martedì 7 febbraio 2023

Nietzsche 109 Ecce homo. Perché scrivo libri così buoni. 1 Gli uomini postumi.

 

“Anche per me non è ancora venuto il tempo. Ci sono uomini che nascono postumi”.

 

Il senso è che il genio anticipa i significati del futuro e non è capito nel presente. Penso a Leopardi per fare un altro esempio.

 

Cfr. La ginestra: ben ch’io sappia che obblio/preme chi troppo all'età propria increbbe”. ( vv. 68- 69).

 

Nel mio piccolo penso anche a me stesso come insegnante di greco e latino. Quando cominciai a insegnare nei licei questo mio metodo comparativo, o” metodo mitico”, come lo chiama T. S. Eliot che lo impiegava poetando non esisteva nella scuola italiana. Io lo praticavo d’istinto fin dalle scuole elementari, poi lessi The waste land di Eliot e mi sentìi autorizzato ad avvalermene insegnando.

 

In una famosa recensione[1] all'Ulisse  di Joyce[2], T S. Eliot  definiva il metodo mitico, in opposizione a quello narrativo, come il modo di controllare, di dare una forma e un significato all'immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia contemporanea. "Instead of narrative method, we may now use the mythical method ", invece del metodo narrativo possiamo ora avvalerci del metodo mitico. Questo implica la conoscenza della tradizione e di non poche fasce della letteratura europea.

 

Ma per i miei colleghi di greco e latino questo metodo era un offesa dato che non sapevano nemmeno chi fossero Eliot e Joyce, e dovetti lottare per non lasciarmi cambiare. Indussero il preside manovrato da loro a chiamare due ispezioni contro di me verso la fine degli anni Ottanta. La prima  venne annullata perché l’ispettore era stato il mio professore di Italiano al liceo Mamiani di Pesaro quasi trenta anni prima e nella relazione aveva scritto che ero uno dei migliori insegnanti d’Italia. Chiamarono il secondo mentre ero in gita scolastica a Vienna: gli fecero notare che usavo una penna rossa e gli fecero vedere dei fogli raccolti dal cestino dove avevo scritto che la tale sera avevo un appuntamento in casa mia con una collega di Trieste sposata. Anche questo ispettore era un uomo intelligente e probo e quando tornò, l’ultimo giorno di scuola, mi domandò che razza di persone fossero quei miei accusatori. “La stessa razza dei calunniatori di Dreyfus”, risposi.

I tempi dunque stavano cambiando e gli ispettori l’avevano capito, sicché mi elogiarono e sbugiardarono i colleghi nemici e il preside del liceo Galvani che li aveva assecondati. Da allora non cercarono più di farmi del male, mi lasciarono in pace, e anzi potei progredire nella carriera scolastica durante i seccessivi 20 anni , lavorando anche nel Ministero della Pubblica Istruzione con vari incarichi e insegnando a contratto per 10 anni nell’Università di Bologna. Poi andato in pensione, ho seguitato a educare. A modo mio.

 Da postumo e anticipatore ero diventato attuale. Ci ho  messo meno tempo, sempre nel mio piccolo, di Leopardi e di Nietzsche a farmi riconoscere quale magister optimus. E non è finita qui.

 

Torno a Nietzsche: “Quando una volta il dottor Heinrich von Stein si lamentò onestamente di non capire una parola del mio Zarathustra, gli dissi che mi sembrava naturale: aver capito sei frasi di quel libro, cioè averle vissute, innalza i mortali a un grado più alto di quello che gli uomini “moderni” poterono raggiungere. Avendo questo senso della distanza, come potrei anche solo desiderare di essere letto dai “moderni” che conosco!  (…)

In definitiva nessuno può trarre dalle cose, libri compresi, altro da quello che sa già. Chi non ha accesso per esperienza a certe cose, non ha neppure orecchie per udirle”.

 

Confrontate il Menone di Platone: conoscere è ricordare.

L’anima ha visto  il mondo di qua e quello di là e ha appreso molto. Ogni vita allora può far riemergere quanto ha imparato nelle precedenti. E siccome tutta la natura è imparentata con se stessa (a[te ga;r th'" fuvsew" ajpavsh" suggenou'" ou[sh" , 82d), ricordare una sola cosa fa emergere tutto il resto se l’anima è coraggiosa e non si stanca di cercare, infatti cercare e imparare è in generale reminiscenza: “to; ga;;r zhtei'n a[ra kai; manqavnein ajnavmnhsi" o[lou ejstivn (81d)

 

Bologna 7 febbraio 2023 ore 9, 54

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Ho telefonato alla Primo Levi. Gli iscritti al corso su Nietzsche sono 8: 7 in presenza e uno on line. Il numero massimo è 15 se ad altri interessa.

Inizieremo il 28 febbraio

A presto dunque.

 

 



[1]Ulysse, Order and Myth , "The Dial", nov. 1923.

[2] Del 1922.

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