lunedì 15 gennaio 2024

T. Mann, La montagna incantata - Der Zauberberg. 5.9. La Notte di Valpurga 4. Ancora il dialogo degno di attenzione

Ancora il dialogo tra Hans e Claudia

 
Attraverso la perdizione, la comprensione e la morale.
 
“E  Tuo marito che sta in Daghestan ti accorda questa libertà?”
“E’ la malattia che me la concede. Sono qua per la terza volta e non è escluso che ci torni. Ma allora tu sarai lontanissimo da chissà quanto tempo”.
La malattia può essere un alibi rispetto alla disciplina.
“Credi Claudia?”
“ Mi chiami perfino per nome! Prendi proprio sul serio le usanze del carnevale!”
Il carnevale rovescia i rapporti: scorona e dunda il re ed emancipa gli schiavi.
 
Anche l’Università estiva di Debrecen  mutava i rapporti: ha emancipato me da quello che mi avevano inculcato i furfanti bigotti e gli ignoranti razzisti. Del resto ha liberato da tante convenzioni anche le mie donne, le tre di cui ho raccontato e qualcun’altra. Quando domandai a Helena se il suo compagno fosse intelligente rispose: “lui crede di esserlo”. Poi è tornata da lui ma quel luogo incantato l’aveva liberata per un mese.
Kaisa disse che la lettera del marito era talmente banale che poteva incartocciarci le susine.
 
Hans le ricorda la propria malattia: “Sai forse quanto io sia malato?”
“Sì…no…come quassù si sanno queste cose. Hai una piccola zona umida là dentro e un poco di febbre, non è così?”
 
Nei sanatori residenziali come nei collegi dove si alloggia per mesi o per anni si sa tutto di tutti. E spesso neanche malignamente. Nasce una certa curiosità non senza cameratismo e talora addirittura una solidarietà. Proprio vivendo più o meno lungo nei collegi universitari ho capito che la vita privata, familiare, casalinga non era fatta per me.
Domani inizierò un nuovo corso di otto settimane nell’università Pimo Levi. Sono nella scuola dal primo ottobre 1950 e non mi è venuta a noia. La famiglia non era cosa per me. Altra cosa è la stirpe. Ma l’incesto è tabù anche per me.
 
“ Di pomeriggio 37, 8 o 37, 9. E tu?” domanda Hans.
“ Oh sai, ill mio caso è un po’ complicato, no non è semplicissimo”
Hans ne è già informato: “c’è una cosa in questa branca delle discipline umanistiche detta medicina, una cosa che si chiama congestione tubercolare dei vasi linfatici”
“Ah, si capisce che mi hai spiata, mio caro”
Hans domanda se  Behrens le avesse parlato della sua febbre vicina ai 38..
“Ancora questo Behrens!” esclama Claudia contrariata.
Hans non fa niente per dissimulare la sua gelosia.
“Oh, ha dato una raffigurazione così esatta della tua pelle…D’altro canto è un vedovo con le guance in fiamme che possiede un servizio da caffè davvero notevole…Io sono convinto che egli conosca il tuo corpo non solo come medico ma anche come adepto di un’altra disciplina umanistica”.
 
La medicina ha in comune con le discipline umanistiche non solo il fatto che studia come funziona il corpo dell’essere umano ma anche il forte interesse che il bravo medico deve avere per l’intera persona umana e penso che gli  sia necessaria, oltre la scienza medica,  l’intuizione per poter individuare e curare le malattie. Senza l’intuizione del medico non c’è studio che basti. Così come comprendere a fondo una tragedia greca non basta conoscere la grammatica e sintassi.
 
