venerdì 6 settembre 2024

Ifigenia e Antigone.


 

La gita del primo maggio. Il floscio padre di famiglia. Sofocle

come antidoto al veleno pubblicitario.

 

Il primo maggio andammo a Firenze per cambiare aria e vedere i

bronzi di Riace. Quando arrivammo però la sala dell'esposizione

era già chiusa. Ci eravamo attardati per strada. Durante il viaggio

Ifigenia parlò poco: disse che le donne generalmente vengono

considerate esseri inferiori dai maschi poiché questi per tutta la

vita ammirano il padre e lo imitano quale modello supremo, anche

quando è un paradigma di stupidità.

"Floscio padre di famiglia "1

, mi venne in mente.

Anzi, i pochi uomini liberi e capaci di pensare con la propria

testa, continuò la ragazza, sono quelli cresciuti senza l'ombra cupa

e opprimente della

figura paterna.

 

Leonardo, Mosé, Romolo, Ciro e altri del genere. L'eroe spesso è

un ragazzo sopravvissuto alla malevolenza di un consanguineo

adulto. Questa fu l'unica osservazione, se vogliamo interessante,

sebbene già sentita da Freud, comunque proprio la sola che

 fece nell'intera giornata.

Tanto che

la sera

pensai:"colei sciocca del tutto non è, ma tanto meno è generosa".

A Firenze non disse parola, e lungo la via del ritorno, su e giù per

la ripida Futa, leggeva le parole scritte nei cartelloni pubblicitari

piantati sui margini fioriti della strada tortuosa. Parlava con voce

affettata. Oramai non voleva più apparire diversa da quella che

era: una commediante, anzi una guitta pubblicitaria. Per non

riceverne troppo dolore, decisi di sganciarmi da quella situazione

penosa

fissando l'attenzione su qualche

cosa

di bello, di

interessante, di lontano da quella. Mi vennero in mente alcuni versi

dell'Antigone che stavo ritraducendo e commentando. Poteva servire anche a lei.

Era un altro compito che mi ero fatto assegnare: mi aveva

motivato con una lusinga, dicendo che  io soltanto sapevo tradurre i

tragici greci in maniera da renderli vivi e recitabili. Quel

Nota

1

Cfr. J. Joyce, Ulisse, trad. it. Mondadori, Milano, 1975, p. 119. Leopold Bloom

mentre fa il bagno" vedeva gli scuri riccioli arruffati del pube fluttuanti,

fluttuante chioma della corrente attorno al floscio padre di famiglia, languido

fiore fiottante".


 

 

172

pomeriggio però la ragazza gracchiava, ignara dell'eroica fanciulla

di Sofocle. Continuava ad assordarmi con ripetute letture enfatiche

di scritte come"bevete Coca Cola "  e altre schifezze del genere.

Se almeno l’avesse confutata con “Ottima è l’acqua” di Pindaro, me ne sarei consolato.

 

Per difendermi, utilizzavo alcuni versi del mio autore che lì per lì

mi aiutava a isolarmi dall'istriona strepitante nel vuoto, e mi

incoraggiava a intraprendere la via della solitudine per scrivere

questo romanzo. Lettore, voglio proporre anche a te alcuni versi

di Sofocle, siccome penso che costituiscano un antidoto al

veleno della pubblicità sempre presente nella vita di tutti, e

assimilati, possano diventare una forza capace di aiutare la tua

parte migliore.

 I versi 29 e 30 dunque dicono:"lasciarlo senza

lacrime, senza sepolcro, dolce tesoro/

per gli uccelli che lo

fissano in vista dell piacere del pasto "2.

Come fanno gli obesi quando vedono arrivare piatti o vassoi stracolmi.

“Tali-pensavo- quali avvoltoi, sono i malevoli verso lo spirito

umano, quelli che aspettano un suo indebolimento per abolirlo e

inghiottire i cadaveri degli uomini mentalmente accecati. Costei

mira a renderti malato e spregevole; stai attento perché se ci

riesce, dopo si sentirà giustificata del successivo annientamento

con il quale ha deciso di fartela pagare. Infatti neanche tu sei

incolpevole. Ma sei addolorato e vuoi rimediare; questa invece

vuole distruggere l'immagine e la sostanza umana che cerchi di

costruire in entrambi.

 

"Dopo avere compiuto un’illegalità santa "3,

ricordai.

