domenica 9 ottobre 2022

Facit indignatio verba.

Il quotidiano “la Repubblica” oggi  è arrivato a celebrare il terrorismo ucraino.
Titolo in prima pagina

Camion bomba sul ponte Kerch
il simbolo dell’aggressione russa

A un primo sguardo ho pensato che l’inviato volesse attribuire la bomba ai Russi. Invece no: il simbolo dell’aggressione russa sarebbe il ponte che unisce dei Russi ad altri Russi, e l’esplosione sarebbe un’opera buona compiuta dai liberatori ucraini secondo quel che sotto è scritto.
Ma non basta: a pagina 10 questa opera liberatoria è accostata da un altro sacrilego imbrattacarte all’uccisone di Daria Dugina, “la giovane figlia dell’ideologo putiniano. Questa  rete stay behind ucraina ha dimostrato di sapersi muovere in profondamente dietro le linee russe (…) un blitz del genere richiede menti raffinatissime per coordinaare esperti di demolizioni, vendette lungo il percorso, rifugi per uomini e materiali”.
Già, come quelle “menti raffinatissime” che hanno piazzato le bombe  qui in Italia,  per diversi decenni e che non sono mai stati scoperte.
Scrivo questo pezzo mentre sono colmo di indignazione.
Il presidente Sergio Mattarella oggi ha detto che il bambino ebreo ucciso dalla bomba nella sinagoga è nostro figlio.
Lo dico anche io e aggiungo che pure Masha Dugina è una mia cara figlia e sono figli miei tutti i giovani caduti in questa infame guerra, sia Russi sia Ucraini.
Chi è d’accordo, sottoscriva.

 
Bologna 9 ottobre 2022 , ore 17
giovanni ghiselli

p. s
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