“Parli davvero come in sogno”
“Vorrei tornare a sognare dopo questo risveglio crudele causato dal campanello della tua partenza. Ti ho avuta sotto gli occhi per sette mesi, e ora che ti ho conosciuta mi parli di partire”.
“Ti ripeto che avremmo potuto conversare anche prima”
“Tu lo avresti desiderato?”
“Io? No, ragazzo, non credere di svignartela. Stiamo parlando  di cose che interessano te. Eri troppo timido per avvicinarti a una donna cui ora stai parlando in sogno. Oppure qualcuno te l’ha impedito?”
Claudia sospetta di Settembrini che in effetti all’inizio della serata ha messo in guardia il suo pupillo Hans da Lilith, cioè dalla stessa Claudia, una specie di Circe, maga o strega che sia.
“Te l’ho già detto. Non volevo darti del Lei”
“ Frottole. Rispondimi piuttosto…quel signore che parla così bene, quell’italiano che ha lasciato la sala, che parole ti ha lanciato poco fa?”
“Non ho capito niente di quel che mi ha detto Quando ti vedo di quel signore non mi importa. Prima c’era mio cugino poco propenso a divertirsi quassù. Dovevo occuparmi di lui. Ora non pensa ad altro che a tornare in pianura per fare il soldato”.
“Povero diavolo. E’ più malato in effetti di quanto non sappia E’ molto malato e anche il tuo amico italiano sta male.
“Davvero? Mi spaventi”
“Non è affatto escluso che muoia se prova a fare il soldato nelle terre basse”
Subito dopo Hans rinnega la precedente dichiarazione di spavento
“Che muoia. La morte. Parola terribile, vero? La sua condizione è molto simile alla mia, e non la trovo particolarmente sconvolgente. Lui è moribondo e io innamorato, che sarà mai?”
Quindi cambia argomento e torna a nominare , Behrens che fa “fotografie intime” e un “ritratto trasparente”. Si riferisce ai raggi. Che il  dottore ha fatto anche a loro due.
Hans chiede a Claudia se abbia a portata di mano la sua radiografia.
“No, l’ho nella mia camera”
“Ah, nella tua camera. Quanto al mio, l’ho sempre nel portafoglio. Vuoi che te lo mostri?”
 
Il ragazzo cerca di entrare nell’intimità della donna.
Personalmente corsi dietro Helena diretta all’ospedale di Debrecen perché le visitassero e le dicessero se aveva un cancro era incinta.  Quando le dissero ambulantia che significa ambulatorio, credette che significasse autoambulanza e mi supplicò di portarla con la mia automobile dovunque dovesse essere trasportata. Prima di chiarirle l’equivoco le assicurai tutto il mio appoggio. Ancora non si era fatto l’amore.
 
Claudia isponde con sarcasmo, evidentemente l’argomento non le piace
“Ti ringrazio moltissimo. Non sono sopraffatta dalla curiosità. La ritengo una visione quanto mai innocente”.
Sicuramente poco erotica aggiungo.
Hans poi chiede chi sia il signore russo che abita in paese e ogni tanto va a trovarla.
Claudia risponde: “Devo dire che come spia te la cavi  piuttosto bene”. LaDopo questo esordio duro del resto risponde esaurientemente. Dice che è un compatriota, un uomo sofferente un amico conosciuto alcuni anni prima in un’altra stazione balneare. Doveva essere giovanissima la madamigella. La loro relazione chiarisce Claudia sta nel prendere insieme una tazza di tè e parlare di vari argomenti: l’uomo, Dio, la vita, la morale e mille altre cose,
“Ecco il mio resoconto” conclude Claudia con ironia.
Hans domanda quali scoperte abbiano fatto nel campo della morale
Claudia risponde in maniera non banale: “  La morale? Ti interessa questo tema? Ebbene a noi sembra che la morale non andrebbe cercata nella virtù, ovvero nella ragione, nella disciplina, nei buoni usi e costumi, nella rispettabilità, ma piuttosto nel contrario e cioè nel peccato, nell’abbandonarsi al pericolo, a ciò che ci può nuocere, a ciò che ci distrugge.  A noi sembra più morale perdersi, e addirittura lasciarsi deperire che conservarsi. I grandi moralisti non erano affatto virtuosi, ma uomini che si sono avventurati nel male, viziosi, grandi peccatori  che ci insegnano a chinarci cristianamente verso la miseria”.
“Tutto questo probabilmente ti ripugna. O no?
Hans non  disse nulla” -502
Attraverso la perdizione dunque si giunge alla comprensione e la morale. Claudia è davvero un bel tipo di donna. Capisco l’innamoramento di Hans.
A venti anni mi ero perduto. Ora sono tanto soddisfatto di me da poter fare del bene a me stesso e ad altre persone
 
 Bologna 15 gennaio2023 
giovanni ghiselli ore 19
 
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