Devo un chiarimento a chi mi
legge a proposito del politicamente
corretto. Certamente non lo disapprovo in blocco, anzi nell’insieme lo confermo
con le parole e con le azioni.
Ma sono fortemente critico verso certi luoghi
comuni spacciati come progressisti seppure seguiti anche da molti
dichiaratamente reazionari.
Uno stereotipo che mi
disturba parecchio è quello razzista che classifica le donne quali persone
comunque superiori a tutti gli uomini. “Sarebbe bello” dicono costoro “che le
cariche più alte andassero alle donne”. Senza specificare le qualità intellettuali, morali,
umane di queste auspicate presidenti di Regioni, Stati, Imperi.
Penso alla Borgonzoni per
esempio. Io non voto a Bologna perché conservo la residenza a Pesaro. Comunque
se dessi il voto a Bologna, lo darei a Bonaccini perché questa regione è
amministrata, governata e tenuta bene. Per quale ragione si “deve” tifare
comunque per una donna? Certo le donne sono portatrici di molto bene per noi
uomini e l’umanità non si è estinta soprattutto grazie a loro, alle madri, ma
non sono tutte brave, belle e buone nello stesso modo. Non sono lepri o
anguille o tartufi. Nemmeno sardine o tortellini. Cibi tutti gustosi, niente da
dire.
Ma non è vero quanto dice
Emilia, la moglie di Iago nell’Otello
di Shakespeare a Desdemona:
“ ‘Tis not a year or two shows us
a man:
they are all but stomach abd
we all but food;
They eat us hungerly, and when
they are full
They belch us, Look you,
Cassio and my husband (III, 4,
98-101).
Loro non sono cibo e noi non
siamo stomaco dunque.
Le donne sono proprio come
gli uomini, belle o brutte, buone o cattive, generose o ingenerose.
Allora dire: “ è auspicabile
che il presidente sia donna, sarebbe bello, ne sarei proprio felice” è una
delle espressioni di moda che passano per politicamente corrette e sono invece
stupide e razziste del razzismo più
odioso.
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