mercoledì 19 ottobre 2022

Un precedente delle attuali schermaglie politiche

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Euipide, Seneca e Tucidide

 
Nelle Fenicie di Euripide, Giocasta strappa a Eteocle l’aura eschilea del re preoccupato del bene comune.
La madre contrappone all’ambizione del figlio l’   jisovthς, l’uguaglianza, che  è una norma del cosmo come si vede nella distribuzione di ore di luce e di buio durante l’anno (vv.  542-544).
 
Giocasta dunque professa un atto di fede nella democrazia e nell’uguaglianza.
Il più ha soltanto un nome: tiv d’ ejsti; to; plevon ; o[nomj e[cei movnon ( 553) , poiché ai saggi basta il necessario (ejpei; tav g j ajrkounq j iJkana; toi'ς ge swvfrwsin 554), le ricchezze non sono proprietà privata dei mortali (ou[toi ta; crhvmat j i[dia kevkthntai brotoiv  555), noi siamo curatori di cose che gli dèi possiedono (ta; tw'n qew'n d j e[conteς ejpimelouvmeqa, 556) e quando essi vogliono ce le ritolgono o{tan de; crhv/zw's j , au[t j ajfairou'ntai pavlin (557).
 
Altrettanto Seneca che nella Consolatio ad Marciam  (10, 2) scrive:"mutua accepimus. Usus fructusque noster est ", abbiamo ricevuto delle cose in prestito. L'usufrutto è nostro.
 
Quando Euripide componeva le Fenicie (intorno al 410) c’era stato il colpo di Stato oligarchico che nella primavera del 411 aveva portato al governo dei Quattrocento dopo la rovinosa spedizione in Sicilia.
 
Contro le manovre dei politici golpisti, Tucidide ricorda che in questo governo lo sch`ma politiko;n tou` lovgou l’apparenza politica del discorso- relativo ai Cinquemila- era rendere la costituzione più ugualitaria th;n politeivan ijsaivteran kaqistavnai,  ma i più si impegnavano solo per favorire le proprie ambizioni private kat j ijdiva~ de; filotimiva~, e tali sforzi portarono alla rovina di una oligarchia nata da una democrazia (Storie, VIII, 89, 3).
In effetti nell’agosto del 411 venne varata la costituzione dei Cinquemila voluta da Teramene, il coturno, ma nel 408 rientrò trionfalmente Alcibiade e restaurò la democrazia che  cadde di nuovo nel giugno del 404 dopo la sconfitta di Egospotami con il tradimento di Adimanto.
L’attuale governo di destra non è nato da un colpo di Stato, sebbene non rappresenti la maggioranza di chi ha diritto al voto.
Non è dunque un governo illegittimo.
Tuttavia lo sch`ma politiko;n tou` lovgou, quello che sentiamo ogni giorno,  ha la stessa apparenza dei discorsi criticati da Tucidide.
 
Concludo tornando a Euripide il quale attraverso Giocasta si rivolge ai politici ateniesi di quegli anni: mevqeton to; livan, mevqeton: ajmaqiva duoi`n- ej~ tau[q j o{tan movlhton, e[cqiston kakovn  (vv. 583- 584), abbandonate l’eccesso, abbandonatelo: la stupidità di due tali quando mirano allo stesso bersaglio è il male più odioso.  
 E’ un monito alla parte oligarchica e a quella democratica

 
Bologna 19 ottobre 2022 ore 10, 15
giovanni ghiselli

p. s.
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