mercoledì 8 febbraio 2023

Nietzsche 113 Ecce homo. Umano troppo umano 1

   Nietzsche 113 Ecce homo. Umano troppo umano 1

 

Una madornale incoerenza di Nietzsche

 

“Umano, troppo umano” è il monumento di una crisi. Dice di essere un libro per spiriti liberi: quasi ogni frase vi esprime una vittoria-con quel libro mi sono liberato da ciò che non  apparteneva alla mia natura. L’idealismo non mi appartiene: il titolo dice “dove voi vedete cose ideli, io vedo-cose umane, ahi troppo umane!

Qui il termine “spirito libero”  deve essere inteso solo in un senso: uno spirito diventato libero, che ha ripreso possesso di se stesso”.

 

In effetti diverse sono le cause fuorvianti, alcune comuni a un popolo intero, altre personali. Credo che la famiglia abbia una parte preponderante nel fuorviarci siccome tende a spingerci verso il conformismo. Poi la religione, il lavoro, certe compagnie.

Un aiuto dovrebbe venire da una buona scuola con ottimi educatori. Alcune qualche aiuto lo danno. Poi soprattutto gli autori accrescitori. I miei massimi auctores sono stati i drammaturghi greci. Se posso suggerirvi altri nomi considerate quelli degli autori che ricordo più spesso nei miei scritti.

 

“La pubblicazione del libro nel 1878 in certo modo si giustifica per la coincidenza con il centenario della morte di Voltaire.

Voltaire, all’opposto di tutti coloro che scrissero dopo di lui, è anzitutto un graindseigneur dello spirito”.

 

Io non ne sono mai stato attirato, tanto è vero che lo conosco pochissimo e per sentito  dire più che per lettura diretta. Nel leggere, dato che non si può leggere tutto, abbandono presto gli autori che non “sento” che non mi risuonano dentro.

A questo proposito sentiamo J. L. Borges : "Nel mio testamento, che non ho intenzione di scrivere, consiglierei di leggere molto, ma senza lasciarsi condizionare dalla reputazione degli autori. L'unico modo di leggere è inseguendo una felicità personale. Se un libro vi annoia, fosse pure il Don Chisciotte, accantonatelo: non è stato scritto per voi… Non ho insegnato agli studenti la letteratura inglese, che ignoro, ma l'amore per certi autori. O meglio per certe pagine. O meglio, di certe frasi. Ci si innamora di una frase, poi di una pagina, poi di un autore"[1].

 

Torno a Nietzsche anche per vedere se mi convincerà a leggere Voltaire.

“A guardar meglio si scopre uno spirito spietato, che conosce tutti i ripostigli dove l’ideale sta di casa”.

 

Ecco, appunto: la spietatezza a me non piace. Se non magari verso me stesso tenuto a osservare una disciplina.

 

“Con una fiaccola in mano, ma una fiaccola che non “sfiaccola”, si fa luce, un chiarore tagliente in questa oltretomba dell’ideale. E’ la guerra, ma una guerra senza polvere da sparo e senza fumo, senza pose guerresche, senza pathos né membra contorte-tutto questo sarebbe ancora “idealismo”. Un errore dopo l’altro viene tranquillamente messo sul ghiaccio, l’ideale non viene confutato-congela-  Qui per esempio congela “il genio”; in quell’altro angolo congela “il santo”; sotto una spessa lastra di ghiaccio congela “l’eroe”, la cosiddetta “convinzione”, anche la “compassione” si raffredda considerevolmente-quasi dovunque congela “la cosa in sé”.

 

Nei confronti di Platone c’è coerenza da parte di Nietzsche. Ma verso il razionalismo, già a torto da lui arbitrariamente attribuito senza risparmio di infamia a Euripide e Socrate, trovo un’incoerenza madornale perché il congelamento del mito e dell’eroe in Voltaire è invece approvato.

A Pesaro quando uno dà di matto si dice: “la testa gli fa così”.

Bologna 8 febbraio 2023 ore 15, 46 giovanni ghiselli.

 

Sempre1321300

 

 

 

 

 



[1] Dall'articolo  di P. Odifreddi Se in cattedra sale un genio in “ Il Sole-24 ore” del 13 gennaio 2002, p. 33.

 

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