martedì 18 ottobre 2022

Alcune quintessenze di Sofocle (497-406)

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Sofocle antepone i legami di sangue a quelli istituzionali, le leggi dell’Olimpo e della coscienza a quelle scritte, e mette in rilievo la ricerca dell’identità del protagonista tragico che non si ferma davanti a nessun rischio, a nessuno ostacolo (
Antigone, Aiace, Edipo re).
Questi suoi eroi non cedono mai alla pressione della norma: come Achille che risponde ouj lhvxw –non cederò- al cavallo fatato Xanto che lo invita a rischiare di meno (Iliade, XIX, 423).
Nell’Ode I, 6 di Orazio infatti il Pelide è cedere nescius- gravem pelidae stomachum cedere nescii (vv. 5-6)
A Pericle Tucidide attribuisce la proclamata convinzione che Atene ha una grandissima rinomanza dia; to; tai`~ xumforai`~ mh; ei[kein (II, 64, 3) per il fatto di non cedere alle disgrazie.
Tali sono anche Edipo e Antigone.
 
Sofocle mostra che una parola (come novmo~) può avere significati diversi secondo chi la pronuncia. Creonte considera novmo~ il suo khvrugma che secondo Antigone invece non è legale bensì empio
 
Inoltre il poeta di Colono opera una smontatura del logos dei suoi personaggi: Edipo è colpevole poiché riconosce solo tardi i limiti della sua intelligenza. Il suo peccato  è la presunzione intellettuale manifestata  con queste parole: "arrivato io,/ Edipo, che non sapevo niente, la[1] feci cessare,/ azzeccandoci con l'intelligenza (gnwvmh/ kurhvsa" ) e senza avere imparato nulla dagli uccelli- oujd j ajp j oijwnw`n maqwvn" ( Edipo re, vv. 396- 398).
Gli uccelli forse non conoscono il destino, tuttavia
“Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio” ( et unus ex illis non est in oblivione coram Deo,  Luca, 12, 6).
Quindi:  there is a special providence in the fall of a sparrow" (Shakespeare, Amleto, V, 2), c'è una provvidenza speciale perfino nella morte di un passero.
 
L’imperatore Giuliano (361-363) era un attento osservatore di tale segno. Ammiano Marcellino commenta questa attenzione scrivendo che gli auspici si traggono dagli uccelli non perché loro conoscano il futuro sed volatus avium dirĭgit deus (21, 1, 9).
"Il destino dell'uomo è inserito nell'ordine divino del mondo; e quando l'ordine divino e il disordine umano vengono al cozzo, si sprigiona la scintilla della tragedia"[2].
 Le parole conclusive dell’Antigone contengono la morale del dramma e presentano la  quintessenza del sofocleismo:" Il comprendere (to; fronei'n) è di gran lunga il primo requisito/della felicità; è necessario poi non essere empio/ in nessun modo negli atti che riguardano gli dèi" (vv. 1347-1349).
Comprendere  significa capire l'ordine cosmico e osservare l’ordine del cosmo aiuta a comprendere.
 
Nel Timeo Platone scrive che dio ci ha donato la vista affinché, contemplando nel cielo i giri dell’intelligenza, ce ne giovassimo per i moti circolari della nostra mente-  †na t¦j ™n oÙranù toà noà katidÒntej periÒdouj crhsa…meqa ™pˆ t¦j perifor¦j t¦j tÁj par j   ¹m‹n diano»sewj  che sono affini a quelli celesti i quali però sono ordinati mentre i nostri circuiti sono disordinati. Così noi, ammaestrati, possiamo correggere l’irregolarità dei nostri giri mentali imitando quelli della divinità che sono regolari 47 b-c-
 
Infine l’umanesimo di Sofocle
Antigone dice  a Creonte:" ou[toi sunevcqein ajlla; sumfilei'n e[fun", (v. 523), certamente non sono nata per condividere l'odio, ma l'amore.
"Esiste un umanesimo greco, al quale dobbiamo opere come l'Antigone  di Sofocle, una delle più alte tragedie ispirate a quest'atteggiamento; in essa, Antigone rappresenta l'umanesimo e Creonte le leggi disumane che sono opera dell'uomo"[3].
 
Fa parte dell’umanesimo di questa ragazza anche l’amor proprio, la filautiva per cui risponde alla sorella Ismene che le suggerisce conformismo: " ajll j oi\d  j ajrevskous j oi|" mavlisq  j aJdei'n me crhv" (Antigone, v. 89), ma so di essere in armonia con a quelli cui soprattutto io devo piacere".
 
Teseo  nell'Edipo a Colono  dice a Edipo "e[xoid  j ajnh;r w[n"(v.567), so di essere un uomo. Per questo ti aiuto.
 
 
 
Bologna 18 ottobre 2022 ore 11, 22.
Dopo questa breve introduzione con Eschilo e Sofocle, entreremo in medias res cioè nelle tragedie di  Euripide a partire dall’Alcesti.
Mi dicono che gli iscritti ora sono 13. E’ un buon numero e mi appresto a dare il meglio di me a ciascuno di loro.
 
 
 
 


[1] La Sfinge.
[2] V. Ehrenberg, Sofocle e Pericle , p. 40.
[3]E. Fromm, La disobbedienza e altri saggi , p. 63.

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