martedì 3 giugno 2025

Seneca Epistola 11. Certi segnali del corpo come il rossore non sono dissimulabili né simulabili. C'è anche chi non arrossisce mai.


 

 

Quidquid infixum et ingenitum est lenītur arte, non vincitur (1)

Ciò che è impresso e connaturato si attenua con l’impegno, non lo si debella.

Possiamo trovare difficoltà per il sudor il sudore che gronda davanti a un pubblico come se fossimo accaldati;  ad alcuni in procinto di parlare tremano le ginocchia quibusdam tremunt genua dicturis,  

quorundam dentes colliduntur,  i denti di certuni battono,

lingua titŭbat, la lingua balbetta, le labbra si urtano,  labra concurrunt (…) in  certi momenti natura vim suam exercet (2)  la natura fa valere la sua forza e la fa sentire anche ai più forti.

Inter haec esse et ruborem scio, qui gravissimis quoque viris subitus adfundĭtur  (3) tra questi inconvenienti so che c’è anche il rossore che si diffonde all’improvviso anche sugli uomini più seri.

 Artifices scaenici qui imitantur adfectus qui metum et trepidationem exprĭmunt, qui tristitiam repraesentant hoc indicio imitantur verecundiam: deiciunt vultum, verba summittunt, figunt in terram oculos et deprĭmunt, gli attori che imitano i sentimenti, che manifestano la paura e la trepidazione, che rappresentano la tristezza, imitano il ritegno con questa indicazione: chinano lo sguardo, abbassano il tono, fissano gli occhi a terra, e li socchiudono. Tuttavia ruborem sibi exprimere non possunt; nec prohibetur hic nec adducitur. Nihil adversus haec sapientia promittit, nihil proficit: sui iuris sunt, iniussa veniunt, iniussa discedunt (7) non possono togliersi il rossore, questo non si lascia proibire né convocare.

Niente la saggezza garantisce contro questi segni del corpo, a niente giova: hanno regole  loro, vengono e vanno via senza ricevere ordini.

 Epicuro consiglia di avere un modello sotto gli occhi.

 Dunque Elige Catonem, scegli Catone  si tibi hic videtur nimis rigidus, elige remissioris animi Laelium  e se questo ti pare troppo severo scegli Lelio di carattere più mite. Catone è il censore del 184,  Lelio che fu console nel 140 è il sapiens amico di Scipione Emiliano.

 Ci vuole un modello: nisi ad regulam, prava non corriges, Vale

Se non seguirai una norma, non correggerai le cattive inclinazioni.

 

Un breve commento. Alcuni non arrossiscono mai.

Ieri sera vedevo una trasmissione televisiva con alcuni personaggi, sempre i soliti che pontificavano sul caos di Garlasco. Il moderatore era Giletti.

Tranne il vecchio avvocato Massimo Lovati che era piuttosto naturale e sommesso, gli altri avevano tutti una maschera che  doveva manifestare l’ovvietà dei sentimenti di condanna o di comprensione o di compassione in una vicenda ingarbugliata dove non c’è niente di ovvio e tutto va visto con spirito critico. Il più mascherato era il conduttore che voleva mostrarsi a tratti stupito, talora indignato, talaltra indulgente. L’avvocato di Stasi poi si atteggiava a uomo superiore che sa tutto e ha capito tutto e manifestava un certo compatimento per chi adduceva fatti e circostanze discordanti dalle sue affermazioni categoriche.

Nessuno che si vergognasse e diventasse rosso per i tromboni suonati  e gli accertamenti proclamati.

Bologna 3 giugno 2025 ore 19, 23 giovanni ghiselli

p. s.

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