Quell’anno (1846) la questione del matrimonio di Tony con il “buon partito” Grünlich rimasta in sospeso per la renitenza della ragazza trattenne i Buddenbrook dal viaggio di piacere.
Insomma il matrimonio s’aveva da fare. Tony però ancora non cedeva: “Per carità, mamma!” diceva “Non lo posso soffrire!” Oppure diceva “Padre mio!” (invece di babbo) “Non darò mai il mio consenso!” (I Buddenbrook, III, 3, p. 68).
Fa venire in mente la fanciulla di Monza destinata al monacato cui cercav di opporsi, invano. In fondo monacato e matrimonio sono due forme analoghe di coazione dell’istinto.
Lo chiarisce l' Ars Poetica di Orazio:"Fuit haec sapientia quondam,/ publica privatis secernere, sacra profanis,/concubitu prohibere vago, dare iura maritis,/oppida moliri, leges incidere ligno" (vv. 396-399), un tempo la sapienza fu questa: separare la proprietà privata dalla pubblica, il sacro dal profano, impedire gli accoppiamenti sregolati, imporre i doveri ai coniugi, fondare città, incidere le leggi nel legno.
Leopardi non considera naturale il matrimonio monogamico se non per il periodo necessario alla prima crescita dei figli. Dopo è un’esigenza della società:"Giacchè la necessità del concubitu prohibere vago, non prova nulla in favore della società, perché anche gli uccelli si fabbricano il talamo espressamente e convivono con legge di matrimonio finché bisogna all'educazione sufficiente dei prodotti di quel matrimonio, e nulla più; e non per questo hanno società. Né la detta necessità, riguardo all'uomo, si estende più oltre di questo naturalmente, ma artifizialmente, e a posteriori, cioè posta la società, la quale necessita la perpetuità dei matrimoni, e la distinzione delle famiglie e delle possidenze"[1].
Bologna 5 aprile 2024 ore 10, 54 giovanni ghiselli
p. s.
Lunedì prossimo, 8 aprile, concluderò La montagna incantata e inizierò I Buddenbrook d T. Mann.
Sarò nella biblioteca Ginzburg di Bologna dalle 17 alle 18, 30.
Questo è il link per seguire on-line l'incontro
https://meet.google.com/dtq-ssvm-ewv?authuser=0
Vi aspetto
Saluti
giovanni ghiselli.
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