Teti aiuta Achille |
Achille nel primo canto dell’Iliade implora la madre ricordandole che l’ha generato per una vita breve e ora gli viene tolta anche la timhv (I, 353), l’onore che lui vuole come unica ricompensa del valore.
Il modello dell'uomo eroico che, avido di gloria e onore, pervade tutta la
cultura greca, è la figura di Achille. Il figlio di Tetide, come gli altri protagonisti dell'Iliade,
il poema epico che presenta il grado eroico dell'esistenza umana, passa la vita
in un continuo cimentarsi e gareggiare. Il motto del
combattente omerico è "aije;n ajristeuvein kai; uJpeivrocon e[mmenai a[llwn"( VI, 208), primeggiare sempre ed essere egregio tra gli altri. Lo
raccomandano i padri ai figli (nel sesto canto il licio Ippoloco a Glauco,
nell'undicesimo Peleo ad Achille (v. 784).
Peleo manda Fenice a Troia con il figliolo perché gli
insegni: "muvqwn te rJhth'r j e[menai prhkth'rav te e[rgwn"[1], a essere dicitore di parole ed
esecutore di opere.
L'eroe non
fa niente che non stimi degno della sua natura: Achille , cedere nescius [2], non si lascia bloccare dalla profezia di sventura del
cavallo fatato Xanto, e gli risponde:"ouj lhvxw"[3], non cederò.
Il compenso che il prode si aspetta in cambio dell' ajrethv dimostrata obbedendo a tali obblighi impegnativi fino al sacrificio,
è un riconoscimento in termini di onore: la timhv negata è una tragedia per il valoroso che si è distinto in battaglia:
Achille si rifiuta di combattere constando che l'uomo codardo e il valoroso
sono tenuti nello stesso onore:" ejn de; ijh'/ timh'/ hjme;n
kako;" hjde; kai; ejsqlov""[4].
Allora sua madre Qevti" - implora Zeus di onorargli il figlio:"tivmhsovn moi
uiJovn"[5], onora mio figlio - prega - ,
poiché è di vita più breve degli altri, e il signore di genti Agamennone lo
disonorò ("hjtivmhsen"[6]) : gli ha preso il suo dono e lo
tiene.
Achille l’aveva implorata: tu mi hai generato per una vita breve che ora è
stata privata anche dell’onore: Agamennone gli ha tolto il dono che spettava al
auo valore e lo significava. Così diceva Achille davkru crevwn (v. 337) versando lacrime e la madre venne fuori dagli abissi marini dove
si trovava con il padre Nereo. Gli chiede tevknon, tiv
klaivei"; perché piangi creatura?, anche se lo sa. Tevknon è quasi mio parto –tivktw - mia creatura.
E’ il figlio della madre. Diversi eroi hanno rifiutato il padre si pensi ad
Alessandro Magno.
Achille dunque ha invocato la madre e le chiede: aiutami, se puoi - eij duvnasai I, 393. La prega di andare a Zeus a chiedergli di favorire i Troiani
contro i Greci. Tetide precedentemente aveva impedito agli altri dei congiurati
di legare Zeus chiamando il centimano Briareo a spaventarli.
Qevti" compiange il figlio vedendolo soffrire e gli
assicura il proprio intercedere. Ci vorrà qualche giorno perché Zeus è andato
per un pranzo presso gli Etiopi: nel frattempo Achille deve mantenere l’ira e
non combattere
Il Pelide rimane irato con i Greci ma rimpiangeva l’urlo e la guerra (493).
Nel dodicesimo giorno Zeus tornò sull’Olimpo e Tetide non scordò la preghiera
del figlio e all’alba emerse dall’onda del mare, poi salì sull’Olimpo. Chiede:
“onora mio figlio 505 destinato alla morte più precoce fra tutti - wjkumorwvtato"
a[llwn - e ora Agamennone gli ha strappato l’onore. Dai la
vittoria ai Troiani fino a quando i Greci non renderanno ad Achille l’onore che
gli spetta”.
Zeus risponde che teme un litigio con Era. Comunque kefalh'/
kataneuvsomai - ossia darò il massimo segno di assenso - mevgiston tevkmwr - perché tu mi creda (vv.524 - 526). Non torna più indietro e non può
ingannare. Quindi Zeus fece il cenno con le sopracciglia scure neu'se (528).
Latino nuo, accenno con il capo, nutus, us cenno, abnuo faccio
cenno di no, adnuo faccio cenno di sì - italiano annuire.
Scosse tutto l’Olimpo ed ella saltò nel mare. Era sospetta e aggredisce
Zeus chiedendogli con chi abbia tramato e complottato
Comunque ha già capito di che cosa si tratta
Zeus allora le ordina di obbedire e tacere. Era tremò e sedette in silenzio.
Interviene Efesto per mettere pace consigliando alla madre di stare tranquilla.
Lui non potrà più aiutarla poiché una volta che ci provò, Zeus lo prese per un
piede e lo scagliò giù dall’Olimpo facendolo arrivare a Lemno. Questo ricordo
fece ridere la madre dalle bianche braccia - meivdhsen de;
qea; leukwvleno" { Hrh meidhvsasa - (v. 595, cfr. to smile), poi un inestinguibile riso a[sbesto"
gevlw" (599) nacque tra i numi beati.
Quindi banchettarono tutto il giorno ej"
hjevlion kataduvnta fino al tramonto non senza Musica poiché Apollo
suonava la cetra, né senza poesia siccome le Muse cantavano con voce armoniosa
- a[eidon ojpi; kalh'/ (604). Al tramonto andarono tutti a dormire Zeus
con Era
[2]Orazio, Odi , I, 6, 5 - 6:" gravem /Pelidae
stomachum cedere nescii ", la funesta ira di Achille incapace di
cedere.
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