Leggo che non è escluso il
nesso tra l’uso ipercronico, diacronico, pancronico del cellulare e il tumore. Non
ho gli strumenti per confermarlo o confutarlo.
Da osservatore libero e da
educatore inteso a suscitare energie morali però, ribadisco quanto ho sempre
sostenuto: che l’uso dissennato dei cellulari provoca incidenti mortali e morte
del contatto umano profondo, ricco di logos, di pathos e di cultura. E ancora
una volta mi vanto di non averne mai avuto né usato uno.
A poco a poco alcune persone
poi un numero sempre maggiore di donne e di uomini capiranno che certe pazzie
sono più sagge della saggezza della plebe del mondo. Quanto a coloro che mi
hanno dato del miserabile perché non possiedo il cellulare e sembro non
possedere nemmeno un’automobile talmente poco la uso, mi onoro di essere
povero, pezzente, mendicante della kalokajgaqiva e di
associarmi alle “grame mie genti nel mondo che tace”, agli “umili morti di fame
che dormono in pace” (Cfr. Giovanni Pascoli, canti di Castelvecchio, Il mendico, vv. 74-77).
Saluti
gianni
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