martedì 7 febbraio 2023

Nietzsche 110 Ecce homo. Perché scrivo libri così buoni. 5 Sulle donne

Nietzsche 110 Ecce homo. Perché scrivo libri così buoni. 5 Sulle donne

 

A proposito, posso insinuare che io conosco le femmine? Fa parte della mia dote dionisiaca. E chissa? Forse sono io il primo psicologo dell’eterno femminino. Mi amano tutte-una vecchia storia: lasciando da parte le femmine minorate, le “emancipate” quelle cui manca la stoffa per fare bambini”.

 

Siamo nell’autunno 1888 a poche settimane dal crollo psichico del  gennaio seguente. Quel “Mi amano tutte” è un sintomo.

Un donnaiolo che ci prova con tutte senza pagare nessuna è assimilabile al predatore che fa centro sì e no un paio  volte su dieci. Personalmente una su quindici quando ero un lepido brunetto. Oramai una su “novantuna”, da Giovanni invecchiato non male ma pur sempre invecchiato. Langue oramai il catalogo delle donne che amai.

 

Ma torniamo a Nietzsche sull’orlo della follia: “Per fortuna non ho nessuna voglia di farmi sbranare: la donna perfetta sbrana quando ama. Conosco queste amabili Menadi. Ah che razza di piccolo predatore pericoloso, strisciante, sotterraneo! E in più così piacevole! Una piccola donna che insegue la sua vendetta sarebbe capace di scavalcare anche il destino. La donna è indicibilmente più cattiva dell’uomo, anche più accorta; nella donna la bontà è già una forma di degenerazione (…) Come si può curare una donna-come la si può “redimere”? Facendole un figlio. La donna ha bisogno dei figl, l’uomo è sempre soltanto un mezzo: così parlò Zarathustra”.

 

Questo può essere per un certo tipo di donna. Ma ora prevale l’altro tipo che vede nell’uomo un mezzo per il piacere o per il benessere materiale o per la carriera. Per il piacere va bene siccome è condiviso.  La trumentalizzazione da una parte o dall’altra invece fa schifo.

 

“Emancipazione della donna”-questo è l’odio istintivo della donna malriuscita, cioè di quella che non può procreare”

Quindi Nietzsche attacca Henrik Ibsen assimilandolo al “più maligno idealismo delle donne emancipate e definendolo “la tipica vecchia zitella”

Conclusione: “Sotto il nome di vizio io combatto ogni specie di contronatura o, se si amano le belle parole, di idealismo. Tale principio dice: “la predicazione della castità istiga pubblicamente alla contronatura. Il disprezzo per la vita sessuale, l’insudiciamento della medesima col concetto di impurità sono, in ogni loro forma, il delitto stesso contro la vita-il vero peccato contro lo spirito santo della vita”. Qui è lucido

Bologna 7 febbraio 2023 orte 2, 01

giovanni ghiselli- Voglia di pedalare, di pedalare e di prendere il sole.

Ora il catalogo che non langue è questo dei lettori

Sempre1320625

  

 

 

 

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