martedì 16 gennaio 2024

T. Mann, La montagna incantata - Der Zauberberg. 5.9. La Notte di Valpurga 5. Amare è ricordare e riconoscere

La sala si vuotò. Gli ospiti si erano dileguati

Dopo un lungo silenzio Claudia disse: “Sono andati via tutti quanti Questi erano gli ultimi. Si è fatto tardi. Ebbene, è finita la festa di carnevale”
E alzò le braccia per togliere con entrambe le mani il cappellino di carta dai capelli rossicci raccolti in una treccia che cingeva il suo capo come una corona.
Claudia è anche la regina della notte
“Lei sa, signore, con quali conseguenze”.
Ma Hans fece segno di no con gli occhi chiusi e, senza mutare posizione, rispose: “ Mai Claudia,  mai ti darò del lei, un mai della vita e della morte. Questa forma tipica del coltivato Occidente e della civiltà umanistica a me sembra quanto mai borghese e pedante. La forma è a quintessenza della pedanteria.
Quello che tu e il tuo sofferente compatriota avete stabilito sulla morale, non mi sorprende. Mi prendi per un idiota? Dimmi che cosa pensi di me”
“ Non è un tema sul quale ci sia molto da riflettere. Sei un ragazzo per bene di buona famiglia, dai modi attraenti, un docile allievo dei suoi precettori; presto farai ritorno nelle terre basse e scorderai di avere parlato in sogno e dirai che si contribuisce a rendere grande il proprio paese con l’onesto lavoro nel cantiere. Questa è la tua fotografia intima fatta senza apparecchio. La trovi esatta, spero”.
 
Nel periodo della contestazione generale, nella primavera del 1968 in particolare, parole come queste erano offensive. Una volta una ragazza per rifiutarmi con sentenza definitiva mi disse: “sei un moderato!”. Allora nelle aule universitarie occupate dal movimento non si era mai abbastanza contestatori e rivoluzionari. Ora tutti si spacciano per moderati, anche i più intolleranti della diversità dal loro conformismo.
 
“ Mancano i dettagli trovati da Behrens. La mia febbre a cosa è dovuta?”
“Suvvia, è un contrattempo senza conseguenze che passerà in fretta”.
“No Claudia, lo sai anche tu che quello che dici non è vero, e lo dici senza convinzione. Ne sono certo. La febbre del mio corpo e il battito del mio cuore stremato e il tremito delle mie membra non sono altro che il mio amore per te, l’amore che mi ha colto nello stesso istante in cui ti ho vista o meglio ti ho riconosciuta. E’ stato l’amore a condurmi in questo posto”. E il suo volto pallido dalle labbra tremanti si chinò ancora più profondamente verso di lei.
“Che follia!”
“Oh ’amore non è niente se non follia, se non è una cosa proibita, un’avventura nel male. Altrimenti è una gradevole banalità, buona
per ricavarne pacifiche canzoncine nelle terre basse. Ti ho riconosciuta poiché ti ho conosciuta tanto tempo fa te e i tuoi occhi meravigliosamente obliqui e la bocca e la voce
Già una volta ai tempi del liceo ti ho chiesto la tua matita per potere fare ufficialmente la tua conoscenza poiché io ti amavo al di là di ogni ragionevolezza e i segni che Behrens ha trovato nel mio corpo derivano da quel mio antico amore per te e significano che anche anticamente sono stato malato”.
Si era inginocchiato e tremava.
“Io ti amo” balbettò. Ti ho amata da sempre, perché sei il Tu della mia vita, il mio sogno, il mio destino, il mio anelito, il mio eterno desiderio” tu es le Toi de ma vie, mon rêve, mon sort, mon envie, mon éternel dèsir
Allons, allons, suvvia, se ti vedessero i tuoi precettori”.
Ma lui scosse la testa disperato, il viso rivolto al tappeto, e rispose: “ “Non me ne importerebbe, non me ne importa je me fiche di tutti quei Carducci e della Repubblica con la sua eloquenza e del progresso umano, perché io ti amo”
Lei gli accarezzò dolcemente i corti capelli sulla nuca e disse: “Piccolo ragazzo borghese, grazioso borghese con una piccola zona umida. Davvero mi ami tanto?”
 
Faccio un piccolo commento. Sono convinto pure io che amare è ricordare e riconoscere. Non essere più capace di amare deriva dal non trovare più quel ricordo e non riconoscere più in nessuna nemmeno una di quelle amate. Dico di amori mentalmente eterni, non di avventure poco significative.
Le donne di cui sono stato innamorato erano tutte brune-tranne Päivi- e in questo mi ricordavano i capelli neri della madre mia.
Päivi era rossa come Claudia Chochat ed era una brava studiosa, intelligente. In questo mi ricordava una ragazzina tredicenne mia coetanea nella scuola media Lucio Accio di Pesaro: era la più brava della sezione femminile mentre io lo ero in quella maschile.  Per giunta era mora mora. Brava e mora come Helena e Kaisa.
Kaisa aveva gli occhi azzurri, come la madre mia. Helena era  mora, formosa, intelligente, bella e fine. Tutte erano educate, solitarie, di poche parole.
Tutte avevano “ occhi meravigliosamente obliqui”
Amare è ricordare e riconoscere. Ne sono sicuro
 
Bologna 16 gennaio 2023 
giovanni ghiselli, ore 12, 13
 
p. s
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