Occidente positivo e Oriente negativo secondo Settembrini che vuole convincerne Hans.
Una certa magnanimità e una nobile semplicità noble einfalt inducevano Hans a parlare con il cuore in mano.
E’ la edle Einfalt di Winckelmann ( Pensieri sull’imitazione dell’arte dei Greci in pittura e scultura, 1755 c’è anche la quieta grandezza) - che vuole definire la natura dell’anima greca la quale pur turbata in superficie resta nobile e grande nel profondo.
Hans però è turbato ed è in balia dei suoi sentimenti
Del resto la dissolutezza regnava sovrana: tra i giovani febbricitanti c’era un andirivieni tra i balconi lungo le ringhiere e queste vicissitudini costituivano una parte essenziale dell’aria che si respirava in quel luogo
Lassù le storie d’amore secondo Hans avevano qualcosa di inaudito, ineffabile, avventuroso. Se si faceva dello spirito era per dissimulare una pena nascosta o impossibile da nascondere.
Comunque Hans traeva un certo incoraggiamento ambientale per non tenere nascosto il proprio stato.
Parlava con altri della particolare ed esotica conformazione del volto della signora Chauchat, con occhi sfolgoranti e la voce commossa.
Tutti oramai sapevano del giovane acciecato e lo osservavano. Aveva preso una sbornia colossale. Tentava di conquistare uno sguardo di Claudia nel momento di ritirare la posta, di domenica
Una volta lei lo aveva leggermente urtato e disse Pardon, e lui con febbrile presenza di spirito: Pas de quoi, Madame!”
Aspettava che tornasse l’ora della distribuzione della posta “aspettare significa anticipare, significa considerare il tempo e il presente non un dono ma un ostacolo, negare il loro peculiare valore, sopravanzarli (p. 351). Fare aspettare è un grande potere nelle mani di chi è amato.
cfr. Seneca sul valore del tempo
Cotidie morimur
Seneca è il cantore del tempo.
Il tempo è la nostra unica, vera ricchezza: omnia… aliena sunt, tempus tantum nostrum est (Ep. 1, 3) p. 55
Nel De brevitate vitae afferma vita…longa est (2, 1), in dichiarata polemica con il vulgus sciocco e pure con il sapiens Aristotele. Alla taccia di malignitas attribuita alla natura, Seneca le conferisce benignitas. Conta diu vivere, non diu esse non stare al mondo a lungo (7, 10). Cogita sempre qualis vita, non quanta sit (Ep. 70, 5)
Discendum …quam bene vivas referre, non quam diu (101, 5) bisogna imparare che importa vivere bene, non a lungo
L’animo saldo sa bene che non c’è alcuna differenza tra un giorno e un secolo: stabilita mens scit nihil interesse inter diem et saeculum (101, 9)
L’occupatio, il correre dietro a mille occupazioni ci fa credere che la vita sia breve ed è brevissima la vita degli occupati (La brevità della vita 10, 1)
Aspettare divora quantità di tempo senza che esse siano vissute o sfruttate come tali. E’ come mangiare senza assimilare.
Ogni domenica l’ora pomeridiana della posta offriva occasioni propizie
Era comunque una relazione educata: ci si dava del lei, si facevano inchini, possibilmente si parlava francese.
Lei parlava sorridendo come Pribislav Hippe quella volta parlando nel cortile della scuola e i suoi occhi grigio verdi si allungavano al di sopra degli zigomi divenendo fessure.
Non che fosse bello ma in caso di innamoramento il giudizio estetico di tipo razionale ha tanto poco valore quanto quello morale
Il portiere “quel diavolo di uno zoppo” aveva già consegnato la posta a Settembrini. Il quale domanda a Hans: “anche lei in attesa di missive, ingegnere? 352. Hans minimizza: “ Oh Dio, missive. Magari una cartolina 353
Mefistofele del Faust di Goethe è zoppo, per via di un piede equino. Nella cantina di Auerbach a Lipsia, uno dei goliardi buontemponi, come le vede entrare, domanda: Was inkt der Kerl auf einem fub ? 2184, come mai zoppica da un piede quello?
