giovedì 5 settembre 2024

Ifigenia. Non mi piace comandare né essere comandato.


 

 

 

Il 9 aprile fu una giornata di caldo quasi estivo. Andammo in

bicicletta all'osteria di S. Pietro, quella delle due vecchiette

simpatiche. Ifigenia

era

gradevole, una grazia del cielo.

 

Ci

stendemmo  su un prato. Disse:"Sempre così dobbiamo stare

insieme: festosi e felici, in armonia e buona salute, nell'aria aperta

e ravvivata dal sole, come due amanti pagani". Pensavamo di

avercela fatta.

Il giorno dopo aggiunse:"Farò tutto quanto tu potrai volere da me.

Devi essere fiero e contento di questa offerta poiché con gli altri

invece io assecondo sempre il mio spirito di contraddizione". Mi

venne in mente Päivi che una sera remota 6

  mi aveva

 

detto:"Facciamo quello che preferisci tu". Io non osavo decidere,

per timore che la mia scelta non le fosse del tutto gradita, e glielo

dissi.

Allora la  madre mancata di mia figlia mi biasimò:"Sbagli a

rifiutare una facoltà che ho attribuito a te solo; io agisco e reagisco

contraddicendo i luoghi e le persone comuni. Ma tu non sei tale”.

 

Non ho mai amato esercitare

dominio sulle persone, ma ho sperimentato che una donna perde

un po’ della stima riposta nell'uomo, se questo non sa usare il

potere che lei gli concede sopra se stessa.

 

Il 14 aprile chiesi a Desdemona di commentare la nostra giornata

di amore e sangue mestruale: quella de 6 giugno del 1979. Volevo provare

a raccontarla per inserirla nel nostro romanzo. Scrisse:"Il sole, un

muro grigio, il sangue: l'accordo ".

 

Il 15 Stefania passò da Bologna. Andava a cercare emozioni

malate dal suo amante: Pompeo di Crevalcore, un cretino

semianalfabeta secondo lei stessa. Faceva un caldo precoce. La

vecchia amica era stremata e più commediante che mai. Pensavo

che, se avessi perduto Desdemona, io pure sarei diventato stanco e

vago di emozioni malsane: era il contatto giornaliero con la bella,

vivacizzante creatura a fare di me un uomo teso verso qualche

cosa di bello.

Il 16, tornato a casa di notte dopo un dì passato a Pesaro per confortare una zia,

 , trovai questo biglietto:

Nota

6

Eravamo nel 1974, a Debrecen.


 

 

 

"Amore mio, sono tanto felice di stare insieme a te perché tu sei

una gran brava persona e con il tuo esempio, la tua educazione mi

hai resa migliore. Oggi andando

in bicicletta su per la

"salitaccia" ti ho sentito profondamente come il padre mio

spirituale. Mi piace molto fare delle cose con te, e questa estate

spero che andremo insieme a Delfi, a pregare per il nostro

Destino. Ti amo tanto per come tu sei, per la tua diversità

profonda e umana, che è la tua forza e la mia. Sono felice. Spero

di rivederti assai presto e nell'attesa ti bacio. Ti adoro mio amore.

La tua fedele amante amata Desdemona ".

Meno di due mesi più tardi, l' istrione antico e  beffardo,

 il sarcastico guitto, il vecchio gradasso, l'avrebbe convinta che questi suoi

sentimenti e due anni e mezzo di vita con me, valevano meno che

copulare una volta sola con lui.

 

Pesaro 5 settembre 2024 ore 15, 24

 

p. s

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