A scuola
Argomenti
La censura del preside. La risposta "europeista" che lo |
mette a tacere. Visione della società all'inizio degli anni Ottanta. |
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Il ventitré aprile il preside Tangheri mi fece avere una nota |
minacciosa. Diceva che io non ero al ginnasio per insegnare |
cultura generale, ma italiano, latino, greco, storia e geografia. Gli |
risposi per iscritto che |
Il mio metodo educativo fa vedere e capire |
che la nostra cultura è tenuta viva dalla corrente sanguigna[2] della |
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civiltà greco-latina, ed è proprio l'antitesi dell'insegnamento generico.
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Le mie lezioni, continuavo, sono fondate su un lungo studio di autori che poi |
vengono spiegati a scuola e inquadrati nella letteratura europea la |
quale, da Omero in avanti, ha un'esistenza simultanea: il poeta |
sovrano infatti è presente in Virgilio e questo in Dante, Euripide in Seneca il quale rivive |
in Shakespeare con Plutarco, Petronio è presente in T. S. Eliot e |
così via, nell'ambito di una grande unità di intelletti[3] |
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che |
certamente sfugge a chi basa le sue lezioni sull'apprendimento |
mnemonico dei manuali, come i professori che piacevano a lui. |
In tale maniera replicai alla sua accusa, ispirata dalle dicerie dei |
colleghi, ed egli, come Cerbero tacque. Ma dal suo silenzio, e |
forse addirittura consenso, io non trassi conforto, poiché vedevo e |
prevedevo che la massa dei giovani si stava imbarbarendo, ossia |
non voleva acquisire le capacità più alte dell’intelletto umano. |
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Oramai i |
ragazzi erano in massima parte rimbecilliti e traviati dalla |
pubblicità di un sistema tanto ignorante quanto ladro e spudorato. |
Caduto ogni ideale tranne quello del successo a qualsiasi prezzo, |
agli studenti non importava più un fico della cultura considerata |
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ininfluente per la carriera, in una società dominata da affaristi che |
riservavano i posti migliori ai loro clienti. Tutto era lottizzato da boss |
circondati da schiere di cortigiane, adulatori e |
lenoni. Capacità, competenza, profondità di pensiero, precisione e |
finezza di eloquio, erano malfamati e derisi tanto dai nuovi |
padroni quanto dal volgo asservito. Con Aldo Moro si era quasi portato a compimento lo sterminio di |
una razza colta e antica. Mi sentivo stanco di studiare e |
insegnare in un ambiente dove la mia diversità dall'uomo medio |
che aspirava a fare denaro per trarne piacere, creava risentimento |
oramai non soltanto nel bestiame dei colleghi peggiori |
, ma anche in diversi ragazzi che, pur senza |
avermi sentito parlare, prestavano orecchio a chi sparlava di me. I |
miei ginnasiali mi difendevano, ma |
si trovavano isolati o |
addirittura colpevolizzati da certi docenti, e anche loro |
erano esausti dopo diversi mesi di quella nostra lotta perdente già |
in partenza: era probabile il fatto che, passati ad altri |
insegnanti, i miei allievi sarebbero stati puniti per avermi ascoltato: io parlavo |
male del regime , e combattevo in favore dell'educazione, della |
cultura, pur sapendo che era rischioso andare controcorrente, |
nuotare contro le onde della società e del tempo che si involgariva sempre |
di più. Provavo uno scoramento che si ripercuoteva nel rapporto |
con Ifigenia la quale non faceva niente per aiutarmi; anzi, |
questa mia stravaganza, passati i brevi momenti degli idilli campestri, le dava fastidio. Eppure era stata lei, due |
anni prima, a infondermi il santo coraggio di essere me stesso a |
qualsiasi costo, al di fuori dell'orda idolatra dei materialisti. Ma |
allora tale opposizione alla maggioranza non era del tutto uscita di |
moda. Gli anni Ottanta avevano portato i cattivi costumi del |
prevaricare appena possibile, della raccomandazione che scavalca |
la capacità, della falsità ben reputata, del raggiro che paga, del corrompere ed |
essere corrotto diventato un modus vivendi, una moda. Ifigenia stava per cadere nel vortice di questo |
sistema iniquo e inefficiente che avrebbe trascinato alla rovina |
tanti giovani privi di ogni protezione. Vedevo molti |
adolescenti comportarsi quali scimmie della pubblicità, o dei |
genitori cui premeva soltanto il denaro. Erano pochi oramai quelli |
che aspiravano al Bene e al Bello. I più si aggiravano in mezzo |
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alle tenebre nella prateria dell'errore dove si trovano odio, morbi |
raccapriccianti e putredine[4]
Pesaro 5 aprile 2024 ore 16, 43 giovanni ghiselli p. s. Statistiche del blog
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[2] Cfr. T. S. Eliot, Che cos'è un classico? trad. it. Bompiani, Milano, 1986 nel
volume T. S. Eliot, Opere, p.975: "il latino e il greco costituiscono la corrente
sanguigna della letteratura europea".
[3] Cfr. E. R. Curtius, Letteratura europea e Medio evo latino, trad. it. La Nuova
Italia, Firenze, 1992, p.22.
[4] Cfr. Empedocle, Poema lustrale, 109.
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