martedì 10 settembre 2024

Ultima scena -interno notte- poi il Congedo.


 

Andammo a casa mia, questa è proprio l'ultima scena, ci

spogliammo ancora una volta, ci ritrovammo nudi e bramosi nel

letto, e facemmo l'amore con gusto. Forse avremmo trovato un

nuovo equilibrio, da istrioni quali eravamo entrambi, nei ruoli

moderni di amanti non possessivi o amanti-amici che dire si

voglia. Oppure in quelli di Musa-poeta.

Durante una pausa, mi domandai quando avrei incontrato una

donna autentica che avrebbe consentito anche a me di non recitare.

Me lo domando anche oggi, iam

senior,  sed cruda mihi viridisque senectus 6 .

 

Quando ver veniet meum ? 7.

 

Dopo eravamo allegri. Come la prima volta che avevamo fatto

l'amore, nel novembre de '78, forse anche di più, perché nel

frattempo le cose erano diventate più chiare.

Verso l'una, tardi ma non tanto da compromettere il lavoro della

mattina seguente, la riportai a casa sua e tornai nella mia dove per

anni avrei dovuto scrivere il capolavoro facente epoca. Poi si

sarebbe visto. Non c'era fretta. Il ritardare appunto è epico. Misi la

sveglia alle nove per correggere la prima e iniziare la seconda

pagina di questo grande lavoro, fiume epico che sta sfociando nel

mare dopo 43  anni. Nel pomeriggio sarei andato a scuola per

gli scrutini, quindi in bicicletta sul monte Donato, oppure a correre

i cinquemila metri al campo sportivo Baumann. La sera sarei

Note

6

Cfr. Eneide, VI, 304, già piuttosto vecchio, ma gagliarda e verde la mia

vecchiaia. Nell’Eneide si tratta di Caronte (deo invece di mihi), il traghettatore

infernale

 

7

 Cfr. Pervigilium Veneris, v. 89, quando verrà la mia primavera?


 

 

 

tornato a prendere Ifigenia per rivedere con lei quanto avevi scritto, ripassare

l'Antigone, cercare un poco di fresco e fare l'amore.


 

Congedo.

Mi congedo da quanti hanno letto questa mia lunga lezione scritta,

rispondendo ad alcuni dubbi che essa può avere suscitato.

Ovviamente devo scrivere anche le domande presunte.

 

Prima domanda:"A chi dedico1

 quest'opera mia nel momento in

cui la concludo?"

A tutte le persone che me l'hanno ispirata e vi sono presenti. Alle

amanti, le consanguinee, i consanguinei, le alunne, gli alunni, le

amiche, gli amici, i conoscenti vivi nella mia mente in questi

decenni passati scrivendo e pensando a quanto dovevo

scrivere. In particolare però  alle donne che hanno creduto in me

incoraggiandomi prima a vivere poi a scrivere:"namque vos

solebatis meas esse aliquid putare nugas "2

.

Seconda domanda:"Quale delle

femmine umane presenti qua

dentro, diverse donne grazie a Dio, e donne diverse, quale ho

amato di più?

Quella che considera se stessa la più amata di tutte.

 

Terza domanda.

Perché ho raccontato una storia prevalentemente amorosa? I

malevoli ignoranti anzi

la definiranno pornografica, oscena,

perché racconto i baci e li conto 3

 Costoro non si intendono di letteratura , né di

bellezza. Chi non è completamente cretino o corrotto  sa bene che

il nostro romanzo tratta soprattutto di amore, ma anche di

educazione, sia mentale sia fisica, di scuola, di morale, di natura, e

di politica.

 

Perché ho messo per ultimo l'elemento politico?

Perché la politica nel nostro paese non è più decisa dalla maggioranza degli aventi diritto al voto e non si adopera per il bene comune.

La distanza tra il palazzo e la piazza è cresciuta di molto rispetto a quella denunciata da Guicciardini4

 

 

 

Note

1

Cfr. Catullo, Carmi,  1, v.1.

2

Infatti voi eravate soliti pensare che le mie bagattelle valessero qualcosa. Cfr.

Catullo, Carmi ,  1, vv. 3-4.

3

Cfr. Catullo, Carmi, 5, 7-10:"Da mi basia mille, deinde centum,/dein mille

altera, dein secunda centum,/deinde usque altera mille, deinde centum, dein, cum

milia multa fecerimus….", dammi mille baci, poi cento, poi altri mille, poi ancora

cento, poi senza fermarti altri mille poi cento, poi, quando ne avremo sommate

molte migliaia…

4Spesso tra il palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l'occhio degli uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa o della ragione perché lo fa, quanto delle cose che fanno in India" (Ricordi, 141).

 


 

 

 

Gli arcana imperii sono sempre più segreti e il quidam de populo può parlare

consapevolmente soltanto di pochi fatti di cui ha esperienza.

Altri però può pensarli, dedurli o immaginarli. Il pensiero e l’immaginazione non possono essere

annientati senza annichilire l'umanità. Nonostante tutto sono

rimasto ottimista come mi vedeva Päivi ;  sono convinto che le

 

donne e gli uomini, come disse Elena , non siano soltanto

 

materia, e credo che l'anima di tutte le cose sia il bene, che tutto

tenda al bene. Infatti se il male potesse prevalere, l'umanità si

sarebbe già estinta, e io non avrei scritto questo romanzo per

amore dell'umanità.

 

Pesaro 10 settembre 2024 ore 17, 13

 

Il romanzo è finito. Ora devo procedere con il montaggio delle scene dall’agosto del 1974 dove termina il precedente Tre amori a Debrecen  uscito lo scorso ottobre, a questa conclusione della storia di Ifigenia. Poi cercherò un editore se non sarà un editore a cercare me. In molti del resto mi avete già letto sul blog

 

p. s.

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