Il viaggio in Baviera Pasqua 1981- Da sistemare nel montaggio.
|
Il viaggio in Baviera. Lo Starnbergersee. Il cigno sul lago. Ricordi |
di Ludwig II. Il cammino della pietà. La croce.
|
Il 17 aprile 1981 partimmo per la Baviera, verso i castelli teatrali 1 di Ludwig secondo. Alle sette di sera arrivammo sullo |
Starnbergersee, il lago della morte del re. Mancava mezz'ora al |
tramonto. Il cielo era tutto sereno e pulito, l'aria freddissima. |
Prendemmo una stanza in un buon albergo, sulla costa orientale, |
distante pochi chilometri dalla croce metallica piantata accanto |
alla riva, tra le canne palustri, a segnare il punto dove il sovrano |
popolare e demente annegò in 70 centimetri d'acqua. Dopo avere |
portato i bagagli nella camera che aveva una grande finestra sul |
lago, uscimmo, e ci fermammo su un imbarcadero di legno a |
osservare l'arrossarsi dell'orizzonte. Non c'erano barche. Il sole era |
prossimo alle alture della riva ulteriore. Un venticello ghiaccio, di |
primavera abortita, increspava l'acqua e le penne di un cigno che |
rabbrividiva davanti alla sponda deserta. |
Ifigenia disse:"Quell'uccello è lo spirito del nostro amico |
affogato nella palude dell'odio. Vero gianni? Qui fa tanto freddo". Avevamo visto il film di Visconti sul lunatico re di Baviera. Visconti, nobile, ricco e comunista era il regista da me preferito. Allora era vivo. Oggi è un uno dei cammelli capaci di passare per la cruna di un ago, come don Lorenzo Milani che poco prima di morire disse: “In questa stanza c’è un cammello che passa dalla cruna di un ago”[1] bis |
Eravamo partiti nella tarda mattinata con un caldo quasi estivo, |
credendo di trovare la buona stagione anche sullo Starnbergersee, |
e i Bavaresi in vacanza lacustre, in costume da bagno. Invece l'aria |
scorticava la faccia. Tuttavia volli aspettare il momento
|
dell'annidarsi del dio per rivolgergli una muta preghiera: "Fai che |
questo nostro difficile amore possa durare ancora; fammi scrivere |
qualche cosa di bello, di grande, di buono. Non lasciarmi morire a |
quarant'anni sdentato, ingrassato, sconciato come il monarca |
desideroso di arte". Mi vennero in mente alcune frasi |
|
del re amatus nobis:"Il regalo più grande che un re possa fare al suo |
popolo è arricchirgli lo spirito "2 .
|
|
"Anche io vorrei potenziare l'anima degli studenti e dei miei futuri |
lettori", pensai. |
"Un uomo non vuole essere ridotto al livello di un animale; non |
sarà mai appagato dal materialismo ". Non era matto Ludwig, era un |
antisistema, un a[topo~ un fuori luogo, come Socrate. |
Guardavo la mia compagna di viaggio. Voleva fare l'attrice. Avrebbe condiviso la |
sorte dell'istriona che aveva osato dire al suo |
sovrano:"Fare l'amore per noi attori è molto semplice: basta un |
gesto ?". Allora non potevo saperlo. Speravo di no, anzi, credevo |
che la mia giovane donna qualche cosa valesse. Andammo a cena. |
Mangiammo bene, e con gusto, siccome digiuni dalla mattina. Poi |
tornammo sulla riva del lago per vedere la croce del sire annegato |
il 13 giugno del 1886. |
Ci incamminammo per una via sghemba che costeggia la riva |
orientale. Avevamo stabilito di fare una camminata pia fino al |
luogo della |
morte |
per acqua del nostro "re pescatore"4 . |
Percorremmo circa un chilometro di strada asfaltata, poi questa |
gira a sinistra salendo su un colle boscoso e allontanandosi dalla |
sponda che noi invece volevamo seguire, attirato dai Mani del |
povero sire. Il cammino della pietà |
5 |
era sbarrato da una rete |
metallica alta e sottile, non facile a scavalcarsi. Procedevamo |
lungo l'ostacolo cercandovi un buco per passare di là. Finalmente |
lo trovammo. Come in Grecia, sull'autostrada, quattro mesi più |