Cfr. la zoppia del tiranno
Ci si assuefà a non essere assuefatti, disse Hans a Settembrini 353.
Del resto non ci troviamo in una miniera siberiana.
S: lei predilige i paragoni orientali L’Asia ci divora. Ovunque si guardi, si vedono facce di Tartari.”Gengis Khan” soggiunse, “occhi da lupo della steppa, neve acquavite e cristianesimo ortodosso. A scopo di difesa bisognerebbe erigere qui nell’atrio un altare a Pallade Atena. 354
Cfr. l’altare della Vittoria che Simmaco voleva rimettere nel senato
Nel 384 Simmaco prefetto urbano di Roma cercò di ottenere la revoca dell’ordine dell’imperatore Graziano di rimuovere l’altare della dea Vittoria dalla curia. Simmaco fece parlare l’Urbe stessa (Relationes, III, 10)
Graziano praticò una politica antipagana regnò dal 375 al 383
Ma Ambrogio nella sua Epistola 18 a Valentiniano II fece parlare Roma nella lingua dei cristiani. Roma si era convertita
Ambrogio minacciò Valentiniano II (375-392 corregnante con Graziano fino al 383) di scomunica se avesse esaudito le richieste dei pagani.
Nel 390 c’è l’atto di penitenza di Teodosio(379-395 coregnante cob Valentinioano II fino al 392) che aveva concesso alle truppe gotiche il diritto di vendetta per l’uccisione di un loro generale a Tessalonica. Ambrogio lo avvisava di scomunica e Teodosio fece pubblicamente penitenza. Nel Natale del 390 fu di nuovo accolto nella comunità cristiana dopo che fu entrato più volte in chiesa nelle vesti del penitente, privo delle insegne imperiali. C’è un filum che lega questo episodio a quello di Matilde di Canossa la magna comitissa che umiliò Enrico IV, Si schierò con Gregorio VII, Ildebrando di Soana. 1077
Nel 380 Teodosio promulgò l’editto di Tessalonica che proibiva il culto pagano a tutti gli abitanti dell’impero.
Vede là un qualche Ivan Ivanovic privo di biancheria intima che litiga con il pubblico ministero. Questo è un somaro, ma almeno sa il latino. 354
Settembrini non rideva mai: non andava mai oltre la fine e asciutta distensione degli angoli della bocca.
Qui c’è molta Asia nell’atmosfera che pullula di tipi provenienti dalla Mongolia moscovita! La barbarica prodigalità nello sperpero del tempo è di stile asiatico. Un russo che dice 4 ore corrisponde a un’ora per noi. La loro nonchalance nel rapporto con il tempo ha a che fare con la smodata vastità del loro paese. Noi Europei abbiamo poco spazio e poco tempo. Il nostro nobile paese è graziosamente segmentato. Le nostre metropoli sono crogiuoli del pensiero Carpe diem cantava il cittadino di una metropoli ( Orazio, Odi, I, 11) quam minimum credula postero. (a Leuconoe).
Settembrini dice a Hans: “non si lasci infettare dalla loro mentalità, al contrario contrapponga la sua natura superiore alla loro, e consideri sacro tutto quanto a lei, figlio del divino Occidente, della civilizzazione è sacro per natura e per tradizione, ad esempio il Tempo!” 356. Abbiamo sentito di recente questa contrapposizione tra la sanità dell’Occidente libero, democratico, e la barbarie dei dispotismi orientali
Lo sperpero del Tempo è di stile asiatico
Il tempo è un dono degli dèi concesso agli uomini perché lo sfruttino al servizio del progresso (p. 357)
L’atteggiamento orientale è molle e arrendevole verso la malattia: compassione e sconfinata pazienza verso la sofferenza-
La profonda vocazione dell’umanità consiste nel perfezionamento di sé medesima. . Barcellona può vantare un rapporto particolarmente stretto con le idee progressiste. In realtà ai primi del Novecento era uno dei centri di sviluppo e diffusione del pensiero anarchico. S. voleva andare nella città Catalana, ma quel manigoldo del consigliere aulico glielo ha impedito. Spaventandolo. “la nostra parte organica ci impedisce di servire la ragione (p. 360).
