venerdì 12 gennaio 2024

T. Mann, La montagna incantata - Der Zauberberg. 5. 6-7 e prima parte di 8

V. 6
Humaniora (p. 368)
Il consigliere aulico mostra ai cugini un ritratto della Chauchat dipinto da lui.
Difficile venire a capo-dice-di un viso così ingarbugliato, difficile da districare. E’ un bel da fare  cogliere gli zigomi iperborei e gli occhi simili a tagli in una pasta lievitata. 377
Il suo viso corrisponde al suo passo. Felpato, furtivo. 378
 L’occhio obliquo è dovuto all’epicanto, un sovrappiù di pelle che copre l’angolo (kanqovς) interno dell’occhio. L’ipoderma con le sue numerosissime cellule adipose plasma le soavi forme della femminilità. 380
Castorp interviene dicendo che la scienza medica si occupa dell’essere umano, è umanistica, come giurisprudenza, teologia e arti liberali, poi le discipline del trivio grammatica, dialettica, retorica
 e quelle del quadrivio, aritmetica, geometria, musica, astronomia, sono tutte professioni umanistiche.
 
Faust di Goethe in Atto I, scena Notte si lamenta di avere studiato inutilmente filosofia, diritto, medicina e purtroppo teologia 354-356, da capo a fondo con tutte le mie forze. Sto menando per il naso i miei scolari e vedo che non ci è dato saper nulla 363-364. Dove afferrati infinita Natura? E voi mammelle dove? 455
Sfiducia nel sapere che non diventa sapienza
 
Hans: sono tutte discipline umanistiche e quando vogliamo studiarle dobbiamo imparare prima di tutto le lingue antiche, fondamentali per un approfondimento formale (p. 381)
Cfr. Ovidio: “nec levis ingenuas pectus coluisse per artes/cura sit et linguas edidicisse duas” (Ars amatoria, II, 121-122).
 
Nietzsche in Sull’avvenire delle nostre scuole scrive che l’apprendimento del latino e del greco è das Heilsamste la cosa più salutare (heilsam) del ginnasio umanistico: si impara a rispettare la lingua con le sue norme e ad aborrire gli errori.
 
Hans:  Io sono un realista e un tecnico ma è una regola eccellente porre a fondamento di ogni professione umanistica l’elemento formale, l’idea della bella forma che conferisce un sovrappiù di nobiltà, di cortesia.
 
 E' quello che Thomas Mann fa dire a Serenus Zeitblom nel Doctor Faustus: "non posso far a meno di contemplare il nesso intimo e quasi misterioso fra lo studio della filologia antica e un senso vivamente amoroso della bellezza e della dignità razionale dell'uomo (...) dalla cattedra ho spiegato molte volte agli scolari del mio liceo come la civiltà consista veramente nell'inserire con devozione, con spirito ordinatore e, vorrei dire, con intento propiziatore, i mostri della notte nel culto degli dei"[1].  E’ il caos che si fa cosmo
 
Behrens sostiene che la Chauchat è un soggetto più adatto alla pittura che alla scultura: Fidia e “quell’altro con la desinenza ebraica” (sarebbe –ele- ma è una battuta Prassitele, cfr. Ezechiele, Ismaele) avrebbero storto il naso davanti a tale fisionomia troppo tonda.
Del resto la forma plastica femminile è fatta di grasso confermò il consigliere aulico
Nelle donne il grasso è un sedicesimo del peso, negli uomini un ventesimo. Senza il tessuto sottocutaneo saremmo tutti dei funghi. Con gli anni questo si assottiglia e provoca il noto, antiestetico drappeggio di rughe. Nella donna i luoghi più adiposi sono il seno, il ventre, le cosce che stimolano il cuore e la mano. Anche la pianta del piede è grassa e soffre il solletico.
La smargiasseria del gallo che rizza la cresta come ogni altra è un mistero perché entra in gioco un elemento psichico 386
 