 

“Quando

agisco contro la stupidità, l'ipocrisia o la violenza degli uomini,

pur se questi hanno la preponderanza materiale o l'iniquità legale

per soverchiarmi, faccio comunque qualcosa di buono ed

esemplare per l'anima dei giovani desiderosi del bene. Devo avere

il coraggio di continuare a onorare Dio e la Giustizia contro i

luoghi comuni empi dei più, anche da solo: questa, che adesso

recita gli imperativi subdoli o perentori dei venditori astuti, in due

anni e mezzo mi ha isolato da tutti, e ora mi sta respingendo

lontano da sé”, pensavo

Bote

2

"

eja'n d j a[klauton, a[tafon, oijwnoi'" gluku;n-qhsauro;n eijsorw'si pro;" cavrin

bora'"

".

3

"

 o{sia panourghvsas j" Antigone, v.74

 

.


 

 

 

"Poiché è più lungo il tempo nel quale devo piacere ai morti che

ai vivi "4, continua il poeta.

 "In effetti, piacere alla gente usuale, ai

presunti vivi che mi giudicano stolto e cattivo per il fatto che

studio i classici, mi piace educare gli adolescenti, amo il sole e la vita,

non mi interessa", pensai.

Intanto Ifigenia non si lasciava sfuggire nessuna delle scritte

che vedeva lungo la strada: le declamava tutte, stolta e beata,

credendo di recitarle con arte. Io continuavo ad amare l'eroica

ragazza di Sofocle, considerandola l'antitesi della disgraziata

fanciulla che pure, soltanto due anni prima aspirava alla giustizia e

alla bellezza anche lei, povera creatura.

"Hai il cuore caldo per dei cadaveri gelati "5.

"Sì, se costei continuerà a gelarmi l'anima comportandosi in

maniera tanto ingenerosa e abbietta, dovrò scaldarmi  scrivendo la

storia degli amori remoti e sepolti, il cui ricordo però attizza la

fiamma del cuore, altrimenti ghiacciato da questa istriona

, vile mima della pubblicità che insulta il pudore".

"Ma so di essere gradita a quelli cui soprattutto bisogna che io

piaccia "6

.

"Ecco la sintesi del mio atteggiamento, anzi della mia essenza di

uomo

diverso. Anche io devo trovare il coraggio di non

frequentare i cretini, i disonesti, e la fierezza di piacere soltanto ai

buoni intelligenti".

Intanto eravamo arrivati alla periferia di Bologna.

"Se pure ce la farai, ma sei innamorata dell'impossibile "7.

"Devo incontrarne una buona, generosa, leale, oppure stare solo.

Comunque basta di questa. Ce n'è stata abbastanza di commedia e

di pubblicità". Ifigenia voleva diventare

una nuova Ingrid Bergman. " Tutt'al più come Solvi Stuzing può

diventare". Era una tedescona bionda e formosa negli anni

4

"

ejpei; pleivwn crovno"-o{n dei' m j ajrevskein toi'" kavtw tw'n ejnqavde

",

Antigone,

vv.74-75.

5

"

qermh;n ejpi; yucroi'si kardivan e[cei"

",

Antigone, v.88.

6

"

ajll joi\d j ajrevskous j oi|" mavlisq j aJdei'n me crhv

",

Antigone, v.89.

7

"

eij kai; dunhvsh/ g j ajll j ajmhcavnwn ejra/'"

", Antigone, v.90. Compilando queste

note mi accorgo che dai versi citati manca il 523 quello più significativo

dell'amore umanistico di cui infatti ero carente:"

ou[toi sunevcqein, ajlla;

sumfilei'n e[fun

", non sono fatta per condividere l'odio, ma l'amore.


 

 

 

Sessanta. Diceva:"Bevi Peroni, sarò la tua birra". Questa era

bruna, ma si stava avviando verso esiti altrettanto insulsi.

"totum illud formosa nego: nam nulla venustas,/ nulla in tam

magno est corpore mica salis "8

.

"E sì che le ho insegnato tante cose nobili, compresa la poesia di

Sofocle che sto traducendo, anche per aiutarla.

 Invece di rifletterci sopra, imparerà  a memoria la mia

traduzione. Oramai è cieca e sorda alla bellezza e all'eroismo. E

non è più colpa mia. Da novembre in avanti, sono stato buono,

fedele e giusto con lei"9

.

Finamente arrivammo a casa sua dove ci separammo. Così andò il

triste primo maggio del 1981.

Note

8

Catullo, 86, vv.3-4, quel "bella" nel complesso lo nego: infatti non c'è

grazia,/non c'è in un corpo tanto grande un granello di sale.

9

Cfr. Shakespeare, Giulio Cesare, III, 2:"He was my friend, faithful and just to

me", egli era mio amico, fedele e giusto verso di me.

 

Pesaro 6 settembre 2024 ore 11, 37 giovanni ghiselli

p. s.

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