sabato 21 dicembre 2019

La fine della politica nell’Atene di Menandro (IV sec. a.C.) e nella nostra Italia

"Dopo l’intermezzo democratico, con la fioritura ateniese della tragedia e della commedia, i poeti dovevano di nuovo dimostrare il loro talento alle corti dei monarchi (…) E come Menandro essi rinunciano al pathos, ai programmi morali, all’impegno politico, e osservano con sorridente comprensione il comportamento degli uomini”[1].

Ora i nostri politici danno segni di impoliticità come gli scrittori sotto i despoti. Costoro  devono mostrare di essere funzionali al Mercato, al PIL, al Consumo le nuovi divinità situate in tabernacoli empi. 
Greta nonostante le smorfie, non è abbastanza eretica nei confronti di questa religio che come quella di Lucrezio, tantum potuit suadere malorum, e pure le sardine con i loro sorrisi per il momento sono rimasti sul generico limitandosi ad attaccare Salvini che è  solo piccola parte del male.
Se vogliamo salvarci, dobbiamo denunciare e sconfiggere questo  capitalismo assoluto e dissoluto che distrugge la vita.


[1] B. Snell, Poesia e società, pp. 156-157.

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