Ieri sera ho visto Limonov, un film che, non privo di confusione, rappresenta infatti una vita caotica, piena di contraddizioni, di trasgressioni esibite, di cadute nella polvere e risalite fino al mettersi in vista del personaggio.
Un individuo antisistematico, contraddittorio in sé e segno di contraddizione.
Mi ha fatto venire altri uomini più antisistema di lui. Questi vengono ammazzati dal sistema se minacciano di cambiarlo senza riuscirci. Il protagonista di questo film subisce solo qualche anno di galera e pure degli applausi.
Voglio ricordare degli antisistema ben più grandi di questo untorello.
Cristo prima di tutti che voleva portare in pradiso i poveri escludendone i ricchi. Il sistema non poté perdonarlo. Expedit ut unus moriatur homo, sentenziò il gran sacerdote Caifas.
Poi Gesù è stato riabilitato, addirittura divinizzato, ma soltanto verbalmente e ipocritamente, non certo nei fatti della vita reale.
Anche Giulio Cesare è stato un antisistema che non si è cautelato e il sistema l’ha ucciso. Aveva condonato gli affitti a tanti poveri di Roma.
Poi Nerone: aveva danneggiato i ricchi che possedevano le monete d’oro svalutandole.
Lenin poi Stalin sono riusciti a cambiare il sistema ma il cambiamento è durato non più di un cinquantennio e il sistema vincente ora condanna tale tentativo come il maggior male subito dall’umanità.
A modo loro e per certi aspetti anche i fratelli Kennedy sono stati degli antisistema e sono stati uccisi come i due tribuni della plebe nella Roma del secondo secolo a. C, i fratelli Gracchi figli di una figlia di Scipione Africano, quello dell’elmo di Scipio.
Un altro antisistema vittima del sistema è stato P. P. Pasolini nel 1975, un altro ancora aldo Moro nel 1978: expedit ut unus moriatur homo ha ripetuto la classe politica quasi all’unisono. Li ricordo con affetto.
Limonov non è stato ucciso perché non aveva la possibilità di cambiare nulla: si limitava a esibirsi e provocare i benpensanti per vendere alcune copie dei suoi libri.
Di fatto era innocuo e al sistema è bastata una sanzione non troppo pesante per avvisarlo.
Oggi mi chiedo perché ci sia qui in Italia un coro folto e compatto che fa un tifo da stadio contro Trump. Temono che anche questo anziano candidato tolga qualche cosa ai privilegiati del sistema.
Dicono e ripetono che non vincerà ma non ne sono sicuri e ne hanno paura. Si è pure cercato di ammazzarlo due volte. Ma il vecchio si premunisce e finora è scampato. Io non credo che voglia davvero cambiare il sistema, ma penso che negli Stati Uniti piaccia agli scontenti dell’establishment da lui criticato, e non saranno pochi quanti voteranno. Questa è la verità oggettiva, indipendente dai miei gusti. La devo a voi che mi leggete, sebbene sappia che scrivere come stanno davvero le cose contraddicendo i luoghi comuni crea dei nemici e può danneggiarmi
Pesaro 17 settembre 2024 ore 10, 04 giovanni ghiselli
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