Il fine ultimo della scienza sociologica è lo Stato perfetto (cfr. la Repubblica di Platone).
Ordine e cernita costituiscono l’inizio della capacità di dominare. Il vero terribile nemico è quello che non conosciamo. Dobbiamo emancipare gli uomini dal timore e dalla rassegnata ottusità per condurli all’attività consapevolmente finalizzata.
Le sofferenze dell’individuo sono malattie dell’organismo sociale, c’è una patologia sociologica
S. consiglia a Hans, che deve svolgere una professione pratica e non intellettuale, di abbandonare il sanatorio: quest’insula di Circe (cfr. Odissea X e XII) dove lei non è a sufficienza Ulisse per dimorarvi impunemente (362): diventerà un maiale. Presto comincerà a grugnire
Settembrini parlava non senza una ricerca di effetto teatrale.
L’italiamo difende il Classicismo contro il Romanticismo gli interessi della vita contro la fuga sentimentale dal mondo (365)
Ma nell’antitesi corpo e spirito è il corpo il principio malefico poiché il corpo è natura e la natura nel contrasto con lo spirito, con la ragione, è malefica, mistica e malefica.
Io sono umanista come Prometeo, innamorato dell’umanità e della sua nobile essenza 366. Ma questa nobiltà è racchiusa nello spirito. Il grande Plotino affermava di vergognarsi del fatto di avere un corpo (nella Vita di Plotino scritta da Porfirio)
Voltaire si sdegnò contro il terremoto di Lisbona del 1775.
Cfr. La ginestra di Leopardi che si scaglia contro chi crede nel progresso delle magnifiche sorti umane.
Si sdegnò contro quell’oltraggio scandaloso dovuto alla natura. caddero vittime tre quarti di una città fiorente. Voltaire fu il vero discendente di quegli antichi Galli che scagliarono i loro dardi contro il cielo. La natura è il potere ed è da schiavi accettarlo. Non si deve ricadere nella ipocrisia cristiana.
Bisogna onorare e difendere il corpo quando si tratta della sua bellezza o della sua emancipazione, della felicità, del piacere.
Disprezzarlo quando invece si oppone al movimento verso la luce come grevità e inerzia, e infine aborrirlo quando rappresenta il principio della malattia e della morte, quando lo spirito suo è quello del pervertimento, della putrefazione, della voluttà, dell’onta.
Arrivò Joachim e Settembrini trasformò la sua espressione in un atteggiamento di mondana leggerezza. Disse: suo cugino non è male come polemista, e nella diatriba è un’avversario tutt’altro che innocuo.
Seneca è il cantore del tempo.
Il tempo è la nostra unica, vera ricchezza: omnia… aliena sunt, tempus tantum nostrum est (Ep. 1, 3) p. 55
Nel De brevitate vitae afferma vita…longa est (2, 1), in dichiarata polemica con il vulgus sciocco e pure con il sapiens Aristotele. Alla taccia di malignitas attribuita alla natura, Seneca le conferisce benignitas. Conta diu vivere, non diu esse non stare al mondo a lungo (7, 10). Cogita sempre qualis vita, non quanta sit (Ep. 70, 5)
Discendum …quam bene vivas referre, non quam diu (101, 5) bisogna imparare che importa vivere bene, non a lungo
L’animo saldo sa bene che non c’è alcuna differenza tra un giorno e un secolo: stabilita mens scit nihil interesse inter diem et saeculum (101, 9)
L’occupatio, il correre dietro a mille occupazioni ci fa credere che la vita sia breve ed è brevissima la vita degli occupati (La brevità della vita 10, 1)
Aspettare divora quantità di tempo senza che esse siano vissute o sfruttate come tali. E’ come mangiare senza assimilare.
