Platone mi ha chiarito qual è il motivo per cui studiavo con profitto tutte le materie ma con profitto e gioia solo quelle letterarie: letteratura, storia, filosofia.
Nella Repubblica (Politeiva) Socrate parlando con Adimanto gli dice che l’idea del bene è il massimo oggetto dell’apprendimento- hJ tou` ajgaqou` ijdea mevgiston mavqhma 500a, e se conosciamo ogni altra cosa ma non vediamo l’immagine del bene, l’apprendimento di tutto il resto non ci giova in nessun modo- “oujde;n hjmi`n o[felo~ a[neu rou` aajgaqou ” (500b). Ebbene, nella matematica per esempio vedevo solo dei numeri, nessuna idea.
Aggiungo con un’associazione non arbitraria queste parole dell’ Alcibiade II di Platone
SW. `Or´j oân, Óte g' œfhn kinduneÚein tÒ ge tîn ¥llwn
™pisthmîn ktÁma, ™£n tij ¥neu tÁj toà belt…stou ™pist»mhj
kekthmšnoj Ï, Ñlig£kij mn çfele‹n, bl£ptein d t¦ ple…w
tÕn œconta aÙtÒ, «r' oÙcˆ tù Ônti Ñrqîj ™fainÒmhn lšgwn;
vedi dunque, dice Socrate ad Alcibiade, quando dicevo di questo rischio: che il possesso delle altre scienze se uno non possiede la scienza di quanto è ottimo (l'idea del Bene), di rado giova, mentre per lo più danneggia chi ce l'ha, non ti sembra che io parlavo dicendo quanto è sostanzialmente corretto?
Alcibiade dà ragione a Socrate il quale aggiunge
Ð d d¾ t¾n kaloumšnhn polumaq…an te kaˆ polutecn…an
kekthmšnoj, ÑrfanÕj d ín taÚthj tÁj ™pist»mhj, ¢gÒ-
menoj d ØpÕ mi©j ˜k£sthj tîn ¥llwn, «r' oÙcˆ tù Ônti
dika…wj pollù ceimîni cr»setai, ¤te omai ¥neu kubern»tou
diatelîn ™n pel£gei, crÒnon oÙ makrÕn b…ou qšwn; éste
sumba…nein moi doke‹ kaˆ ™ntaàqa tÕ toà poihtoà, Ö lšgei
kathgorîn poÚ tinoj, æj ¥ra poll¦ mn ºp…stato
œrga, kakîj dš, fhs…n, ºp…stato p£nta. (Alcibiade II 147b)
e chi possiede la cosiddetta conoscenza enciclopedica e politecnica , ma sia privo di questa scienza (del Bene), e venga spinto da ciascuna delle altre, non farà uso sostanzialmente di una grande tempesta senza un nocchiero, continuando a correre sul mare, non a lungo del resto? Sicché mi sembra che anche qui capiti a proposito quello che dice il poeta criticando uno che effettivamente sapeva molte cose ma le sapeva tutte male.
Non trovavo niente che potenziasse la mia natura nei numeri e nelle formule, mentre sentivo crescere le mie forze mentali e morali leggendo gli artisti della parola, della politica e del pensiero. Ci ero portato e trovavo delle idee, trovavo addirittura la mia vita nelle lettere fin da bambino.
La storia dell’arte ci veniva fatta male, quella della musica per niente. Quando ho preso contatto con queste espressioni dello spirito umano mi sono piaciute e ne ho appreso qualcosa per mio conto. I numeri invece me li hanno fatti odiare e li ho dimenticati.
Il mio interesse fondamentale è rimasto quello del Verbum: “In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum”
Non solo il Verbum dell’apostolo Giovanni,assimilabile all’idea del Bene di Platone, ma anche i verba delle donne e degli uomini vivi.
Bologna 19 gennaio 2023 giovanni ghiselli.
p. s
Statistiche del blog
Sempre1450324
Oggi63
Ieri313
Questo mese6343
Il mese scorso12531
Nessun commento:
Posta un commento