Un ragazzo di 17 anni ammazza madre padre e fratellino. “Mi sentivo a disagio” ha detto. Ha aggiunto che lo opprimevano. Un vicino di casa intervistato ha dichiarato che era un ragazzo “normale” di una famiglia felice, anzi “felicissima”.
Quanto è di moda diventa “normale”. Il fatto è che si confonde normale con usuale.
Normale dovrebbe essere l’amore o almeno la simpatia reciproca, l’aiuto vicendevole tra gli umani. Sempre più usuale invece è la violenza degli Stati malati e delle persone bacate. Ora c’è la normalità del male.
C’è sempre stata in qualche misura.
Quando ero bambino e ragazzo molti mi consideravano “anormale” perché studiavo ed ero bravo a scuola. Più avanti perché amavo le donne e non mi sposavo, non mettevo su una famiglia felice, felicissima anzi.
Ora perché sto dalla parte dei poveri e degli oppressi.
Mi pregio di non essere usuale, di non seguire le mode, di non dare retta né ascolto alla pubblicità del male.
Sono convinto che opprimere è un male più grande che essere oppresso. Del resto oggi i due termini sono confusi e chi opprime e ammazza dice di essere lui l’oppresso. Come ha fatto il diciassettenne autore della strage dei suoi.
Pesaro 2 settembre 2024 ore 8, 57 giovanni ghiselli
p. s.
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