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La Stöhr con i suoi strafalcioni e le sue obbrobriose sciocchezze era atroce.
Le signore prima delle visite mediche indossavano la più costosa biancheria di pizzo, si mettevano in ghingheri come vere civette (p. 439). Ci fu una crisi epilettica dell’insegnante Popòw con grida demoniche e disumane. Il dottor Krokowski in una conferenza aveva definito l’epilessia come l’equivalente dell’amore e dell’orgasmo del cervello con parole a metà poetiche e a metà inesorabilmente scientifiche (p. 441)
Hans con il cugino porta un’ortensia a una sedicenne moribonda “per protestare contro l’egoismo dominante, in un’ottica medico-spirituale”
A Hans erano rimasti impressi gli aromi terrosi del negozio di fiori e la manina bagnata di Leila una graziosissima creatura bionda con occhi azzurri color non ti scordar di me 444. Il padre era un omone sano quindi innocente rispetto alla fragilità e alla predisposizione patologica della figlia che aveva preso dalla madre, una figuretta dall’aspetto decisamente tisico. La sua coscienza era infatti tormentata dalla dote che aveva lasciato in eredità. 445
Poi volle andare da un altro moribondo Fritz Robein poiché si sentiva vivificato da quelle visite. Pensava di portare i fiori anche a questo Fritz pure se non compiva gli anni poiché i moribondi vanno festeggiati come se ogni giorno fosse il loro compleanno (p. 447). C’ qui uno spirito simile a quello di Svevo.
Il malato non ancora ventenne valutava tutto dal punto di vista commerciale, compresa l’operazione disperata che doveva subire: una resezione costale. Mille franchi che forse non erano un investimento vantaggioso. L’interesse che il dottore aveva nella faccenda era palese
Poi pianse in maniera contrastiva con l’asciutta oggettività del suo modo di parlare. I due giovani morirono presto.
Behrens al solito fa dello spirito. Chiede: è riuscito a fare velocemente la corte alla ragazza? 450
Poi lo porta dalla”Strapiena” Una donna bionda che rideva con un riso argentino e perlato, acutissimo. Era quasi bella. Aveva un’allegria fremente e oppressa. Si era fatta ricaricare il pneumotorace artificiale da un medico di Zurigo dove era andata per distrarsi, e quello aveva sbagliato la quantità di gas: l’aveva strariempita 452. A Hans parve che ridesse trillasse e gorgheggiasse per puerile sventatezza e per l’incoscienza del suo cervello da gallina. Morì poco dopo. Una vera oca, un’oca al cubo disse Behrens dando notizia della morte. I due cugini andavano a trovare tutti i moribondi e si fecero la reputazione di buoni samaritani e confratelli misericordiosi.
Settembrini chiama Hans un riottoso figlio della vita (454) molto più significativo del cugino.
Poi portarono fiori a Lauro il terzo e ultimo figlio della tous-les deux. Era bello ma assumeva un contegno di ostentata teatralità 456. La madre era affranta in gramaglie e lui diceva di voler morire come l’eroe spagnolo 456 con discorsi ridondanti, gracchianti ed enfatici.
Si può pensare al quadro Il 3 maggio 1808 a Madrid di Goya dipinto nel 1814. Si trova al museo del prado di Madrid. Rappresenta la fucilazione di uno spagnolo resistente all’occupazione napoleonica
E si strappava la camicia per porgere il petto ai colpi della morte. Finché la tosse gli fece uscire dalle labbra una schiuma rosa che pose fine alle sue spacconate.
Poi andarono a visitare Anton Karlowitsch Fierge di Pietroburgo
Aveva viaggiato molto e durante viaggi invernali sulla slitta in Russia aveva visto brillare sopra la neve gli occhi dei lupi, simili a stelle p. 459
Frontone suggerisce a Marco Aurelio l’impiego di parole significantia piene di significato cioè gli insperata atque inopinata verba, le parole “insperate” e “impensate” che contraddicono l’opinione di chi ci ascolta o ci legge (4, 3, 3, praeter spem atque opinionem audientium aut legentium)
A Hans interessavano da Anton Ferge le notizie sull’impero russo con i cosacchi, le chiese di legno e le sommità dei campanili a forma di cipolla. Poi la posizione finnico mongolica degli occhi (p. 459). Un intrattenimento che scorrazzava in un ambito vietato dalla pedagogia. Hans era interessato al nordico esotismo di quelle popolazioni, la loro componente asiatica. Come a me quella delle finniche.
Poi andavano a trovare la signora von Mallinckrodt Natalie di nome civetta e amante dell’eleganza ma un vero Lazzaro e Giobbe al femminile colpita da Dio con ogni sorta di infermità. Non si prendeva sul serio perché sapeva di essere una povera peccatrice disonorata ma la sua fierezza femminile sapeva trionfare sulla miseria del corpo brunastro facendo sì che la fasciatura di garza che per qualche tremenda ragione doveva portare intorno alla testa sembrasse un indumento elegante. Ai fiori di Hans attribuiva un significato più galante che caritatevole. Si copriva di gioielli. Aveva lasciato il marito e i figli, onesti ma noiosi, per un quasi ragazzino che l’aveva lasciata. Domandò se i cugini provassero ribrezzo come il quasi ragazzino che l’aveva lasciata e la sua connaturata fierezza femminile trionfò sull’eczema che le copriva metà del volto. Hans arrivava ad imboccarla quando portavano il semolino e nell’aiutarla sentiva un benefico senso di espansione della propria natura, una gioia fondata sul sentimento dell’utilità del suo agire.
Poi c’era Karen una ragazza povera che abitava a Davos-Dorf in una pensione a buon mercato, ma andava a farsi curare da Behrens. Era una diciannovenne esile. La portarono alla pista di pattinaggio passando tra i ricchi gaudenti e perdigiorno che frequentavano il paese al culmine della stagione degli sport invernali 464. Un mondo di persone stravaganti. Il gran mondo gioiva. La poverina batteva le mani con le dita piagate 465. I bob che scendevano filando sulle curve della pista lucenti come metallo, fece pensare e dire ad Hans che i cadaveri del sanatorio seguivano la stessa strada scendendo lungo le curve e sotto i ponti fino a valle.
Hans era compiaciuto di sé nell’aiutare gli sciagurati
Si era alla metà di febbraio del 1908 e il sole scaldava potenziato dalla neve ma Hans portava pantaloni lunghi, non avendo per il proprio fisico un culto tale da portarli corti 471.
Febbraio una volta iniziato poteva considerarsi liquidato come una banconota che basta cambiarla per averla già spesa. 472 Portarono Karen a vedere il cimitero, un onorevole atto di cameratismo a far visita a quelli di lassù. Un angioletto di pietra si ergeva tra i cespugli con un dito premuto contro le labbra: poteva essere il genio del luogo, il genio del tacere, un tacere in fortissima opposizione e contrasto con il parlare, un ammutolire tutt’altro che vacuo e vuoto di eventi 473. Le date recavano un’impronta di fragilità. La differenza tra nascita ed exitus ammontava sempre a venti o poco più 474
giovanni ghiselli
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