“Tutto è pieno di Dei” secondo Talete[1] che avvertiva la presenza del Sacro. Oggi per la maggior parte delle persone il Sacro è un cadavere e non si vedono più nemmeno le tracce degli dèi spariti. Pochi cercano di rintracciarne le tracce. Alcune persone trovano certe vestigia del Sacro nell’Amore, poche altre nell’arte, mentre la maggioranza segue il proprio utile magari scrutando oziosamente i telefonini o affaccendandosi per danneggiare il prossimo. Gli artisti ancora toccati dalla grazia cercano di cogliere segni della sopravvivenza del Sacro. Tentano di opporsi alla sua latenza, il nascondimento della verità che pone la Vita al di sopra di tutti i falsi beni agognati a costo della rovina di popoli interi, di antiche culture e civiltà.
Senza il recupero di questa ajlhvqeia siamo avviati sulla strada della catastrofe.
Una tragedia già prefigurata dal cozzo tra la bellezza del cosmo e l’orrore dei massacri perpetrati quotidianamente da anni.
Uccisioni, devastazioni e rovine causate dai prodotti di una scienza abbrutita e santificata con tutte le distruzioni che provoca.
Le voci contrarie sono isolate e flebili: dobbiamo unirle per formare un coro capace di evocare un dies irae che susciti una mobilitazione tale da confutare i maledetti che si adoperano per scatenare la guerra di un nuovo olocausto contando di ricavarne potere e denaro.
Bologna primo aprile 2024 ore 19, 26 giovanni ghiselli.
p. s.
Statistiche del blog
All time1483079
Today180
Yesterday768
This month180
Last month18101
[1] E' una massima panteistica (pavnta qew'n plhvrh) attribuita a Talete (Aristotele, Sull'anima, 411a 8.
Nessun commento:
Posta un commento