Orlando impazzisce, incisione di Gustave Doré |
Voglio associare, del tutto
arbitrariamente, questo anatema a quello dei cellulari.
Le armi da fuoco deprecate da
Guicciardini e da Ariosto
Nella Storia
d’italia Guicciardini punta l’attenzione sulla vera novità della
guerra: le armi da fuoco, trascurate da Machiavelli anche nell’Arte della guerra.
Guicciardini ne prova orrore e riprovazione
Chiama peste questa innovazione
trovata molti anni innanzi in Germania, poi i franzesi ne divennero i massimi
beneficiari.
“Questo più tosto diabolico che umano instrumento” (p. 85)
Anche Ariosto depreca la “scelerata e brutta invenzion”
Leggiamo due ottave dell'Orlando
furioso (XI, 26 e 27)
“Come trovasti, o scelerata e brutta
invenzion mai loco in uman core?
Per te la militar gloria è distrutta,
per te il mestier de l’arme è senza onore;
per te è il valor e la virtù ridutta,
che spesso par del buono il rio migliore:
non più la gagliardìa, non più l’ardire
per te può in campo al paragon venire
Per te son giti et anderan sotterra
tanti signori e cavalieri tanti,
prima che sia finita questa guerra,
che il mondo, ma più Italia ha messo in pianti;
che s’io v’ho detto, il detto mio non erra,
che ben fu il più crudele e il più di quanti
mai furo al mondo ingegni empi e maligni,
ch’imaginò sì abominosi ordigni.
Secondo me anche i cellulari sono “abominosi ordigni”
Prima che con le armi da fuoco, la guerra si faceva con il ferro, già
questo esecrato da Erodoto
Cfr. già Erodoto: “ejpi;
kakw'/ ajnqrwvpou sivdhro" ajneuvrhtai" (Storie, I, 68)
“La modernità, nel suo assetto
tecnologico più avanzato, sembra venire incontro ai nostri più grandi
intellettuali del tempo con il volto di un’invincibile ferocia”
(A. A. Rosa, Machiavelli e
l’Italia
Resoconto di una
disfatta
Einaudi, Torino, 2019, p. 218.
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