Ogni domenica l’ora pomeridiana della posta offriva occasioni propizie
Era comunque una relazione educata: ci si dava del lei, si facevano inchini, possibilmente si parlava francese.
Lei parlava sorridendo come Pribislav Hippe quella volta parlando nel cortile della scuola e i suoi occhi grigio verdi si allungavano al di sopra degli zigomi divenendo fessure.
Non che fosse bello ma in caso di innamoramento il giudizio estetico di tipo razionale ha tanto poco valore quanto quello morale
Il portiere “quel diavolo di uno zoppo” aveva già consegnato la posta a Settembrini. Il quale domanda a Hans: “anche lei in attesa di missive, ingegnere? 352. Hans minimizza: “ Oh Dio, missive. Magari una cartolina 353
Mefistofele del Faust di Goethe è zoppo, per via di un piede equino. Nella cantina di Auerbach a Lipsia, uno dei goliardi buontemponi, come le vede entrare, domanda: Was inkt der Kerl auf einem fub ? 2184, come mai zoppica da un piede quello?
Cfr. la zoppia del tiranno
Ci si assuefà a non essere assuefatti, disse Hans a Settembrini 353.
Del resto non ci troviamo in una miniera siberiana.
S: lei predilige i paragoni orientali L’Asia ci divora. Ovunque si guardi, si vedono facce di Tartari.”Gengis Khan” soggiunse, “occhi da lupo della steppa, neve acquavite e cristianesimo ortodosso. A scopo di difesa bisognerebbe erigere qui nell’atrio un altare a Pallade Atena. 354
Cfr. l’altare della Vittoria che Simmaco voleva rimettere nel senato
Nel 384 Simmaco prefetto urbano di Roma cercò di ottenere la revoca dell’ordine dell’imperatore Graziano di rimuovere l’altare della dea Vittoria dalla curia. Simmaco fece parlare l’Urbe stessa (Relationes, III, 10)
Graziano praticò una politica antipagana regnò dal 375 al 383
Ma Ambrogio nella sua Epistola 18 a Valentiniano II fece parlare Roma nella lingua dei cristiani. Roma si era convertita
Ambrogio minacciò Valentiniano II (375-392 corregnante con Graziano fino al 383) di scomunica se avesse esaudito le richieste dei pagani.
Nel 390 c’è l’atto di penitenza di Teodosio(379-395 coregnante cob Valentinioano II fino al 392) che aveva concesso alle truppe gotiche il diritto di vendetta per l’uccisione di un loro generale a Tessalonica. Ambrogio lo avvisava di scomunica e Teodosio fece pubblicamente penitenza. Nel Natale del 390 fu di nuovo accolto nella comunità cristiana dopo che fu entrato più volte in chiesa nelle vesti del penitente, privo delle insegne imperiali. C’è un filum che lega questo episodio a quello di Matilde di Canossa la magna comitissa che umiliò Enrico IV, Si schierò con Gregorio VII, Ildebrando di Soana. 1077
Nel 380 Teodosio promulgò l’editto di Tessalonica che proibiva il culto pagano a tutti gli abitanti dell’impero.
Vede là un qualche Ivan Ivanovic privo di biancheria intima che litiga con il pubblico ministero. Questo è un somaro, ma almeno sa il latino. 354
Settembrini non rideva mai: non andava mai oltre la fine e asciutta distensione degli angoli della bocca.
Qui c’è molta Asia nell’atmosfera che pullula di tipi provenienti dalla Mongolia moscovita! La barbarica prodigalità nello sperpero del tempo è di stile asiatico. Un russo che dice 4 ore corrisponde a un’ora per noi. La loro nonchalance nel rapporto con il tempo ha a che fare con la smodata vastità del loro paese. Noi Europei abbiamo poco spazio e poco tempo. Il nostro nobile paese è graziosamente segmentato. Le nostre metropoli sono crogiuoli del pensiero Carpe diem cantava il cittadino di una metropoli ( Orazio, Odi, I, 11) quam minimum credula postero. (a Leuconoe).
