giovedì 5 settembre 2024

I due compagnoni, gli spettri e Ifigenia

 


Argomenti

 La visita di  due compagnoni e la rievocazione

dell'Ungheria di

maniera. La decisione di non regredire

 

 

Il 24 aprile, all'uscita da scuola, trovai Alfredo e Fausto, due

vecchi compagni di Debrecen. Andammo a desinare insieme. Li

osservavo scherzare, li ascoltavo fare progetti sulla prossima

vacanza ungherese, partecipavo con simpatia alle rievocazioni di

episodi significativi  delle tante ferie estive passate insieme,

sentivo anche un poco di nostalgia delle avventure erotiche, degli

amori mensili con le Finlandesi, dell'Aranybika, dell'Egribikavér,

il sangue di toro di Eger, del tram numero Uno, del grande bosco

dalle querce profetiche, del laghetto con le ninfee, le rane canore e

il ponte di legno, dell'orto botanico dagli alberi strani, dello stadio

dove tante volte avevo spremuto le forze, in allenamento e pure in

gara davanti agli occhi di lei e di altre ragazze per salire nella loro considerazione; rimpiangevo la csárda di Hortobágy

dove i cembali e i violini degli zigani suonavano le danze

ungheresi di Brahms mentre sul ponte a nove arcate scendeva la

sera già densa di presagi autunnali .

 

Questa Ungheria di maniera, anche un poco falsa, che però a me

non dispiace7,

 destava risonanze dolci, echi pieni di affetti,

rimembranze care e desideri antichi, eppure, a quel punto, la mia

vita aveva preso una strada diversa dalla vecchia via non

malagevole passata tante volte per Debrecen: oramai mi ero

avviato sull'erto e arto cammino in salita dell'impegno serio nello

 

studiare e nell'educare i giovani. Non avevo più tempo da

dissipare in scherzi, bevute, amori a perdere. Dovevo fare qualche

cosa di grande, di egregio, per scuotere

gli adolescenti

dall'indifferenza morale e dall'ignoranza nella quale li stava

gettando il regime degli speculatori che pagavano governanti profittatori,

ignari di bellezza e cultura. Per fare questo dovevo amare una donna viva,

presente, reale, non un'apparizione mensile un idolo mandatomi dalla Finlandia per poche settimane. Le donne reali erano  tornate  là. Forse le avevo soltanto sognate.

 Ancora non disperavo

che una figura non solo spettrale potesse essere Ifigenia stessa. Comunque gli

amori feriali, le femmine umane apparse e sparite come meteore

7

Cfr. G. Gozzano, Paolo e Virginia, vv. 28-29.

 

.


 

 

 

nel cielo sopra la puszta, le donne fantasma, materia di sogni e

ricordi ormai vani, o peggio, di rimpianti e rimorsi, vani pascoli

che fanno camminare retrogradi gli spiriti sisoccupati, non mi

interessavano più. Tornare a Debrecen con quei due compagnoni

 in cerca di altre avventure sarebbe stata regressione e

follia. Ma questo  pensiero lo tenni per me.

 

Pesaro 5 settembre 2024 ore 17, 20 giovanni ghiselli

p. s

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