mercoledì 22 febbraio 2023

Nietzsche e Paul Rée come Cleobi e Bitone

Paul Rée (al centro),
Nietzsche e Lou von Salomé
Ricordate la storia di Cleobi e Bitone? Questi
  erano due ragazzi di Argo, con mezzi di vita sufficienti e una forza corporea che consentiva loro di vincere le gare. Sono rimasti memorabili e  insigni per un atto di devozione:  una volta che la madre loro, sacerdotessa di Era, non trovava i buoi per essere trasportata al tempio della dèa, i due giovani si sottoposero al giogo e trascinarono il carro per quarantacinque stadi (circa 8 chilometri e mezzo). La madre, fiera dei figli, pregò la dea di concedere loro il meglio che gli uomini possano ottenere, ed ella  mostrò che per l'uomo è preferibile morire che vivere, facendoli passare dal sonno alla morte. Quindi gli Argivi, erette loro delle statue, le dedicarono a Delfi come quelle di uomini eccellenti. Queste statue si vedono ancora nel museo di Delfi.
Erodoto racconta questa favola bella e triste nelle sue Storie come esempio di sapienza silenica (I, 31)
Voglio metterla nel mio percorso su Nietzsche. Cosa c’entra?
 Ora vi dico: ho sotto gli occhi una foto scattata  nel 1882 a Lucerna dal fotografo ritrattista Jules Bonnet. Nietzsche curò la regia.
Si vede un carretto piuttosto piccolo sul quale si trova Lou Salomé  con in mano una frusta adorna di un ramoscello di lillà. I due uomini del terzetto - Nietzsche e Paul Rée sono affiancati davanti a un piccolo  carro. Nietzsche  si è messo dietro la stanga come un animale da tiro e non guarda un fotografo ma in alto, teso verso benefiche immensità che però non gli giunsero dalla ragazza (aveva 21 anni allora e lui 38). Alla fine di dicembre di quell’anno scriverà da Rapallo a Malvida von Meyensburg: “Molte cose concorrono a farmi rasentare la disperazione. Tra le altre, non lo nego, anche la mia delusione sul conto di Lou Salomé. Uno “strano santo” come me, il quale a tutti i pesi che già portava e alle sue forzate rinunce ha aggiunto il peso di una volontaria ascesi, un uomo che è senza confidente del segreto scopo a cui tende la propria vita, un tale uomo subisce una perdita indicibile quando perde la speranza di avere finalmente trovato questo confidente.
Ciò che Lei mi dice del carattere di L. S. è vero, per quanto mi riesce doloroso confessarlo. Lou, quale oggi mi appare, è quasi la caricatura dell’ideale che adoro, e - Lei lo sa - la ferita nel nostro ideale è la più dolorosa. Lei mi crede vero? Se le dico che non si tratta nemmeno lontanamente di amore. E basta su quest’argomento: esso fa parte degli “erramenti” del Suo amico Odisseo. Oh se fossi solo un po’ più astuto! O meglio consigliato! Ma un mezzo cieco come me vive troppo fra i suoi sogni, i suoi bisogni, le sue speranze”.
Per diventare più astuto con le donne bisogna “conoscerne” molte: decine e decine. Con il passare degli anni diventano tutte caricature di come le vedevamo da innamorati. Tranne una di sicuro: la mamma. E ben poche altre. 

Dunque riguardo a Lou ci fu il disincanto del Nostro che non venne premiato dalla ragazza.
 Invece il premio della gloria letteraria e filosofica per la sua ascesi l’ha avuto, un premio non meno grande  di quello ricevuto da Cleobi e Bitone.

Bologna 22 febbraio 2023 ore 11, 16
giovanni ghiselli.

p. s.
cercherò di far mettere nel blog la foto di cui sopra
Il catalogo è questo
Sempre1326220 

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