Settembrini dice a Hans: “non si lasci infettare dalla loro mentalità, al contrario contrapponga la sua natura superiore alla loro, e consideri sacro tutto quanto a lei, figlio del divino Occidente, della civilizzazione è sacro per natura e per tradizione, ad esempio il Tempo!” 356. Abbiamo sentito di recente questa contrapposizione tra la sanità dell’Occidente libero, democratico, e la barbarie dei dispotismi orientali
Lo sperpero del Tempo è di stile asiatico
Il tempo è un dono degli dèi concesso agli uomini perché lo sfruttino al servizio del progresso (p. 357)
L’atteggiamento orientale è molle e arrendevole verso la malattia: compassione e sconfinata pazienza verso la sofferenza-
La profonda vocazione dell’umanità consiste nel perfezionamento di sé medesima. . Barcellona può vantare un rapporto particolarmente stretto con le idee progressiste. In realtà ai primi del Novecento era uno dei centri di sviluppo e diffusione del pensiero anarchico. S. voleva andare nella città Catalana, ma quel manigoldo del consigliere aulico glielo ha impedito. Spaventandolo. “la nostra parte organica ci impedisce di servire la ragione (p. 360).
Il fine ultimo della scienza sociologica è lo Stato perfetto (cfr. la Repubblica di Platone).
Ordine e cernita costituiscono l’inizio della capacità di dominare. Il vero terribile nemico è quello che non conosciamo. Dobbiamo emancipare gli uomini dal timore e dalla rassegnata ottusità per condurli all’attività consapevolmente finalizzata.
Le sofferenze dell’individuo sono malattie dell’organismo sociale, c’è una patologia sociologica
S. consiglia a Hans, che deve svolgere una professione pratica e non intellettuale, di abbandonare il sanatorio: quest’insula di Circe (cfr. Odissea X e XII) dove lei non è a sufficienza Ulisse per dimorarvi impunemente (362): diventerà un maiale. Presto comincerà a grugnire
Settembrini parlava non senza una ricerca di effetto teatrale.
L’italiamo difende il Classicismo contro il Romanticismo gli interessi della vita contro la fuga sentimentale dal mondo (365)
Ma nell’antitesi corpo e spirito è il corpo il principio malefico poiché il corpo è natura e la natura nel contrasto con lo spirito, con la ragione, è malefica, mistica e malefica.
Io sono umanista come Prometeo, innamorato dell’umanità e della sua nobile essenza 366. Ma questa nobiltà è racchiusa nello spirito. Il grande Plotino affermava di vergognarsi del fatto di avere un corpo (nella Vita di Plotino scritta da Porfirio)
Voltaire si sdegnò contro il terremoto di Lisbona del 1775.
Cfr. La ginestra di Leopardi che si scaglia contro chi crede nel progresso delle magnifiche sorti umane.
Si sdegnò contro quell’oltraggio scandaloso dovuto alla natura. caddero vittime tre quarti di una città fiorente. Voltaire fu il vero discendente di quegli antichi Galli che scagliarono i loro dardi contro il cielo. La natura è il potere ed è da schiavi accettarlo. Non si deve ricadere nella ipocrisia cristiana.
Bisogna onorare e difendere il corpo quando si tratta della sua bellezza o della sua emancipazione, della felicità, del piacere.
Disprezzarlo quando invece si oppone al movimento verso la luce come grevità e inerzia, e infine aborrirlo quando rappresenta il principio della malattia e della morte, quando lo spirito suo è quello del pervertimento, della putrefazione, della voluttà, dell’onta.
Arrivò Joachim e Settembrini trasformò la sua espressione in un atteggiamento di mondana leggerezza. Disse: suo cugino non è male come polemista, e nella diatriba è un’avversario tutt’altro che innocuo.
Bologna 12 gennaio 2023 ore 17, 43
p. s.
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