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Andammo a casa mia, questa è proprio l'ultima scena, ci |
spogliammo ancora una volta, ci ritrovammo nudi e bramosi nel |
letto, e facemmo l'amore con gusto. Forse avremmo trovato un |
nuovo equilibrio, da istrioni quali eravamo entrambi, nei ruoli |
moderni di amanti non possessivi o amanti-amici che dire si |
voglia. Oppure in quelli di Musa-poeta. |
Durante una pausa, mi domandai quando avrei incontrato una |
donna autentica che avrebbe consentito anche a me di non recitare. |
Me lo domando anche oggi, iam |
senior, sed cruda mihi viridisque senectus 6 . |
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Quando ver veniet meum ? 7. |
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Dopo eravamo allegri. Come la prima volta che avevamo fatto |
l'amore, nel novembre de '78, forse anche di più, perché nel |
frattempo le cose erano diventate più chiare. |
Verso l'una, tardi ma non tanto da compromettere il lavoro della |
mattina seguente, la riportai a casa sua e tornai nella mia dove per |
anni avrei dovuto scrivere il capolavoro facente epoca. Poi si |
sarebbe visto. Non c'era fretta. Il ritardare appunto è epico. Misi la |
sveglia alle nove per correggere la prima e iniziare la seconda |
pagina di questo grande lavoro, fiume epico che sta sfociando nel |
mare dopo 43 anni. Nel pomeriggio sarei andato a scuola per |
gli scrutini, quindi in bicicletta sul monte Donato, oppure a correre |
i cinquemila metri al campo sportivo Baumann. La sera sarei Note |
6 |
Cfr. Eneide, VI, 304, già piuttosto vecchio, ma gagliarda e verde la mia |
vecchiaia. Nell’Eneide si tratta di Caronte (deo invece di mihi), il traghettatore |
infernale
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7 |
Cfr. Pervigilium Veneris, v. 89, quando verrà la mia primavera? |
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tornato a prendere Ifigenia per rivedere con lei quanto avevi scritto, ripassare |
l'Antigone, cercare un poco di fresco e fare l'amore. |
Congedo. |
Mi congedo da quanti hanno letto questa mia lunga lezione scritta, |
rispondendo ad alcuni dubbi che essa può avere suscitato. |
Ovviamente devo scrivere anche le domande presunte.
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Prima domanda:"A chi dedico1 quest'opera mia nel momento in |
cui la concludo?" |
A tutte le persone che me l'hanno ispirata e vi sono presenti. Alle |
amanti, le consanguinee, i consanguinei, le alunne, gli alunni, le |
amiche, gli amici, i conoscenti vivi nella mia mente in questi |
decenni passati scrivendo e pensando a quanto dovevo |
scrivere. In particolare però alle donne che hanno creduto in me |
incoraggiandomi prima a vivere poi a scrivere:"namque vos |
solebatis meas esse aliquid putare nugas "2 . |
Seconda domanda:"Quale delle |
femmine umane presenti qua |
dentro, diverse donne grazie a Dio, e donne diverse, quale ho |
amato di più? |
Quella che considera se stessa la più amata di tutte.
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Terza domanda. |
Perché ho raccontato una storia prevalentemente amorosa? I |
malevoli ignoranti anzi |
la definiranno pornografica, oscena, |
perché racconto i baci e li conto 3 Costoro non si intendono di letteratura , né di |
bellezza. Chi non è completamente cretino o corrotto sa bene che |
il nostro romanzo tratta soprattutto di amore, ma anche di |
educazione, sia mentale sia fisica, di scuola, di morale, di natura, e |
di politica.
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Perché ho messo per ultimo l'elemento politico? |
Perché la politica nel nostro paese non è più decisa dalla maggioranza degli aventi diritto al voto e non si adopera per il bene comune. La distanza tra il palazzo e la piazza è cresciuta di molto rispetto a quella denunciata da Guicciardini4
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Note |
1 |
Cfr. Catullo, Carmi, 1, v.1. |
2 |
Infatti voi eravate soliti pensare che le mie bagattelle valessero qualcosa. Cfr. |
Catullo, Carmi , 1, vv. 3-4. |
3 |
Cfr. Catullo, Carmi, 5, 7-10:"Da mi basia mille, deinde centum,/dein mille |
altera, dein secunda centum,/deinde usque altera mille, deinde centum, dein, cum |
milia multa fecerimus….", dammi mille baci, poi cento, poi altri mille, poi ancora |
cento, poi senza fermarti altri mille poi cento, poi, quando ne avremo sommate |
molte migliaia… 4“Spesso tra il palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l'occhio degli uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa o della ragione perché lo fa, quanto delle cose che fanno in India" (Ricordi, 141).
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Gli arcana imperii sono sempre più segreti e il quidam de populo può parlare |
consapevolmente soltanto di pochi fatti di cui ha esperienza. |
Altri però può pensarli, dedurli o immaginarli. Il pensiero e l’immaginazione non possono essere |
annientati senza annichilire l'umanità. Nonostante tutto sono |
rimasto ottimista come mi vedeva Päivi ; sono convinto che le |
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donne e gli uomini, come disse Elena , non siano soltanto |
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materia, e credo che l'anima di tutte le cose sia il bene, che tutto |
tenda al bene. Infatti se il male potesse prevalere, l'umanità si |
sarebbe già estinta, e io non avrei scritto questo romanzo per |
amore dell'umanità. |
Pesaro 10 settembre 2024 ore 17, 13
Il romanzo è finito. Ora devo procedere con il montaggio delle scene dall’agosto del 1974 dove termina il precedente Tre amori a Debrecen uscito lo scorso ottobre, a questa conclusione della storia di Ifigenia. Poi cercherò un editore se non sarà un editore a cercare me. In molti del resto mi avete già letto sul blog
p. s.
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