tardi, quando la tragedia oramai si era conclusa, 13 giugno anche la nostra, nelle acque |
contaminate della babilonica spiaggia dove il duce fanfarone nuotava ridicolmente. |
Oltre la barriera forata c'è un bosco fitto, segnato soltanto da un |
esiguo sentiero 6 . |
Gli alberi erano ancora privi di fronde: la luna, passando tra i rami |
deformi, faceva cadere a terra una luce incerta che chiazzava di |
bianco le foglie cadute là sotto, morte e marcite perché dalla |
|
putrefazione risorgesse la vita. L'insieme era |
inquietante. |
Ifigenia aveva paura. Sentivo che le tremava la mano. |
Camminammo in silenzio per dieci minuti, mentre il sentiero squallido 6 bis non |
accennava a calare sul lago; anzi ci stava portando in direzione |
della Votivkapelle. |
"Cappella perigliosa" |
7 |
secondo la mia compagna. A un tratto |
disse:"Torniamo indietro: qui potrebbero ammazzarci". |
"Ma no-ribattei-, chi vuoi che ci faccia del male? Siamo giovani e |
in buona salute. Poi non c'è proprio nessuno, a parte Ludwig che ci |
ama, come noi amiamo lui. Ci protegge da ogni pericolo. Dai, |
arriviamo alla croce del nostro amico! Oramai sarà vicinissima. |
Siamo venuti su questa riva desolata per rendergli onore!" |
"Ma possiamo tornarci domani mattina con il sole", piagnucolò |
l'impaurita ragazza. |
"No-risposi-, prima, mangiando, abbiamo deciso che bisognava |
venirci di notte, per smaltire il cibo, e per espiare i nostri peccati. |
Dobbiamo arrivare laggiù: se no è tradimento. Se tu hai cambiato |
idea, torna indietro da sola". |
Ifigenia riprese a seguirmi tacendo. Dopo qualche minuto il |
sentiero cominciò a scendere; poi finalmente, dal bosco nebbioso |
di nera paura 8 , sbucò nella riva, terminando sul grande catino dove |
dilagava bianchissima la luce lunare. Tirammo un sospiro di |
sollievo. Giungemmo davanti alla croce, a pochi metri da lei. |
Brillava nel chiarore del cielo e dell'acqua che lo rifletteva. |
L'apprensione si dissipò. "Affogare è una bella morte: non si resta |
sfigurati !" |
Pregammo lo spirito inquieto del caro sovrano, per l'amore e per |
l'arte. Anche lì c'era un cigno. La sua piccola testa, muovendosi |
verticalmente, adagio, sembrava annuire alle nostre richieste. |
Tornammo |
in |
albergo. Cominciò ad annuvolarsi. Facemmo |
l'amore con qualche difficoltà. Prima di dormire, mi alzai per |
osservare l'aria buia e l'acqua nera, sempre più increspata dal |
vento. Il cigno dell'imbarcadero non c'era. |
Probabilmente |
nell'oscurità della notte lacustre rimaneva soltanto quell'unico uccello |
|
araldicamente posato vicino alla croce per non lasciare solo il suo |
re nel tetro mondo abbandonato dalla vergine luna e da tutte le |
stelle.
Note [1] Cfr. Thomas Mann, Doctor Faustus, trad. it. Mondadori, Milano, 1980, p. 278.
1 bis Michele Gesualdi Don Lorenzo Milani , l’esilio di Barbiana, EDIZIONI SAN PAOLO 2023
2 Le frasi in corsivo sono citate, a memoria, dal film di Visconti "Ludwig II".
4 Personaggio della leggenda del Graal.
5 Cfr. Euripide, Andromaca, vv. 1125-1126, sul cammino della pietà Neottolemo viene lapidato dalla pretaglia delfica quando si reca al santuario per consultare l'oracolo.
6 Cfr. Dante, Inferno, XIII, 3.
6 bis Cfr. Odissea, XXIV, 10 dove Ermes conduce giù per squallidi sentieri (kat jeujrwventa kevleuqa) le ombre dei proci vinti da Ulisse.
7 Luogo della leggenda del Graal.
8 Cfr. Virgilio, Georgiche, IV, 468:"et caligantem nigra formidine lucum". E' il bosco dove si addentra Orfeo, in cerca della sposa Euridice.
Pesaro 27 agosto 2024 ore 18, 56 giovanni ghiselli p. s. Statistiche del blog Sempre1614089 Oggi92 Ieri321 Questo mese9696 Il mese scorso11384
|
Nessun commento:
Posta un commento