Torniamo ad Atene. La grande piana salata dove discende il disco luminoso del sole rimane a sinistra della corriera e sembra una pista splendente che porta a isole felici. Non mi è possibile ignorare la felicità, l’eujdaimoniva quando sono nell’Ellade che è accordata con il mio daivmwn da quando avevo quattordici anni, in quarta ginnasio.
Non tutti i gitanti sono felici però. Si avvicina una donna non giovane e mi domanda se anche questa sera i ragazzini riusciranno a incastrarmi.
“A me piace” rispondo.
Se ne va indispettita. Dopo cena tengo una lezione in una sala dell’albergo.
Confronto l’Apollo con l’Ermes di Olimpia. Figure divine diverse, espressioni di artisti diversi, di culture cambiate nel tempo.
In Febo Apollo del maestro di Olimpia si vede il tipo dell’eroe che si trova più avanti nelle tragedie di Eschilo: religioso, guerriero non aggressivo bensì difensivo, tale che non vuole sembrare buono ma esserlo, come l’Anfiarao dei Sette a Tebe: l’indovino esecra la guerra fratricida dove prevede che morirà. Il suo scudo è privo di insegne sh'ma d’ oujk ejph'n kuvklw/ (v.591). Infatti non vuole apparire ottimo ma esserlo ( ouj ga;r dokei'n a[ristoς ajll j ei\nai qevlei, v. 592) Raccoglie frutti dal solco profondo della mente da dove germogliano saggi consigli.
L’Ermes di Prassitele invece è l’eroe indebolito delle tragedie di Euripide: sensibile fino al languore, irrisoluto, posatore, narcisista. Nella tragedia Oreste di Euripide, Menelao vede suo nipote malconcio e gli domanda: “ Che cosa soffri? Quale malattia ti distrugge? -tiv crh`ma pavscei" ; tiv" sj apovllusin novso" ; 395
E Oreste, il matricida, risponde:
“L’intelligenza, poiché so bene di avere compiuto azioni orrende. hJ suvnesi" ‘, o{ti suvnoida deivn j eijrgasmevno" (396)
La mente che rende malato l’eroe dunque.
La lezione dà luogo a una conversazione, sicché torniamo nella “nostra” osteria del centro. L’argomento è “Il compagno ideale”.
Inizia la collega coetanea nominata simposiarca all’unanimità in seguito alla mia proposta .
Dice che il suo uomo ideale è quello che le assomiglia di più. Io ribatto che mi piacerebbe una donna simile alla parte migliore di me. Le fanciulle gradirebbero incontrare ragazzi belli, sensibili, intuitivi piuttosto che razionali, colti, fedeli ma senza che questo limitasse l’ autonomia della compagna.
Aggiungo che il compagno deve essere anche intelligente siccome diventa presto noioso se non lo è. Mi vengono in mente le sedute vuote di stima, di simpatia e presto anche di attrazione fisica per le contubernali mute oppure loquaci e petulanti senza pensiero.
Interveniva presto la repulsione. I ragazzi ascoltavano senza parlare né fare domande. Quella sera prevalevano le femmine, come tante altre volte del resto. Cosa che a me non dispiace. Da mezzanotte all’una ripetiamo la passeggiata della sera precedente, Devo fare attenzione ai vasi di pietra.
Siamo contenti di avere trovato un’altra occasione per scambiarci parole e idèe. Nessuno di noi, credo, rimpiange la discoteca.
Pesaro 10 agosto 2024 ore 11, 48 giovanni ghiselli.
p. s.
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