V 7 Ricerche 392
Arriva l’inverno con il freddo che in montagna si sente meno per via dell’aria secca e dell’assenza di vento. Purché ci si impacchetti per bene. 392 Il cielo incombeva grigio, pallido, basso sulla valle 393. Poi la neve
La medicina è una particolare varietà dello spirito umanistico 411
Dove la spiegazione scientifica non arrivava, interveniva quella mistica il paravlogon che cosa impedisce allo stomaco di digerire se stesso?- La vita.
La malattia era la forma lasciva della vita con l’enfatizzazione del dolore e pure del piacere. Una lasciva iperenfatizzazione della corporeità.
 La vita forse era una malattia infettiva della materia.
Castorp nell’addormentarsi vede l’immagine della vita nella Chauchat che lo abbraccia quelle braccia “erano di una dolcezza inesprimibile”. Infine nel dormiveglia Claudia lo bacia
 
V 8 Danza macabra Totentanz (p. 421)
Arriva Natale con i suoi giorni un po’ adorni e solo esteriormente diversi dagli altri 421. Era venuto Knut. Il figlio del consigliere aulico con degli amici. Hans li evitava ma le signore ne erano eccitate
L’albero nella sala da pranzo teneva desta la coscienza del momento
La Chauchat aveva indossato un vestito chiaro, ricamato, stretto da una cintura che richiamava i costumi dei contadini mugik russi e si armonizzava con la sua fisionomia tartara, con i suoi occhi da lupo della steppa
Settembrini disse che veniva simulata la nascita del  figlio del falegname, il rabbino del genere umano 425. Cfr. il dies natalis solis invicti.
Una cantante aveva una voce spenta che spiegava le tristissime ragioni del suo risiedere lassù (p. 427)
I cugini vanno a fare visita a un morto poi Hans dice Sit tibi levis tellus e Requiem aeternam dona eis Domine.
Il latino come il formalismo della corte spagnola di Don Carlos di Schiller, come il timor di Dio, è umano. E’ contro l’incuria ed è per la disciplina
 Quindi  Hans  spiega al cugino: il latino torna in auge quando si parla dei morti, diventa la lingua ufficiale. La morte è una cosa speciale (p. 432)
Ma la lingua dei morti non è il latino aulico bensì quello della liturgia, un dialetto di monaci, un sordo e monocorde canto catacombale.
Questo latino non piacerebbe a Settembrini, non è roba da umanisti repubblicani o pedagoghi del suo tipo.
Esistono diversi orizzonti intellettuali: quello religioso e quello del libero pensiero. Io sono ostile al libero pensiero che Settembrini mi ha reso antipatico per la sua convinzione di avere l’appalto esclusivo della dignità umana, mentre anche l’orizzonte religioso ha una dignità umana e nobili formalità anche più del pensiero libero.
Nel Don Carlos di Schiller il re di Spagna Filippo II è molto formale e la regina gli dice: “Da me in Francia era diverso”. Lei preferirebbe una vita più gaia, più umana. Ma tutto è umano. Il timor di Dio e il compassato rigore di Filippo sono una degnissima forma dell’umano. Del resto talora la parola umano può mascherare ogni specie di incuria e fiacchezza. In questo mi darai ragione” p. 433
 
Anche Joachim è per la disciplina e gli dà ragione. Hans gli dice che l’uniforme attillata, linda con il colletto rigido conferisce bienséance, decoro.  Voi militari avete le gerarchie e l’obbedienza e vi rendete cerimoniosamente onore l’uno con l’altro il tutto con spirito ispanico che dovrebbe esserci anche tra noi borghesi. Sarebbe  morale. Settembrini crede di avere l’esclusiva anche della morale.
Ma ognuno può rivendicare il diritto di pensare a modo suo
Cita il Don Carlos: Sire concedete libertà di pensiero detto a Filippo II dal Marchese di Posa (III, 10).  Hans con questa ultima affermazione recupera il libero pensiero.
p. 434 continua Danza macabra V, 8
 
 Bologna 12 gennaio 2023 ore 20. 
giovanni ghiselli

p. s.
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[1]T. Mann, Doctor Faustus ,  pp. 12 e 14.

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