proposito e ne chiede il parere.
Ecuba
cerca di dissuaderlo temendo per la sua vita ma Priamo replica dicendo di
avere mevno" kai; qumov" - 198 - la forza d’animo e
il desiderio che lo spingono terribilmente ainw'" a recarsi da
Achille.
[1] Il denudamento del
seno verrà attribuito da Eschilo al
personaggio di Clitennestra che mostra il petto a Oreste per indurlo a
compassione:" ejpivsce", w\ pai', tovnde d j
ai[desai, tevknon, - mastovn"(Coefore , vv. 896 - 897), fermati,
figlio, abbi rispetto di questo seno, creatura.
[2] Alceo attribuisce al
vino (oi\non…laqikavdea, fr. 96 D. , v. 3) questo
aggettivo formato da lanqavnw e kh̃do~.
[3] “ Sulla terra sono
molte buone invenzioni, le une utili, le altre gradevoli: per esse la terra è
amabile. E certe cose vi sono così bene inventate, da essere come il seno della
donna: utili e al tempo stesso gradevoli” F. Nietzsche, Così parlò
Zarathustra, p. 252.
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