NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 18 gennaio 2020

Una postilla a Umano e disumano

Sono appena tornato a Bologna da San Severo dove ho presentato il percorso preparato  per gli studenti, il preside e i colleghi del Liceo Tondi. E’ stata una bella serata. Mentre parlavo, sentivo che davo qualcosa di buono ai giovani e ricevevo del bene loro: ci siamo educati e vivificati a vicenda. “Homines dum docent, discunt”.  
Soprattutto gli uomini umani.
Ho gradito molto le domande intelligenti e appropriate ricevute da  studenti, femmine e maschi, bene informati sui classici e appassionati allo studio delle opere. Sono molto contento anche del fatto che alcuni di loro mi hanno chiesto di inviare i parerga e paralipomena che ho potuto solo menzionare per via del tempo, del resto non breve.

Durante il viaggio di ritorno in treno ho letto sul settimanale D del quotidiano “la Repubblica” un aricolo di Concita De Gregorio che mi suggerisce un’altra aggiunta al tema di ieri.
Ebbene l’illustre giornalista, sempre “politicamente corretta”, torna sull’eterna ferinità del maschio nei confronti della donna. Da una parte tutte vittime, dall’altra tutti stupratori, almeno potenziali, comunque tutti bramosi di infliggere stupro. Secondo questo anatema degli uomini non esiste tra gli eterosessuali dei  due generi né  simpatia né confidenza né fiducia né amore: mai sentimenti buoni, sempre e per sempre  intenzioni cattive che sfociano spesso nella violenza più brutale e tutta da una parte per giunta.
La donna secondo l’esimia scrittrice non può girare vestita come le pare.
La minigonna ha avuto un significato rivoluzionario, ricorda Concita, e questo è vero. A parer mio però un significato molto più forte sta nel fatto che ora le ragazze vanno a scuola fino all’università quanto e più dei ragazzi. E  spesso somo più brave dei ragazzi. Lo dico per  esperienza di insegnamento dalle medie inferiori all’università.
Ma sentiamo le parole del canone ultrafemminista: “Sono passati più di cinquantanni, le piazze del mondo sono piene di ragazzine, cantano in piazza il diritto a vestirsi vome vogliono e noi siamo ancora qui a discutere se non sia una provocazione, invece”. Intende la minigonna nominata sopra
 Andiami avanti: “perché è chiaro che se liberi le gambe, la scollatura, le braccia, allora vuoi essere toccata. Ho sentito questa convinzione da uomini pubblici, direttori di giornali, l’ho letta nei loro editoriali”
Non sono specificati nomi e luoghi, dunque gli uomini sono tutti tali farabutti, a partire da quelli che hanno qualche potere.
Ma proseguiamo: “La convinzione è semplicissima : l’istinto predatore dell’uomo è insopprimibile. Non può controllarsi. Scatta alla vista dei centimetri di pelle nuda”.
Bastava scrivere pelle: se non è nuda non è nemmeno in vista. Questo per la precisione logica, ma è una piccolezza.
Poi: “ Perciò chi si scopre sta eccitando la bestia”
A questo punto devo rispondere all’egregia scrittrice ricordandole che cosa è umano. A parer mio, i mostri che violentano le donne non solo non sono umani ma non sono nemmeno uomini: non è che scatenano la bestia ma sono vere bestie feroci dalla testa ai piedi.
Il Suo, distinta signora, è razzismo anche di bassa lega. Un razzismo che distingue i generi, li assolve e li condanna in blocco a seconda di come sono fatti sotto l'ombelico invece di valutare l’interiorità delle singole persone e intendo l’anima, i sentimenti i pensieri, non le viscere.
Ci sono tante persone perbene tra le donne e perfino tra gli uomini.
Allora non tutti gli uomini hanno dentro la bestia pronta a scatenarsi. Alcuni uomini, magari non molti ma sicuramente più di uno, di dieci e di cento, hanno dentro tesori di sensibilità, delicatezza, cultura e addirittura del genio.
Costoro per fortuna trovano una corrispondenza fino a un travaso di anime-reciproco intendo- con donne simili a loro, cioè capaci di distinguere l’uomo umano da quello disumano, cioè dalla bestia.
In conclusione il razzismo che divide l’umanità in maschi bruti ferini e donne sbranate da tali mostri è disumano.
giovanni ghiselli

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