14 giugno, domenica. I grandi dolori insegnano grandi cose e non |
vanno evitati. |
Il tw'/ pavqei mavqo" |
di Eschilo20 è vero, e anche la ferita che fiorisce in tanta luce di Hesse21. |
Ifigenia mi ha dato |
l'occasione per scendere nelle profondità della mia anima, per |
indagare me stesso: |
“ejdizhsavmhn ejmewutovn”22 |
come Eraclito.
|
Per il famoso in fondo non provo rancore: è un vecchio in cerca di |
riscontri della propria vitalità, uno anche simpatico. In fondo con il suo intervento ha sciolto un nodo intricato quanto quello di Gordio: Alessandro Magno tagliò con un colpo ogni intreccio insolubile e disse: “Nihil interest quomŏdo solvantur” (Curzio Rufo, III, 1, 18) Se sono più |
intelligente e morale e vitale di quell’attore stremato sulla strada del tramonto , dagli imbrogli di questa notte posso |
trarre di più di quanto ha preso lui da Ifigenia. E' giunto il momento di una maggiore profondità e |
incisività in tutto quello che faccio. E' finito il tempo di fare "solo" |
belle lezioni scolastiche. |
15 giugno 1981 ore 14. Ultimo giorno di scuola e fine con |
ifigenia. E' durata esattamente i tre anni del mio ginnasio. L'aveva |
messo in conto, e forse anche io. Una Debrecen lunga tre anni.
Note |
20 |
Attraverso la sofferenza, la comprensione. Eschilo, Agamennone, v. 177. |
21 |
In Siddharta, trad. it. Adelphi, Milano, 1975, p.135. |
22 |
Ho indagato me stesso. |
246 |
Poco fa ci siamo congedati: Búcsú est23. Era molto carina e |
commossa: quasi quanto le finniche sui treni azzurri che le |
riportavano ai laghi azzurri. Quelle piangevano; Ifigenia ha |
detto di sperare che un giorno potremo tornare insieme. |
Tutte scene. Per me non è più tempo di recitare: adesso devo scrivere il mio capolavoro. |
Cominciare dai giorni radiosi del '78, anno di tanti rapporti |
umani vivaci, dieci o giù di lì, e arrivare a questo |
giugno doloroso, non solo per me credo, facendo incursioni nel |
passato, fino agli anni Sessanta, anche Cinquanta quando mi innamorai di Paloma a Moena poi di Marisa a Pesaro. Dare vita eterna alle donne che ho amato, anche a quelle che non hanno contraccambiato come queste due bambine me bambino. Mi hanno insegnato comunque quello che non si deve fare da innamorati. Ora che di amori ne ho vissuti diversi, devo scrivere |
perché Ifigenia me ne crede capace, e per trarre qualche cosa di buono , di bello |
da tanto dolore. Non devo trarre fumo dallo splendore ma luce dal fumo come prescrive Orazio: "non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem", Ars poetica, v. 143), e cogliere l’essenziale:"semper ad eventum festinare et in medias res/non secus ac notas auditorem rapere, et quae/despero tractata nitescere posse, relinquere "cfr. vv. 148-150), sempre affrettarsi al risultato e trascinare l'uditore nel centro degli eventi non altrimenti che se fossero noti, degni di essere conosciuti, e quello di cui dispero che trattato possa brillare, tralasciarlo. Trarre immagini luminose dal buio di questo |
tempo peggio che brutto: squallido e insignificante. Pesaro 10 settembre 2024 ore 8
Nota |
23 |
Sera dell'addio, l'ultima del mese di Debrecen. |
Pesaro 9 settembre 2024 ore 11, 02 giovanni ghiselli
p. s.
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