Da quando ho l’età della ragione ho sempre pensato e agito politicamente, cioè
non egoisticamente.
Adesso mi
piace questo movimento perché ha ritrovato il luogo dell’agorá e, spero, anche delle scuole, come posti della
politica. Mi ripagano dei rimproveri di professori e presidi fascisti che mi
ammonivano fino alle minacce dicendo: “a scuola non si fa politica”.
“Allora
non si educa l’uomo” - rispondevo - che è animale un politico oppure un animale
senza altro”.
Aggiungevo
un passo del logos epitafios attribuito da Tucidide a Pericle: "movnoi ga;r tovn te mhde;n tw'nde
metevconta oujk ajpravgmona, ajll j ajcrei'on nomivzomen" (Storie, II 40,
2), siamo i soli a considerare non pacifico, ma inutile chi non partecipa a
questa vita della polis.
I detrattori della politica erano anche esecutori di ordini,
burocrati carenti di buone letture per cui non potevano capire le mie
obiezioni.
Identificavano la politica con la propaganda per i partiti di
sinistra, mentre fare politica significa occuparsi della polis, ossia del bene
comune.
Delle “sardine” mi piace molto anche l’importanza che danno alla
cultura che è sempre associata alla politica. Cultura come trasmissione di
sapere e come educazione morale estetica politica. La nostra bella Costituzione
contiene diversi echi del logos epitafios di cui ho riportato una frase sette
righe sopra.
Finalmente, dopo decenni, assistiamo a una richiesta di politica,
di cultura, di solidarietà, di accoglienza, di rispetto, dei diritti umani, di
intelligenza, di non violenza, di antifascismo e di allegria da parte non di
pochi emarginati ma del popolo che rende vive le piazze. Spero dunque che viva
e cresca questa parte buona del popolo
giovanni ghiselli
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