venerdì 17 febbraio 2023

Grassofobia è odio? No: è nosofobia

Voglio osare una denuncia

 

Un titolo fuorviante e pericoloso  nel quotidiano “la Repubblica” del 16 febbraio (p. 24)

 

Femminismo e non solo

Grassofobia è odio

di Linda Laura Sabbadini

 

Femminismo è già fuorviante. L’igrassamento da qualche tempo riguarda più i maschi che le femmine le quali in maggior numero hanno giustamente maggiore cura e rispetto del proprio aspetto: dalle bambine alle anziane

Grassofobia non ha niente a che vedere con l’antifemminismo: è anzi nosofobia siccome il soprappeso deriva dal bisogno compulsivo di riempire un vuoto ed è latore di malattie anche mortali.

 

Trascrivo le ultime parole del pezzo: “Ci sono donne grasse bellissime. I nostri corpi cambiano, si modificano. Ognuna di noi emana la sua luce e bellezza. La bellezza è democratica”.

 

La mia confutazione

Chi mangia troppo è infelice e pure brutto.

Lo scrivo per averlo sperimentato: finito il liceo e trovatomi disorientato, caduto nel caos, ingrassai di 20 chili in due anni. Presa coscienza del male che mi facevo, ce la misi tutta e in altri due anni ritrovai la mia identità, con la dignità e la forma decente. Giusto in tempo per iniziare a insegnare con un aspetto decente, non deforme, ridicolo e tale da pregiudicare l’attenzione e il rispetto degli studenti.

 

Ma non voglio limitarmi al mio caso personale e ricorro a Čechov anche per fare cosa gradita ai miei lettori che amano la letteratura e per questo mi leggono.

Prendo in considerazione due drammi : Zio Vanja e Tre sorelle

Il primo venne rappresentato per la prima volta il 26 ottobre del 1900 al Teatro d’Arte di Mosca.

Il protagonista eponimo del dramma arrivato a 47 anni dice alla bambinaia Marina: “ dormo quando non dovrei dormire, a pranzo e a cena mangio piatti pesanti, bevo vino: questa non è vita sana. Pima non avevo un minuto libero. Adesso lavora solo Sonja, io mangio bevo e dormo: così non va” (atto primo).

La nipote Sonja nel terzo atto dice a Elena la seconda moglie di suo padre: “la noia, la pigrizia sono contagiosi. Guarda zio Vanja, non fa più niente neanche lui”.

 

Personaggio analogo di uomo ingrassato e rinunciatario è Andrej il fratello delle Tre sorelle che danno il titolo al dramma rappresentato la pima volta il 31 gennaio 1901 nello stesso teatro di Mosca

Olga la sorella maggiore che si sente invecchiata dice a Irina la più piccola, ventenne, nominando anche gli altri due: “Sei un raggio di sole oggi: non sei mai stata così bella. Anche Maša è bella. Andrej così così. Peccato: è ingrassato. Sta male grasso” (Atto primo).

Quello che succederà negli altri atti: il vizio del gioco, l’ipoteca sulla casa, la moglie Nataša avida, prepotente, volgare, è tutto prefigurato e compreso in quell’ingrassamento.

 

Ho voluto scrivere questo pezzo per avvertire chi legge i giornali o si informa attraverso altre fonti più o meno inquinate di tenere vivo lo spirito crtico e alta la guardia mentale contro la volgarità delle mode e la pericolosità dei catechismi che diffondono menzogne e veleni per idiozia, o per il profitto di chi scrive e dei committenti

 

Bologna 17 febbraio 2023 ore 11, 31  giovanni ghiselli

Il catalogo è questo

Sempre1324681

Oggi115

Ieri525

Questo mese6278

Il mese scorso11301

 

 

 

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