Ippolito intona un canto lirico 58-60, l'unico inserito da Euripide in un prologo.
Il principe chiede al coro accessorio dei cacciatori che lo accompagnano -coro;~ kunhgw`n –di seguirlo cantando Artemide celeste figlia di Zeus “cui stiamo a cuore”.
Dopo questi tre versi, i cacciatori seguitano il canto invocando la figlia di Latona e di Zeus –kavllista polu; parqevnwn- di gran lunga la più bella tra le vergini-66-
La verginità delle dèe
Si ricorderà che in Callimaco (Inno III ad Artemide) la dea ancora bambina - pai`~ e[ti-v. 5- chiede al babbo come primo di altri doni -dov~ moi parqenivhn aijwvnion, a[ppa, fulavssein- v. 6- quello di conservare la verginità per sempre.
Diventerà dunque una ragazza bellissima e rimarrà vergine per sua scelta. Senza tanti misteri, annunciazioni, prediche e imposizioni di tale esempio “miracoloso e meraviglioso” alle ragazze soltanto umane.
Questa figlia di Zeus, avendo scelto di non fare sesso, non ebbe figli, com’è naturale.
Con il cristianesimo diversi fatti perdono la naturalezza e si complicano. Mi pare un difetto di questa religione.
Per le ragazze e i ragazzi della mia generazione è stata parte di una pessima educazione sessuale. Ancora a 24 anni, nel 1968, dopo avere fatto l’amore sentivo delle fitte dolorose al cuore e dicevo: “questa volta la pago per tutte”. Poi mi facevo la barba e mi stendevo nel letto aspettando la morte che il buon Dio non mi inflisse. Forse secondo Lui non avevo commesso peccato.
Alla fine di questo anno d’oro della mia vita ero guarito da tale superstizioso terrore relativo al sesso..
Bologna 19 aprile 2024 ore 10, 15 giovanni ghiselli.
p. s
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