sabato 20 aprile 2024

Ippolito di Euripide V parte. La Parodo


 

 Parodo dell’Ippolito di Euripide vv. 121- 175.

Il coro di donne trezenie  canta i mali della regina e la compiange. Ha avuto notizie  di Fedra, la sua signora, da un’amica che lava le vesti purpuree nell’acqua del fiume poi le poneva sul dorso di una pietra ben soleggiata- ejpi; nw`ta pevtra~  eujalivou katevball j127.  128.

Non sono buone notizie

Consunta nel corpo la donna dolorosa sta dentro il palazzo nel letto della sua malattia-nosera`/  koivta/-131- e veli leggeri le ombreggiano la testa. Da due giorni non mangia il frutto di Demetra-  il pane- tenendo puro il corpo siccome vuole approdare al termine di morte, per una segreta pena- kruptw`/ pevnqei-139-, l’infelice La sofferenza cresce nella misura in cui la disgraziata non ne può parlare confidandosi con qualcuno.

Forse tu, o figlia,  vai errando  posseduta da un nume -e[nqeo~- da Ecate, o da Pan, o dai Coribanti o dalla madre montana Rea-Cibele. O ti struggi per colpe- ajmplakivai~- 146 verso Dictinna signora delle fiere, sei profana dai sacrifici mancati? Va e viene la dea anche attraverso la palude e oltre la terra sui vortici salsi del mare.

Ecate, Pan, Coribanti, Rea Cibele, Dictinna sono divinità oscure inquietanti: evocano un passato caotico, confuso che è rimasto nel sangue di Fedra, figlia di Pasife.  

Più avanti a Fedra torna in mente appunto l’infamia della ropria madre Pasife e la sciagura della derelitta sorella Arianna: “o disgraziata madre, quale amore amasti! (v. 337), quindi: “e tu misera sorella, sposa di Dioniso!” (v. 339). Ella si sente la trivth (...) duvsthno~ wJ~ ajpovllumai ”(v. 341), la terza sventurata, il terzo anello della catena pronta a morire.

Questo sentirsi anello di  una catena familiare lo abbiamo trovato nella ragazza Tony dei Buddenbrook che però ne è convinta e fiera. Fedra invece ne soffre e ne muore.

Un'altra ipotesi fatta dal coro è che la causa della pena della regina sia un concubinaggio nascosto al talamo della sposa- krupta; koivta- 155,  un altro  letto di Teseo che aveva già sedotto, usato e abbandonato  Arianna sorella di Fedra.

Altra ipotesi ancora è che sia giunto un navigante da Creta portando alla regina una voce- fhvman pevmpwn basileiva/ - 158 certamente qualche infame diceria che ha bloccato la vita di Fedra legandola a letto.

 

Si ricordi come Virgilio descrive la Fama: è un   monstrum horrendum  pieno zeppo di occhi, piume, lingue, bocche, orecchie (Eneide, IV, vv. 181-183),  è insomma una dea foeda (v. 195), una divinità oscena

 

L’ultima ipotesi è che Fedra soffra le doglie del parto

Cattiva e disgraziata impotenza –kaka; duvstano~ ajmhcaniva- 163 davanti alle doglie e al delirio  suole coabitare con la difficile conformazione delle donne.

Queste del coro ricordano i popri travagli dolorosi e l’invocazione rivolta alla celeste  Artemide protettrice dei parti e signora degli archi che è sempre venuta con altri dèi.

Nella chiusura della parodo la corifèa annuncia – ecco l’anziana nutrice- h{de trofo;~ geraiav- 170  che accompagna Fedra fuori dal palazzo.

Un cupo nembo si addensa sulle ciglia – stugno;n  d j ojfruvwn nevfo~ aujxavnetai- 172. Gli occhi, la parte più espressiva del corpo umano, manifestano dolore

Nell’Antigone di Sofocle la sorella timida giunge a una vera e propria trasfigurazione dolorosa:"kai; mh;n pro; pulw'n h{d j  jIsmhvnh,-filavdelfa kavtw davkruj eijbomevnh: -nefevlh d j ojfruvwn u{per aiJmatoven-rJevqo" aijscuvnei,-tevggous j eujw'pa pareiavn, ed ecco qua Ismene, davanti alle porte,/che versa giù lacrime di amore fraterno;/una nube sopra le ciglia sfigura/ il volto sanguinoso/bagnando la bella guancia. (vv.526-530).

 

La corifea dice che il suo animo brama di conoscere che cosa ha danneggiato il corpo della regina fino a mutarne il colore      

 

Bologna 20 aprile 2024 ore 19, 36 giovanni ghiselli

p. s.

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