Valpreda davanti alla lapide di Pinelli |
Si
fa tanta retorica sulla strage di 50 anni fa. Io cominciavo la mia vita di
insegnante nella scuola media Ugo Foscolo di Carmignano di Brenta. Dissi
subito, pubblicamente, che Valpreda era innocente e che l’orrendo crimine era
una strage di Stato. Ora lo riconoscono tutti. Allora si rischiava di perdere
il lavoro o anche di peggio. E’ stata l’inizio di una strategia che mirava alla
retrocessione del nostro paese verso una deriva autoritaria. Poi le stragi si
sono ripetute finché si è arrivati all’abolizione dell’articolo 18 e alla
degradazione del lavoro a semischiavitù, alla diffidenza diffusa,
all’inimicizia di tutti contro tutti, perfino a quella dei maschi contro le
femmine mentre non c’è nulla di tanto congeniale e complementare al mondo.
Valpreda era un uomo del tutto privo di protezioni ed era evidente che
l’avevano preso di mira come farmakós-capro
espiatorio. Anni dopo è stato assolto ma quando in quel dicembre 1969 dicevo:
“Valpreda è innocente”, ricevevo insulti e minacce dai soliti benpensanti conformisti.
Nessun commento:
Posta un commento