Liliana Segre |
La simpatia che provo da sempre per tutti i perseguitati e i
maltrattati della terra non mi impedisce di notare un difetto di logica nel
discorso che la senatrice a vita ha tenuto un paio di giorni fa nel Parlamento
europeo. Cito alcune parole dell’estratto pubblicato oggi, 30 gennaio, dal
quotidiano “la Repubblica”.
L’onorevole Segre precisa a proposito del 27 gennaio 1945 che
“Auschwitz non è stata liberata quel giorno. Quel giorno l’armata Rossa vi è
entrata ed è molto bello il discorso che fa Primo Levi ne La Tregua dei
quattro soldati russi che non liberano il campo perché i nazisti erano già
scappati, ma si trovano di fronte a questo spettacolo incredibile (…) Io non
fui liberata il 27 gennaio dall’Armata Rossa, facevo parte di quel gruppo di
più di 50 mila prigionieri ancora in vita obbligati a una marcia che durò mesi
(…) Prima attraversammo la Polonia e la Slesia, poi fu la Germania. Dopo mesi e
mesi arrivammo allo Jugendlager di Ravensbruck ” (p. 1 e p. 29).
Ebbene devo correggere alcune parole di un discorso che nell’insieme
condivido siccome è giusto, bello e commovente.
Un giovane disinformato potrebbe pensare, o un neonazista in mala
fede dare da intendere, che Auschwitz sia stata liberata dai nazisti scappati.
Sento il dovere di ricordare a chi mi legge che i nazisti sono scappati dopo
che l’armata Rossa li aveva ricacciati dall’Unione sovietica invasa dall’armata
tedesca con un’aggressione che aveva provocato milioni e milioni di morti.
L’armata rossa aveva già sconfitto l’esercito di Hitler il 27
gennaio del 1945. Aveva iniziato a sconfiggerlo 2 anni prima. Quanto alla
“Marcia della morte che durò mesi” la senatrice non specifica chi la ordinò.
Dal contesto pare siano stati i Russi. Se è così sono colpevoli anche loro.
Chiedo lumi. Rimane comunque il fatto che il crematorio di Auschwitz cessò di
funzionare funestamente e diabolicamente per l’arrivo imminente dei Sovietici
che avevano sconfitto l’armata tedesca dopo che questa aveva conquistato quasi
tutta l’Europa.
Scrivo questo per rispetto della logica e della storia.
Apprezzo molto il fatto che la signora Segre abbia notato la
complicità data per lo meno dalle reticenze della borghesia italiana nonostante
la “buona educazione” della stessa "buona" borghesia che una ventina
di anni prima non si era peritata di plaudire alle squadracce fasciste che
picchiavano e uccidevano i lavoratori i quali chiedevano giustizia sociale in
italia e massacravano di botte deputati socialisti e comunisti.
Saluti
giovanni ghiselli
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