Due ragazzine uccise da un
guidatore ubriaco a Roma.
“la Repubblica”, 23
dicembre p. 1
“Travolte a 16 anni. Autista
drogato.
Roma, investite e uccise
davanti a casa. Il guidatore ventenne positivo al test”.
Non è un femminicidio, per
giunta duplice, anche questo? Ma in casi del genere quasi nessuno protesta
perché le automobili devono comunque essere vendute, altrimenti cala il PIL.
A pagina 12 dello stesso quotidiano:
“Il guidatore positivo ad alcol e droga”. Questa è l’aggravante di un delitto
che è tale anche se perpetrato da persona non positiva ad alcol e droga.
E a p. 13: “Nel 2018 tra i
passanti 612 vittime. In Italia, secondo i dati Asaps riferiti al 2018, viene
ucciso un pedone ogni 14 ore”
E’ una guerra.
Noi ciclisti e pedoni
rischiamo ogni giorno la vita. Io sono cinefilo oltre che bibliofilo e
cicloamatore, e vado spesso al cinema, di notte. Ovviamente pedalando. Dopo avere schivato almeno un paio di
automobili guidate freneticamente come bolidi sfrenati e una motocicletta lanciata al massimo della velocità e del rumore da un centauro esagitato, dopo avere
pagato il biglietto, devo anche subire almeno dieci minuti di pubblicità che
inneggia ai veicoli motorizzati e promette ogni beatitudine a chi li compra. Io
beatificherei piuttosto gli ammazzati da tali strumenti di morte. I martiri della delinquenza stradale.
Quelli che scendono in piazza
dovrebbero protestare contro tale licenza di minacciare la vita, di terrorizzare, di uccidere. Il governo deve porre un
limite all’uso di queste armi micidiali il cui effetto letale è potenziato dai cellulari usati in
modo omicida da chi guida e, devo riconoscerlo, talvolta in maniera suicida da
chi attraversa le strade.
Anche i telefonini invece
vengono pubblicizzati come indispensabili e ritenuti tali dai più.
Quando dico che non ho ne mai
avuto uno e non lo voglio, passo per matto. Se mi capita di accennare al fatto
che in un anno faccio 1500
chilometri di corsa a piedi, almeno 7500 in bicicletta e appena
un migliaio in automobile, appaio solo stravagante, ma la mancanza di cellulare
è da manicomio per i più.
Anche questo uso che limita e oscura la visione delle persone,
della terra e del cielo andrebbe ridotto ai minimi termini da leggi severe.
Chi protesta deve mettere
bersagli concreti nel mirino: negando con forza ciò che danneggia o distrugge
la vita e viceversa affermando, proponendo decisamente tutto quello che la fa
crescere.
gianni
p. s
mi consolano le borse di
studio.
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