giovedì 9 febbraio 2023

Nietzsche 117 Ecce homo. Al di là del bene e del male. Preludio di una filosofia dell’avvenire 2

N

“Questo libro (1886) è nel suo essenziale una critica della modernità, non escluse le scienze moderne, le arti moderne, e la politica moderna, con accenni a un tipo opposto, che è il meno moderno possibile, un tipo nobile che dice sì. In quest’ultimo senso il libro è una scuola del gentilhomme, se si intende il concetto nel senso più spirituale e radicale che gli sia stato dato. Bisogna avere del fegato anche solo per sopportarlo, bisogna non avere imparato ad avere paura. Tutte le cose che fanno l’ogoglio del nostro tempo vengono sentite come contraddittorie con questo tipo”.

 

L’orgoglio del tempo nostro è la teocrazia del denaro e del successo. Chi non li ha raggiunti se ne vanta ugualmente, mentendo. Chi ne ha conseguito una parte minima la ingrandisce. Diversi aspetti di tali “successi”  del resto sono tali che un gentiluomo se ne vergognerebbe, come per esempio il vanto plebeo di bere solo vino speciale nei ristoranti stellati di fronte a un popolo dove milioni di persone devono ricorrere all’elemosina per mangiare pane e latte. Ma questo l’ho già raccontato. Il nichilismo ha annientato appunto i valori della lealtà, del lavoro,  della disciplina, dell’altruismo e ha messo al loro posto l’intrigo, l’impostura e l’ inganno.

E’ l’ideologia degli schiavi plautini: il valore della fides viene sostituito con il disvalore della perfidia , la santa protettrice dei servi:" Perfidiae laudes gratiasque habemus merito magnas" (Asinaria, v. 545), abbiamo ragione di elogiare e ringraziare assai la mala Fede, dice lo schiavo Libano allo schiavo Leonida.

Il nobile dice sì alla vita.

Oggi viceversa si dice sì alla morte attraverso la guerra.

 Dopo un anno di massacri causati dalle armi, il parlamento europeo accoglie in trionfo un capo di Stato che, già rifornito di ordigni micidiali da diversi mesi, viene a chiederne altri ancora più micidiali e altri soldi a paesi dove non mancano i poveri . Non c’è stata alcuna discussione: la guerra deve continuare e uno dei contendenti deve vincere per forza. Verrà rifornito di strumenti di morte finché non vincerà. Dunque bisognerà dargli le atomiche perché l’altro contendente le ha e non credo che sia disposto ad arrendersi spaventato dalle minacce e dalle vanterie di quanti vogliono il suo l’annientamento.

Bologna 9 febbraio 2023 ore 19, 31 giovanni ghiselli   

Sempre1321780

 

 

 

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